Fiaba su bankitalia

di Antonio Miclavez - 12/11/2006

Fonte: sovranitamonetaria

sono andato a un incontro dove c'era la Menapace appena prima dell'ultimo Referendum, tutta intenta, con la sua parlantina patinata di comunista-cambio-il-mondo a suonare la campana dei suo partito cornuto venduto.

Mi alzai riassumendo la truffa di Bankitalia privata, ed alla fine del mio intervento chiesi chiaramente se anche lei facesse parte della truffa del signoraggio, o invece semplicemente non ne fosse a conoscenza.

Con classico stile politico vomitevole rispose, perfettamente "a plomb", che in effetti anche Karl Marx disse che le monete sarebbero divenute virtuali nel tempo, che avevo ragione, e che quello non era il momento di discuterne, perchè della proprietà di Bankitalia nulla sapeva. Propose quindi di continuare con la discussione sul referendum, che era molto più importante.

Tradotto in linguaggio onesto: Quelli che ho preso come rappresentanti della mia bandiera sono dei fighi (Marx), l'interlecutore ha riagione per cui và a casa contento di questo riconoscimento ma per piacere taccia e si faccia i cazzi suoi, verso eventuali truffe preferisco la politica dello struzzo.

Mi rialzai dicendo che non aveva risposto alla mia domanda, chiedendo risposta edeguata. Venni invitato energicamente a sedermi e star zitto da un usciere del partito comunista  che la Menapace rappresenta.

Morale della fiaba:

"Stato, aziende e imprenditori
son distrutti e stan morendo;
banche ed assicurazioni
stan crescendo e prosperando.

Smascheriamo gli imbroglioni,
sono tutti di una risma:
rossi, neri, radicali,
hanno tutti mani in pasta.

Ma sei cieco, non lo vedi?
È un disatro pilotato
dal cartello delle Banche
che l’Italia ha ormai rubato.

“Mah...  lo Stato deve a me,
anzi, io devo allo Stato,
Bankitalia se lo accolli
Perché è lei che l’ha creato!”"

Antonio Miclavez
Medico, imprenditore, schiavo del sistema

  .
__,_._,___