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Agricoltura, la contaminazione ogm mette in crisi il mondo del biologico

di Luca Fazio - 21/12/2006



E' battaglia tra gli enti certificatori che spingono per l'approvazione di una soglia dello 0,9% di inquinamento gm e i produttori che invece si oppongono.


Il «risiko» tra chi vuole e chi respinge l'introduzione di una soglia di contaminazione da Ogm nel sistema produttivo biologico europeo è molto più complicato di quanto possa sembrare. Non ci sono solo blocchi contrapposti: da una parte chi lavora per inquinare il sistema agricolo europeo (come la Commissione Ue) e dall'altra gli «intergralisti» che difendono l'agricoltra biologica. Ci sono piuttosto due filosofie molto diverse, e interessi economici che si contano nell'ordine di centinaia di milioni di euro: i produttori del biologico sono convinti che ammettere una soglia di contaminazione accidentale sia sciagurato e inaccettabile, gli enti certificatori invece, che sulla carta sono comunque contro gli Ogm, sono favorevoli all'introduzione di una percentuale di contaminazione accettata (0,9%): probabilmente per poterla certificare con il loro prezioso lavoro.
Ai certificatori conviene avere una soglia di contaminazione certa perché il loro lavoro così verrebbe semplificato, altrimenti dovrebbero dotarsi di sistemi di rilevamento più sofisticati. Si tratta comunque di una politica miope perché una contaminazione legalizzata di fatto metterebbe a rischio l'agricoltura biologica (senza la tolleranza zero gli Ogm dilagherebbero in maniera incontrollata) e sarebbe anche una pessima operazione «marketing» (diventerà più complicato vendere sul mercato un prodotto biologico «quasi» al 100%...).

A livello europeo, la battaglia nel il variegato movimento anti Ogm ha una sua linea Maginot appena al di sopra delle Alpi. I paesi mediterranei, Italia in testa, sono produttori di biologico e dunque hanno tutto l'interesse a mantenere intatta la purezza dei loro sistemi agricoli. I paesi nordici, invece, soprattutto gli scandinavi, sono forti consumatori e soprattutto «fortissimi» certificatori, e dunque hanno tutto l'interesse a introdurre soglie di contaminazione. «Il vero problema - spiega Andrea Ferrante, presidente dell'Associazione italiana per l'agricoltura biologica (Aiab) - sono i potenti certificatori tedeschi, perché sono riusciti a portare sulle loro posizioni anche i Verdi tedeschi».

Non è che in Italia problemi non ce ne siano. Tant'è che proprio a causa della soglia di contaminazione ha cominciato a scricchiolare anche la Coalizione Liberi da Ogm, il cartello di associazioni anche potenti (c'è Coop Italia) che a novembre è riuscito a convincere il ministro per l'agricoltura Paolo De Castro a battersi per la tolleranza zero (per ora insieme ai ministri di Austria, Ungheria, Belgio e Grecia).

A rompere l'unità è stata Federbio, o meglio il suo presidente Paolo Carnemolla, dicono i maligni, che in buona sostanza ha suggerito al ministro De Castro di muoversi a Bruxelles per favorire l'introduzione della famigerata soglia. Il motivo? «E' indispensabile garantire la possibilità di certificare produzioni da agricoltura biologica nel caso di contaminazioni effettivamente inevitabili...». Una specie di colpo a tradimento. Non si dice apertamente, ma lo scontro è pesante e le accuse di «mentalità bottegaia» si sprecano. Sostiene Andrea Ferrante: «La posizione di Federbio è ambigua, con le soglie di tolleranza perderemo anche la battaglia sulla coesistenza tra agricoltura biologica e agricoltura geneticamente modificata. E' un problema di miopia che indica una mancanza di cultura politica». Considerati i suggerimenti di Federbio, bisognerà capire con quale mandato il ministro De Castro continuerà a presentarsi a Bruxelles. Sulla carta, ancora una volta, ieri ha invitato tutti gli stati membri e le Regioni a battersi per salvare il biologico in vista del voto deciso previsto per la prossima primavera (vedi pezzo sopra). Ma il soggetto va tenuto d'occhio. Dice Luca Colombo del Consiglio dei diritti genetici (Cdg): «La Coalizione Liberi da Ogm ha raccolto l'adesione convinta di De Castro sulla tolleranza zero, dobbiamo continuare a chiedergli di tenere ferma la posizione».