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Chi boicotta il solare?

di Jacopo Fo - 22/11/2006

 

Chi come noi lavora da anni per la diffusione delle energie alternative è molto preoccupato per le voci che anticipano due possibili decisioni del governo.
Decisioni che avrebbero l’unico effetto di mettere i bastoni tra le ruote alla diffusione dei pannelli solari che producono elettricità (solare fotovoltaico).

Il governo Prodi ha compiuto una grande rivoluzione decretando che qualunque costruzione venga nel futuro ristrutturata sia anche migliorata dal punto di vista dell’isolamento termico e dell’efficienza energetica.
Un’azione essenziale che darà risultati enormi negli anni come è già accaduto in Germania e nel Trentino Alto Adige.

Ma ora si teme che l’installazione di pannelli solari su un tetto venga equiparata a una ristrutturazione e quindi, se vuoi installare i pannelli, devi anche rifare il tetto e intervenire su altri elementi. Il che vuol dire che solo chi vuole affrontare lavori onerosi di miglioramento installerà pannelli solari!
Ora il buon senso farebbe che il governo dicesse ai cittadini: diminuite il vostro impatto energetico.Quindi è positivo isolare il tetto come è positivo installare i pannelli. Perché costringere i cittadini a realizzare entrambi gli interventi oppure a non fare niente?
E’ la bestia antica del massimalismo ideologico, quella che si agita dietro questa proposta. Assurdo e punitivo, nasconde il desiderio di dividere il mondo in perfetti e malvagi invece di cercare di valorizzare gli aspetti positivi di ognuno.

La seconda idea è altrettanto perversa ma più raffinata: penalizzare gli impianti di pannelli solari a terra. E qui siamo a una forma di razzismo. Cosa hanno fatto di male? In Italia ci sono enormi aree agricole in via di desertificazione, terreni scoscesi dilavati dall’acqua e dal vento.
Gli impianti di pannelli solari vengono posizionati a circa 2 metri di altezza e offrono ai terreni protezione dalla pioggia diretta, dal vento e dal sole permettendo di aumentare l’umidità del suolo e perciò di piantare cespugli perenni e quindi recuperare nel tempo questi terreni permettendo la riformazione dell’humus e al contempo offrono la possibilità di mantenere anche la produttività agricola dei terreni.

Cosa vogliamo di più? Produciamo energia elettrica e contrastiamo la desertificazione offrendo contemporaneamente agli agricoltori un doppio utile derivante dalla produzione agricola rinnovata su terreni improduttivi e dall’incasso dell’affitto dei terreni stessi pagato dai proprietari degli impianti solari. Tra l’altro questa possibilità permetterebbe lo sviluppo di forme di risparmio cooperative basate sull’installazione di campi fotovoltaici sul modello di quanto è successo in Germania per i mulini a vento.

Questa forma di investimento con un utile garantito dal prezzo di acquisto agevolato della corrente elettrica prodotta dagli impianti sarebbe una manna per i risparmiatori italiani che si vedrebbero finalmente offerto un prodotto veramente sicuro dopo le batoste argentine e parmalattesi. Quindi otterremo anche un miglioramento della pessima salute del mercato del risparmio italiano.
Ma niente di tutto questo può avvenire se gli impianti a terra smettono di essere convenienti quanto quelli sui tetti. In particolare non si può più immaginare grandi consociazioni di piccoli imprenditori e risparmiatori che riducono i costi allestendo grandi aree con una gestione comune.

Ma i danni fin qui descritti sarebbero moltiplicati dall’effetto perverso di queste due sciagurate proposte.
Infatti l’Italia, fanalino di coda nel solare, era diventata improvvisamente la nazione dove l’elettricità solare spuntava il prezzo più alto.
Un mercato potenzialmente enorme, proprio perché dotato di 5 volte meno i pannelli fotovoltaici della Germania, che ha immediatamente attirato l’interesse di banche internazionali e produttori di pannelli. Grandi produttori e installatori internazionali, e gruppi di finanziatori stavano organizzando iniziative in Italia, con enormi investimenti per la costruzione, direttamente nel nostro paese, di linee di produzione. Il che avrebbe creato in Italia migliaia di nuovi posti di lavoro e la possibilità di sviluppare capacità in un comparto strategico per lo sviluppo futuro.

Ovviamente se queste proposte masochiste dovessero passare all’interno del governo il mercato italiano dei pannelli solari risulterebbe decisamente più sfittico e quindi toglierebbe a chiunque l’interesse a sviluppare impresa in Italia. La Grecia ha tanto sole quanto l’Italia, paga bene l’elettricità solare e in più finanzia le installazioni con un 50% a fondo perduto. Va beh che l’Italia è più bella ma perché mai dovrebbero investire da noi?