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Come volevasi dimostrare

di Gianfranco La Grassa - 29/12/2006

 

Come avevo scritto nel mio ultimo intervento, è permanente la recita “a soggetto” tra “moderati” ed “estremisti” del centrosinistra. Dopo tutto il battage sulla fase due e le “riforme strutturali”, il Governo ha annunciato che non prevede di aumentare l’età (oggi 57 anni) necessaria per andare in pensione. La destra, che non sa “salmodiare” altrimenti, ha subito strillato che Prodi è sempre prigioniero di Rifondazione e “gli altri”; e che l’ala “riformista” ha perso un’ulteriore battaglia. Adesso, aspettiamoci altri mesi e anni di critiche da parte del FMI, delle società di rating, degli organismi europei, della Confindustria, di Repubblica ed Espresso, e compagnia cantando. L’ala più “moderata” (Udeur, socialisti di Boselli, radicali, ecc.) continueranno a dire che così non si può andare avanti, che ci inimichiamo la comunità europea, ecc.; tutto resterà però come sempre, perché questo è esattamente il modo di governare, “tirando avanti”, del centrosinistra, unito e compatto sulle questioni “decisive” del governo e del sottogoverno, del rubare a man bassa alla gran massa della popolazione e dell’impadronirsi di tutte le “poltrone” decisive nei luoghi di comando. La destra continuerà la sua particolare recita di finta opposizione, di finto appoggio al sedicente “ceto medio”; e i vari suoi tronconi studieranno il modo migliore per ottenere qualche spartizione del bottino, inserendosi in ogni occasione opportuna per sostenere nei fatti – mostrando la “faccia feroce” per la forma – l’attuale schieramento governativo. Direi ai pensionati di star tranquilli; alla fine faranno fatica a “sbarcare il lunario”, ma non per la “riforma delle pensioni”, bensì perché il paese è e sarà alla mercé di questi “topi nel formaggio” per un bel po’ di tempo. Si consolino: staranno sempre peggio, ma non da soli; in lieta compagnia, invece, con tutti quelli che lavorano sul serio.