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Obesità, Ue premia i Fast food

di Mariangela Paone - 13/11/2006

obesità, ue plaude fast food cocacola e Mc Donald's
Riconoscimento per Mc Donald's, Coca Cola, Pepsi per lotta al sovrappeso. Studi Usa dimostrano il contrario. Il commissario alla salute Kyprianou: «Hanno preso impegni precisi»
Pollo tossico al Burger King
Non ha mancato di suscitare polemiche il riconoscimento pubblico accordato dal commissario europeo alla Salute Markos Kyprianou ad alcune grandi multinazionali alimentari per il loro impegno nella lotta all’obesità. Nove società produttrici di bibite analcoliche, tra cui Coca Cola e Pepsi, due colossi del calibro di Unilever e Kraft, e il gigante
Mc Donald's
Mc Donald's
mondiale del fast food McDonald’s hanno ricevuto il plauso di Bruxelles per gli impegni assunti nell’ambito della piattaforma europea per l’alimentazione. Tutti nomi nel mirino dei nutrizionisti perché ritenuti responsabili, attraverso i loro prodotti e le loro campagne pubblicitarie, di diffondere comportamenti alimentari scorretti.

Solo pochi mesi fa, ad agosto, l’American Journal of Clinical Nutrition ha pubblicato una ricerca sulla correlazione tra l’uso dei cosiddetti soft drink e l’obesità infantile. Un anno fa aveva invece fatto il giro del mondo la notizia, pubblicata da Lancet, di uno studio durato 15 anni che confermava gli abbastanza ovvi danni causati dal cibo dei fast food. A questo devono aver pensato i giornalisti presenti giovedì scorso alla conferenza stampa a Bruxelles a cui sono stati invitati a partecipare anche i rappresentanti dei vertici delle aziende omaggiate. «In 40 anni di giornalismo non ho mai visto una conferenza stampa che sostiene tanto le imprese come questa – ha dichiarato uno dei corrispondenti – Fare una manifestazione di questo tipo è come obbligare i giornalisti a prendere parte a una lobby...». Il commissario ha replicato di «non essere sorpreso della reazione, visto che si tratta di un nuovo approccio».

Secondo Kyprianou «bisogna considerare che quello che stiamo affrontando è un problema inedito oltre che complesso, che non può essere risolto con interventi del legislatore. Sembra scontato, ma non si può legiferare su quello che le persone possono mangiare. Non possiamo vietare che certi prodotti siano sul mercato se non sono pericolosi». Una risposta che non ha affatto soddisfatto la platea. Tra i giornalisti intervenuti c’è chi si è perfino domandato se la conferenza non fosse «una sorta di pesce d’aprile», dicendosi «scioccato di vedere che società come McDonald’s e Coca Cola vengono omaggiate dalla Commissione mentre negli Stati Uniti sono accusate di essere responsabili del boom dell’obesità». Non è mancato nemmeno chi ha fatto notare che le imprese nominate hanno ricevuto visibilità a fronte di altre imprese che pure potrebbero essere altrettanto "impegnate". Il commissario ha risposto che "non c'è niente di meglio che vedere aziende ritenute responsabili del problema prendere impegni precisi per affrontarlo». "impegni precisi" un po' troppo blandi per evitare al commissario le critiche. Il buon proposito di McDonald's ad esempio si limita a pubblicare informazioni nutrizionali sulle confezioni dei propri prodotti in tutt'Europa, mentre Kraft, Coca Cola, e Pepsi hanno dichiarato di voler sospendere le campagne pubblicitarie rivolte ai minori di 12 anni.

L'iniziativa del commissario deve essere parsa ancora più controversa dal momento che è stata organizzata in concomitanza con la presentazione di una ricerca di Eurobarometro secondo cui il 38 per cento degli europei ritiene di essere in sovrappeso. Non solo. Commentando la ricerca è stato lo stesso Kyprianou a fornire i dati sull’obesità infantile in Europa. «Sono 14 milioni – ha detto il commissario – i bambini in questa situazione e il loro numero cresce rapidamente di 400mila l’anno».