Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Sulla truffa dei termodistruttori

Sulla truffa dei termodistruttori

di Marco Boschini - 05/12/2006

 

termodistruttore

La lobby degli inceneritori, che si propone di costruire nei prossimi anni in Italia un centinaio di inceneritori, basa la sua proposta sulle seguenti sette proposizioni: i rifiuti sono una fonte di energia rinnovabile; gli inceneritori, bruciando rifiuti, producono energia; gli inceneritori eliminano i rifiuti; l’Unione Europea consiglia gli inceneritori; gli inceneritori inquinano meno delle discariche; gli inceneritori possono associarsi alla crescita della raccolta differenziata; non esistono tecnologie alternative per il trattamento del residuo indifferenziabile dei rifiuti.

La proposizione n.5 è una mezza verità,cioè una verità incompleta, mentre le rimanenti sei proposizioni sono semplicemente e inequivocabilmente false. Passiamo alla dimostrazione.

Proposizione n.1: solo in Italia i rifiuti vengono classificati come fonte di energia rinnovabile, titolo che, come è noto, spetta soltanto all’energia solare in tutte le sue forme (irraggiamento, vento, moto ondoso,ecc.) e all’energia gravitazionale delle maree. La UE ha messo in mora l’Italia, perché continua a classificare i rifiuti come fonte di energia rinnovabile, estendendo questa definizione abusiva anche alle morchie residue della raffinazione del petrolio. Questa definizione abusiva ha lo scopo di riversare sugli inceneritori gli incentivi pubblici.

Proposizione n.2: il termine “termovalorizzatori”, che la lobby degli inceneritori ha pure creato, esiste anche questo solo in Italia e risponde al medesimo scopo di ottenere sovvenzioni, sia direttamente dalla Stato ita-liano, sia da ogni singolo cittadino utente di energia elettrica. Il termine “ termovalorizzatori” è manifestamente abusivo: basti pensare che, per produrre 1 kg di carta, 1 kg di plastica, ecc. si consuma più energia di quanta se ne ottiene bruciandole. Perciò il termine più appropriato per designare gli inceneritori è “termodistruttori”.
È una verità inconfutabile che gli inceneritori si reggono economicamente soltanto grazie agli incentivi statali (i famosi CIP6 per circa 4 miliardi € all’anno dal 1993) e grazie al prelievo forzoso del 7% dalle bollette, che paghiamo all’ENEL. Risulta così che il costo dell’energia elettrica prodotta dagli inceneritori costa circa il triplo del costo dell’energia elettrica ottenuta da altre fonti.

Proposizione n.3: non è vero che gli inceneritori eliminano i rifiuti bruciandoli. E’ vero esattamente il contrario: li restituiscono in pari quantità all’ambiente sotto forma di fumi e di ceneri tossiche.
Nulla si crea e nulla si distrugge, tutto si trasforma” affermò Antoine Lavoisier,uno dei fondatori della chimica moderna, quando, verso la fine del 1700, enunciò la legge della conservazione della massa.
Per restare in Piemonte, a Vercelli, dove la raccolta differenziata è intorno al 20%, su 100 t di rifiuti prodotti l’inceneritore riversa nell’ambiente 80 t tra fumi, contenenti tra l’altro diossina e nanoparticelle, e ceneri tossiche, che devono essere obbligatoriamente stoccate in discariche speciali. Se invece consideriamo Novara, dove la raccolta differenziata è già al 70%, su 100 t di rifiuti prodotti soltanto 30 t vanno allo smaltimento. Auspichiamo che nell’immediato futuro queste 30 t non vadano nè bruciate, nè versate in discarica, bensì smaltite con trattamenti meccanico-biologici non impattanti (vedi succ.punto 7).
Si consideri che esistono vaste aree, anche in Italia, dove la raccolta differenziata ha raggiunto l’85%, e quindi il residuo da smaltire è già oggi inferiore al 15%.

Proposizione n.4: non è vero che la UE consiglia gli inceneritori. La priorità fissata dall’UE per il trattamento dei rifiuti solidi urbani è la seguente: RIDUZIONE-RACCOLTA DIFFERENZIATA-RICICLO-INCENERIMENTO-DISCARICA. Come si vede, l’incenerimento è soltanto al quarto posto, da applicare soltanto sul rifiuto residuo, che si ottiene dopo avere effettuato le tre precedenti operazioni.

Proposizione n.5: che gli inceneritori inquinano meno delle discariche è una mezza verità. Infatti è un’affermazione vera ma incompleta, perché omette di dire che gli inceneritori inquinano molto di più della raccolta differenziata+ riciclo (e ovviamente della riduzione dei rifiuti). Inoltre la tendenza riguardo ai moderni inceneritori è di costruirli sempre più grossi: si è raggiunta così la capacità di 400.000 t/anno di rifiuti, ed anche oltre. È evidente che questa tendenza spinge non a ridurre, bensì ad aumentare la produzione a monte dei rifiuti (vedi anche succ. punto 6).

Proposizione n.6: come è vero che gli inceneritori spingono ad aumentare la produzione dei rifiuti, altrettanto vero è che spingono verso il basso raccolta differenziata+ riciclo.
Gli inceneritori sono ALTERNATIVI alla raccolta differenziata+ riciclo, poiché i materiali combustibili (carta, plastica, rifiuti organici) possono venire bruciati soltanto se non vengono riciclati.

Proposizione n.7: esistono già oggi impianti funzionanti, che utilizzano tecnologie alternative all’incenerimento per il trattamento del residuo non differenziabile. Si tratta dei trattamenti meccanico-biologici, che si avvalgono di processi naturali a freddo (quindi senza combustione) come la digestione anaerobica.

Alle suddette sette proposizioni ci permettiamo di contrapporre, da parte del Coordinamento delle Associazioni Ambientaliste del Quadrante del Piemonte Orientale sui Rifiuti, le seguenti sei proposizioni, che sono peraltro condivise da molte altre associazioni e singoli cittadini: innanzitutto dobbiamo tutti impegnarci a ridurre i rifiuti, a cominciare dalle aziende industriali, che dovrebbero ridisegnare i loro prodotti, in modo che questi possano essere riciclati integralmente; per proseguire con le società di distribuzione, che dovrebbero ridurre e/o riciclare imballaggi e contenitori; per concludere con i cittadini, che dovrebbero autocompostare i propri rifiuti organici.

I rifiuti sono fondamentalmente risorse da riutilizzare attraverso il riciclo, e non materiali di cui disfarsi.

La strada maestra indicata dalla UE per il trattamento dei rifiuti solidi urbani è quella delle 3 R: RIDUZIONE-RACCOLTA DIFFERENZIATA-RICICLO.

Gli inceneritori sono da evitare, in quanto pericolosi per la salute e antieconomici. Gli incentivi statali e la gabella sulle bollette devono essere cancellati al più presto.

Esistono, anche se sono da perfezionare, tecnologie alternative all’incenerimento per lo smaltimento del residuo non differenziabile,tecnologie che sono basate sul trattamento meccanico-biologico a freddo. Gli incentivi pubblici dovrebbero essere riservati alla sperimentazione su questi tipi di impianti.

Gli enti pubblici devono impegnarsi nell’informazione e nella formazione dei cittadini sul tema della corretta gestione dei rifiuti.