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Bush perde le elezioni, Rumsfeld il posto, entrambi la guerra

di redazionale - 09/11/2006


   



Un vero successo elettorale per i Democratici al Congresso, sorpasso avvenuto al Senato. Le elezioni di mid-term, come un referendum su Bush e le sue avventure militari, sono state una debacle, si potrebbe dire una Baghdad: è rotolata subito anche la testa di Rumsfeld. La prospettiva di un ribaltamento dei rapporti di forza per l'elezioni del prossimo presidente, fra due anni si fanno concrete. Ciò che ci interessa ora, però, è la sconfitta della teoria della guerra preventiva, della esportazione della democrazia, delle teorie neo-con sulla supremazia dell'Occidente e della leadership degli Usa nell'Impero.

Per l'Europa in generale e per l'Italia in particolare, la sconfitta dei Repubblicani è più importante della vittoria dei Democratici.

Fa giustizia della sudditanza alla politica estera made in Usa, delle velleità guerrafondaie, delle guerre di civiltà, dello stupro del diritto, con l'arresto, il sequestro e la tortura di cittadini di fede islamica, perpetrati con la complicità dei governi e dei relativi servizi di intelligence.

Fa giustizia dell'arroganza del vecchio governo italiano, che ha giocato sulla pelle dei nostri soldati in Iraq e in Afghanistan, ma fa anche giustizia di quelle forze che compongono il nuovo governo, che hanno giocato sulla pelle del movimento pacifista.

Si apre uno nuovo spiraglio di pace: per quanto piccolo, va subito colto e sviluppato. Rischiamo altrimenti di pagare le conseguenze della catastrofe della guerra e dello scontro di religione. Le macerie sono tante e ingombranti.

I Repubblicani sconfitti si leccano le ferite elettorali, ma lasciano a noi le conseguenze delle loro malefatte. Le dimissioni di Rumsfeld non riporteranno indietro le lancette della storia di questi anni di guerre, non resusciteranno i morti, civili e militari, non cancelleranno le ferite né gli orrori della tortura. Una cosa però può essere cancellata subito: la vergogna di Guantanamo Bay. Attendiamo un gesto concreto dei Democratici o glielo chiediamo, come fatto immediato di risarcimento dei danni provocati dalla politica estera americana, dopo l'infausto 11 Settembre?