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L’inventore di Internet «Il Web rischia il collasso»

di Gabriele Beccaria - 04/11/2006

 
L’ALLARME NELLO STESSO GIORNO IN CUI SI RAGGIUNGONO I 100 MILIONI DI SITI

La sua creatura sta sfuggendo alle forze del Bene e potrebbe presto finire sotto il controllo di quelle del Male. Internet è in grave pericolo, denuncia l’inventore, l’inglese Tim Berners-Lee. Vede all’orizzonte «bad things», brutte cose: informazioni sbagliate e strategie di disinformazione e allo stesso tempo forme di controllo e censure intrecciate a manipolazioni ormai generalizzate, con un numero incalcolabile di vittime spesso inconsapevoli.

Nel giorno in cui si annuncia un obiettivo storico - il raggiungimento a fine ottobre di 100 milioni di siti - la Rete delle opportunità e delle libertà fa baluginare un lato oscuro tanto temibile quanto è globale la sua influenza. «Se non avremo capacità sufficienti per capire l’evoluzione di Internet - ha detto Lee alla Bbc - finiremo per subire conseguenze molto pericolose». E, angosciato da questi timori, ha annunciato un progetto per studiare scientificamente, al di là dei pettegolezzi colti e delle chiacchiere sociologiche, gli effetti di lungo termine di un organismo dalla crescita mostruosa che un decennio fa contava la ridicola cifra di 18 mila siti. Nata come strumento elitario di informazione per gli scienziati interessati alla fisica delle particelle e ai test del Cern di Ginevra (e, non a caso, il sito del centro si presenta con lo slogan «Il maggiore laboratorio di fisica del mondo... dove il Web è nato!»), Internet è esplosa e oggi è un «multiverso», un insieme di tanti universi e di innumerevoli dimensioni: informa e fa business, diverte e fa comunicare con mail, chat e blog, diffonde alla massima potenza la voce dei governi e delle multinazionali e allo stesso tempo dà spazi sorprendenti alle persone qualunque e ai loro micromondi, compresi i video girati con la famiglia in vacanza, impone realtà alternative, dove milioni di persone si rifugiano e conducono esistenze alternative (come avviene nel popolarissimo gioco «Second Life»). «E’ diventata ormai un mezzo dalla potenza inimmaginabile», commenta la società Netcraft che ha realizzato il clamoroso conteggio dei 100 milioni di siti e, così, ingigantisce l’allarme di Lee. «Spinte antidemocratiche potrebbero presto emergere e a quel punto si diffonderà a macchia d’olio la manipolazione sistematica delle informazioni - prevede il professore di «computer science» e direttore del World Wide Web Consortium -. Indagare queste forze e le tecnologie che le accompagnano è essenziale». Ecco perché vuole raccogliere intorno a sé un team internazionale multidisciplinare che metta sotto la lente la Rete in tutti i suoi aspetti, dall’incessante innovazione hi tech agli imprevedibili fenomeni collettivi. «Intendo creare una scienza completamente nuova per esplorare Internet: i saperi dovranno convergere e lavorare a stretto contatto». E alla fine - promette - «ne dovremo costruire un’altra, rinnovata, migliore dell’attuale».

E’ l’annuncio di una missione a suo modo epocale. Se la Nasa punta a portare l’uomo su Marte e i genetisti a decifrare le leggi del Genoma, Tim Berners-Lee intraprende un’altra missione: un estenuante cyber-viaggio tra 100 milioni di siti (di cui metà è considerata «attiva», cioè in perenne trasformazione) e allo stesso tempo formare pattuglie di studiosi che disegnino le mappe di quella che si è trasformata in «terra incognita». Chiede il massimo impegno e quindi ha mobilitato l’università dove insegna - quella di Southampton - e il Mit di Boston. Basteranno?