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Siccità, allarme sul fiume Giallo

di redazionale - 08/11/2006

Cina, il Fiume Giallo
Il Fiume Giallo
Rischia di diventare secco per il 2003: minimo storico per le acque che irrigano il 15% delle terre cinesi. La cina ospita un quinto della popolazione mondiale ma dispone di solo un settimo delle risorse idriche / Esplosa la miniera di carbone
Le acque del Fiume Giallo, il secondo corso d'acqua più lungo della Cina, hanno raggiunto il più basso livello storico, scrive oggi l'agenzia cinese Xinhua, lanciando l'allarme che il Paese potrebbe rimanere privo di acqua entro il 2030. Causa del fenomeno sarebbero la siccità e la scarsità di piogge, scrive l'agenzia. Il basso livello delle acque rischia di lasciare privi della fondamentale risorsa 150 milioni di persone, oltre a costituire un problema per le colture cinesi, il 15 percento delle quali sono irrigate dalle acque del Fiume Giallo.

Li Guoying, direttore del Conservancy Committee del Fiume Giallo, ha lanciato anche un allarme per lo sfruttamento eccessivo del fiume, i cui due terzi vengono utilizzati per il rifornimento di case e industrie, mentre la normativa internazionale ha fissato il limite al 40 percento. Il rapido sviluppo della Cina ha notevolmente aumentato lo sfruttamento delle acque del fiume, un tempo risorsa principale dell'intero Paese che oggi fronteggia il problema di ospitare un quinto della popolazione mondiale detenendo solo il sette percento delle risorse idriche. Il vice ministro per le risorse idriche cinese Hu Siyi ha prospettato che il Paese arriverà a consumare tra i 700 e gli 800 miliardi di metri cubi d'acqua annualmente entro il 2030 mentre ne ha a disposizione 900 miliardi di metri, cosicché rimarrebbe senza riserve.