Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / La politica servile

La politica servile

di Gianfranco La Grassa - 18/12/2006

 

Ancora una volta, pur ammettendo che avrei una serie di riserve da fare, meglio Geronimo che non gli imbecilli e/o mascalzoni del centrosinistra. Senza adesso esprimere le riserve, riporto pari pari alcuni passi del suo articolo odierno (quelli su cui il mio accordo è al 100%): “C’è un simpatico tris di ‘americani’ che spingono […..] ad accelerare questo parto distocico [il mitico e irraggiungibile partito democratico; nota mia]. Amato, Rutelli e Veltroni. Il primo ha un suo antico profilo politico, quello socialista, ma da sempre è anche l’uomo politico italiano che ha più legami con ambienti culturali e finanziari degli Stati Uniti. Ed oggi nella sua azione prevalgono questi ultimi. Gli altri due sono i candidati di Carlo De Benedetti. Entrambi hanno un passato politico sfumato o variopinto e quindi sono i candidati ideali per chi vuole un partito che rappresenti in prevalenza la grande finanza e alcune consorterie internazionali incorniciate in una mitologia romantica e caramellosa della politica […..] la politica è cosa diversa da quelle élite economico-finanziarie che da quindici anni tentano di avere nelle mani il governo del Paese. E’ lo stesso establishment di cui parlava qualche giorno fa Ernesto Galli della Loggia, sostenendo che senza di esso non è possibile governare. Giusto, ma è un errore uguale e contrario immaginare che un grande Paese possa essere governato solo da quell’establishment cancellando ogni identità politica. Un tentativo, questo, che arriva da lontano. Da quando nel 1994 tutto l’establishment italiano (i giornali, i sindacati, i magistrati, i grandi imprenditori e le istituzioni finanziarie) [ovviamente, spero che Geronimo le abbia indicate in ordine crescente di importanza per quanto riguarda il potere a loro disposizione; nota mia] sostenne la famosa macchina da guerra [quella “gioiosa”] di Achille Occhetto. Dopo dodici anni di profonde spaccature nel Paese, questi tentativi dovrebbero essere definitivamente messi da parte. E invece no, si continua ad insistere [……] Un’operazione, quella del futuro partito democratico messa sulle spalle degli apparati dirigenti dei Ds e della Margherita senza alcun collegamento con le forze reali presenti nella società italiana. Il primo frutto avvelenato di questa operazione è stato una Finanziaria mostruosa che mette in ginocchio l’Italia tutta […..] Chi è dunque l’assassino che ha scritto.….gli oltre 1300 commi della Finanziaria? Il ‘giardiniere’ Visco, dedito da sempre a coltivare i fiori più strani nel giardino fiscale del Paese o il distinto banchiere posto alla guida dell’economia che in un giallo di Hitchcock sarebbe un perfetto maggiordomo di Palazzo Chigi e quindi il primo sospettato? Parla inglese, è impassibile e riservato e nell’ombra può lui avere assassinato il paese. Ma entrambi negano e allora chi può essere stato? Mistero. E misteriosi sono i veri ispiratori del partito democratico, forze potenti che non si lasciano mai vedere e mai votare e che stanno da tempo producendo macerie e insopportabili disuguaglianze sociali a danno innanzitutto di quel ceto medio che da sempre è l’architrave della nostra democrazia”.

Se facessimo qualche nome di queste misteriose forze economico-finanziarie? Per esempio, Bazoli, Profumo, Montezemolo e l’intero patto di sindacato della Rcs. E magari, dietro (e sopra) di esse, le ben più potenti istituzioni finanziarie americane, tipo la Goldman Sachs e la Morgan Stanley, ecc. E magari potremmo pensare anche alle “consorterie internazionali” tipo la vecchia Trilateral o il sempreverde gruppo Bilderberg (vedere eventualmente in Google). E via dicendo. Starei solo attento a parlare di ceto medio, concetto ambiguo e sviante, che sembra far pensare a chi sta “in mezzo” tra dominanti e dominati; mentre invece, se usiamo la distinzione – generica ma più corretta – di lavoro dipendente (salariato) e lavoro autonomo (spesso in realtà nient’affatto tale, ma comunque non remunerato nella forma del salario), ci avviciniamo al problema poiché entrambi sono suddivisi in molti strati quanto a entità del reddito percepito; e quelli degli strati bassi sono in maggioranza nell’una e nell’altra categoria del lavoro. Tuttavia, la loro divisione, il mettere l’uno contro l’altro, è il metodo più sicuro per dominarli tutti da parte delle consorterie internazionali e dei “misteriosi” (mica tanto!) gruppi di comando dell’establishment italiano, che gioca tutte le sue manovre politiche all’interno del centrosinistra, tra Ds e Margherita, tra Prodi (con l’appoggio della miserabile e lurida “estrema” sinistra italiana) e D’Alema, e con Rutelli e Veltroni in “agitazione”. Peste e colera a chi appoggia ancora questi simildelinquenti. E polmonite fulminante a chi crede di poter scegliere l’altra alternativa. Basta con il “gioco degli specchi” tra destra e sinistra, questi “morti viventi”!