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Siccità fatale

di Chiara Pazzano - 31/10/2006

Gli effetti devastanti del caldo sull'agricoltura e sui contadini australiani. In aumento depressione e suicidi

 
 
Il continente più arido sulla Terra dopo l’Antartide sta affrontando le drammatiche conseguenze del surriscaldamento del pianeta.

Pascoli inariditiAllarme suicidi. L’Australia sta sperimentando ormai il sesto anno di una crisi di siccità che sta dimezzando i raccolti. Il 92 per cento del New South Wales, lo stato che rappresenta ben un quarto della produzione agricola australiana, è praticamente senz’acqua. L’associazione degli Agricoltori e degli Allevatori del New South Wales, The NSW Farmers Association sostiene che nel solo stato del NSW, a partire dal 2001, 150 mila persone abbiano perso il lavoro e che il reddito delle fattorie sia calato del 46 per cento. Diverse organizzazioni che offrono assistenza medico-psicologica nell’Australia rurale hanno lanciato l’allarme. “Ogni quattro giorni, il proprietario di una fattoria si toglie la vita,” ci dice la direttrice della Divisione Australiana di Medicina, L’ Australian Division of General Practice (Adgp), Kate Carnell. L’Adgp, un’organizzazione nazionale che rappresenta 120 centri medici sparsi in tutto il continente, ha chiesto al governo, assieme all’organizzazione per la lotta alla depressione Beyond Blue, di inviare 60 psicologi nelle campagne australiane per aiutare i proprietari delle fattorie che stanno vedendo morire i propri raccolti e allevamenti. Ma la siccità non colpisce soltanto chi lavora nel settore primario.

Ian HickieComunità a rischio. “Intere comunità che vivono nell’Australia rurale subiscono l’impatto della siccità e vanno presi provvedimenti per aiutare queste comunità a sopravvivere” dice la signora Carnell, che suggerisce al governo di inviare dei coordinatori a consigliare i proprietari di fattorie, negozi e piccole imprese su come gestire il proprio patrimonio. Ormai soltanto il dieci per cento dei 20 milioni di persone che popolano l’Australia vive nelle campagne, e tali comunità rischiano di assottigliarsi ulteriormente, o addirittura di scomparire. Il Professor Ian Hickie, un tempo direttore dell’organizzazione nazionale Beyond Blue, insegna ora Psichiatria all’Università di Sydney e presiede l’Istituto per la Ricerca sul Cervello e sulla Mente, The Brain & Mind Research Institute. Hickie ci racconta che il numero di suicidi, di persone affette da alcolismo e da depressione è normalmente più alto nelle campagne che in città. “Più di 300 mila agricoltori ed allevatori soffrono di depressione ogni anno. Questo perché sono luoghi estremamente isolati, i villaggi sono molto piccoli, e le fattorie sono spesso a conduzione familiare”, spiega ancora Hickie.

Aspettando la pioggiaServizi medici insufficienti. “Le famiglie guadagnano di solito appena il necessario per mandare avanti la fattoria, e per fronteggiare questi anni di siccità si sono spesso indebitate. Bastano uno o due cattivi raccolti e la situazione si fa estremamente difficile”.  Il professore sostiene che l’elevato numero di suicidi nell’Australia rurale si verifichi anche per lo scarso numero di servizi medici disponibili in questi luoghi. Il direttore dell’organizzazione Beyond Blue, John Kenneth, sostiene che la situazione potrebbe peggiorare ulteriormente. Con la calda e secca estate australiana alle porte, è difficile sperare nell’arrivo delle piogge fino all’inizio del prossimo anno.
Un altro fattore rende lo scenario ancora più preoccupante. E’ in arrivo la corrente Il Nino, che porta clima secco e arido.
 
Una delle rare precipitazioniTrasformare le terre in parchi nazionali. Ci vorranno dai tre ai sette anni perché la corrente umida La Nina possa finalmente portare acqua in abbondanza. Diversi scienziati suggeriscono che sia arrivato il momento, per il governo australiano, di prendere dei provvedimenti per adattarsi ai cambiamenti causati dal surriscaldamento della Terra. Peter Cullen ha un esperienza trentennale di gestione di risorse idriche in Australia e presiede ora il Gruppo di Scienziati Preoccupati di Wentworth, The Wentworth Concerned Scientists Group, creato nel 2003 dal WWF (il Worldwide Fund for Nature). Egli sostiene che il governo, invece di incoraggiare tutte le fattorie a cercare di sopravvivere a questo periodo di siccità, dovrebbe invece valutare chi può restare e chi farebbe meglio a lasciare le campagne per dedicarsi ad altre attività. Secondo il Professor Cullen alcune terre dovrebbero essere trasformate in parchi nazionali. Il celebre scienziato canadese David Suzuki è d’accordo.
 
Le aree più colpiteScarsità d'acqua. Il presidente della David Suzuki Foundation ha detto al National Press Club australiano che, viste le caratteristiche fisiche dell’Australia, molte di queste terre non avrebbero mai dovuto essere convertite in fattorie. Per di più, le risorse idriche del continente più piatto del mondo non sono gestite al meglio. I tre raccolti più diffusi in Australia sono coltivazioni che richiedono molta irrigazione. Le coltivazioni di zucchero, riso e cotone usano circa un terzo delle risorse d’acqua usate in tutto il paese. Le fattorie che coltivano il riso nel bacino idrografico del Murray-Darling, che raccoglie la maggior parte delle acque dello stato del Queensland e del New South Wales, consumano tanta acqua quanta ne consumano i 20 milioni di abitanti che popolano l’Australia. E purtroppo il bacino idrografico del Murray-Darling, il principale in Australia, batte ora ogni record per scarsità d’acqua, perché le sue acque sono state eccessivamente sfruttate da fattorie, paesi e città.
 
John HowardIl Primo ministro: "Pioverà". Ma il Primo Ministro John Howard non ha ancora dato segni di aver preso sul serio il suggerimento di una nuova pianificazione del paesaggio agricolo in Australia. “Pioverà. So che molti non se lo aspettano più, ma prima o poi pioverà” ha detto in un intervista con la televisione locale ABC, esortando le fattorie d’Australia a sopportare la crisi di siccità peggiore del secolo in questo paese. Oggi il Vice Primo Ministro Mark Vaile ha annunciato sussidi alle fattorie per 560 milioni di dollari australiani, che vanno ad aggiungersi ai 350 annunciati la settimana scorsa. Mark Vaile ha detto alla televisione locale SBS che non crede la comunità australiana volterà le spalle alle fattorie, in quanto esse danno un contributo estremamente significativo alla cultura e all’economia australiana. Di certo i sussidi fanno la differenza tra mangiare e non mangiare per molti allevatori e contadini. Ma sono in molti in Australia a criticare ancora questo governo per non far nulla di concreto per ridurre le emissioni di gas che contribuiscono all’effetto serra, e per non aver ratificato il Trattato di Kyoto.