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Crisantemo fiore dei vivi

di Guido Ceronetti - 31/10/2006

 
Ma a che punto è arrivata questa collettiva implacabile idiozia della Rimozione, per cui ci vanno di mezzo anche i fiori, e uno dei più belli e dei più adatti ad abbellire una casa, diventato Industria Funeraria, è stato costretto agli spazi cimiteriali, dove in novembre è rovesciato a tonnellate, a vagonate, a piroscafi interi, accompagnato da scongiuri ignobili, comprato a caro prezzo e con timore di contagio cadaverico - povero, innocente, gentile, soave, degno di un Van Gogh, meraviglioso Crisantemo?

La Rimozione della Morte: se il totalitarismo razional-laicista dà di questi frutti dell’imbecillità pura, viva le superstizioni all’ombra delle cattedrali gotiche quando echeggiavano di gregoriano! Il crisantemo sì, va bene, può passare, purché dichiari subito alla cretinocrazia, che controlla tutto, che si guarderà bene dallo sfiorare col suo profumo i portoni dei nostri angosciati condominii, dove hanno accesso invece i DVD più antropofagici, lo stormo degli psicofarmaci, la violenza cogente, terroristica, della persuasione a fuggire tutto ciò che è pensiero, canto dell’anima, sfogo umano. E crisantemo è anche questo: canto che fa vivere, quanto la rosa, il gladiolo, la zinnia, la dalia, la fucsia, messaggero di luce, luce alla quale è stato, a partire da non so quale momento della storia progressiva della Stupidità, vietato di bagnare le cose, di rallegrare nel buio le coscienze...

Giù, ai marmi, ai loculi ingordi, alla carne spenta - questo grande fiore dei vivi! Smitragliato sui vasetti di plastica nera, e poi dopo pochi giorni a traboccare dai vagoncini delle putredini... Allorché dentro casa, il crisantemo ha lunga durata, e coi petali filiformi crea ikebane di sorriso, sottrae alle nostre disumane solitudini qualche briciola del loro potere feroce di lacerare e di uccidere.

Nell’Ellade, che gli ha dato il nome (crisantemo significa fiore d’oro) era il dono delle Antesterie, la festa dei fiori, ornava i templi e indifferentemente le case e i tumuli. Ma pròvati adesso, che l’intelligenza dei Greci è stata sequestrata tutta dai professori di filosofia, a regalare a qualcuno, a una donna, un mazzo di crisantemi! Inorridirà e ti odierà, anche se persona in tutto il resto colta, intelligente, aperta perché ci domina tutti la bestia della Rimozione, perché ci strega tutti l’immonda superstizione crisantemo-tardo autunno-festa dei morti e splacc! ecco l’innominabile Morte evocata dal fiore d’oro. Se ti offrono un crisantemo è un for whom the bell tolls, vexilla regis prodeunt inferni, libera nos Domine... Crisantemo uguale Dies irae... ma mi domando: avranno perso il terrore dei castighi infernali per i loro peccatacci dozzinali solo per guadagnarci panico di fronte a uno stelo verde con una gentile corolla in cima e foglie aromatiche? Sarà possibile tentarne una rieducazione, facendo ripetere in ipnosi a questi decerebrati: cri-san-te-mo-fio-re-dei-vivi?

Facciamo venire qualche maestro giapponese che ci istruisca in crisantemologia pratica, che ci faccia riscoprire la particella di Bellezza irradiata da quel cenno di luce quando è sapientemente collocato in un vaso! Trilla volgare e sussultorio il Citofono, e sotto c’è, davanti casa, una geisha uscita dal Paese delle Nevi, dalle meditazioni libertine di Yasunari Kawabata: viene a portarti un fiore, un crisantemo, viene a farti - proprio te, espulso da tutti i sogni - di nuovo, per un istante, sognare... Crisantemo, fiore dei vivi.

Crisantemo, fiore per i vivi...