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L'europarlamento delle Corporations

di Giulietto Chiesa - 14/12/2006





Il voto della maggioranza di questo parlamento europeo ci mette di fronte a una realtà cruda, ma inequivocabile. Questo parlamento è dominato da neo liberisti che sono liberisti solo quando si tratta di colpire il lavoro e i lavoratori, ma sono monopolisti e oligopolisti quando si tratta di difendere gl'interessi delle corporation. In questo caso delle corporation della comunicazione e della pubblicità. Per questo il voto che imponeva il divieto della formazione e del mantenimento di posizioni dominanti nel mercato televisivo e derivati è stato battuto per 366 a 270. Viva le posizioni dominanti alla faccia del pluralismo.

Il resto è il via libera a ondate di pubblicità televisiva che potranno essere fermate solo dai governi europei che vorranno respingere l'obbrobrio che è uscito da questo voto. In cui spicca la vittoria "pubblicitaria" (ma per un solo voto, 313 contro 312) dell'interruzione da spot ogni 30 minuti.

Come voleva Mediaset e il coro dei grandi network privati, e dei produttori di pubblicità (cioè dei dominatori del mercato), le televendite e telepromozioni non saranno regolate, idem per i minispot. E, nuovo grande ospite dei teleschermi, arriva il "piazzamento del prodotto", che è molto peggio degli spot, perchè s'impadronirà di intere serate di pubblicità occulta, commissionata da un gigantesco "consigliere per gli acquisti", che sarà ovviamente il produttore di turno di merendine, o di automobili, o di lavastoviglie di turno.

I governi potranno non applicare queste norme, per fortuna. Quello italiano è venuto a Strasburgo, con Gentiloni, prima del voto, per annunciare che Roma è su un'altra linea. Per fortuna.

Ma il segnale dato dall'Europa è il peggio del peggio. Unica consolazione: siamo in prima lettura. Ci sarà la seconda e abbiamo il tempo di modificare i rapporti di forze. Bisogna però che la società civile si mobiliti. Se non vuole che i suoi figli diventino un pò più obesi di quanto già non sono e anche un pò più stupidi, anno dopo anno, inesorabilmente.