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L’assassinio di Saddam

di Fabio de Fina - 02/01/2007

 
 
Saddam Hussein (1937-2006) durante le fasi del processo.

Nota dell'editore
Queste righe vogliono essere un breve e modesto [per l'inadeguatezza di chi scrive] epitaffio per Saddam, al quale l'orchestra mediatica internazionale, prezzolata, o plagiata, o terrorizzata da chi detiene (quasi) tutte le ricchezze della terra e controlla pertanto (quasi) tutta l'informazione, attribuisce colpe terribili e connotazioni (dis)umane spregevoli.
La stessa orchestra, questa volta però nazionale per la pochezza dei personaggi coinvolti, attribuisce peàna a uomini al cui confronto Saddam è un semidio; per esempio ad uno Scalfaro, il cui fiero antifascismo non gli impedì di laurearsi in giurisprudenza nel 1941, di entrare in magistratura nel 1942, di chiedere ed ottenere di diventare pubblico ministero nel 1943; il cui fiero cattolicesimo non gli impedì di comminare condanne a morte nel dopoguerra a fascisti perchè fascisti; noto anche per i cento milioni al mese che prendeva in nero dal SISMI quando era ministro dell'Interno (1983-1987) più i 350 milioni in unica soluzione due giorni prima di lasciare il Viminale (il famoso «non ci sto») e per il golpe antiberlusconiano del 1994; per esempio ad un Andreotti, tanto venerato dai ciellini, firmatario della legge sull'aborto che ha provocato, da quando è in vigore, l'assassinio di 6 milioni di esseri umani cui è stato impedito di venire alla luce; per esempio ad un Prodi, delle cui azioni alla presidenza dell'IRI abbiamo parlato più volte.
Ma nessuno dei «padri della repubblica» e dei loro epigoni subisce una «cattiva stampa».

Quali sono le colpe attribuite a Saddam, ammesso che si tratti di accuse vere?
a) Aver ordinato una strage di sciiti (per la precisione 148) oltretutto come ritorsione a seguito di un fallito attentato contro la sua persona nel 1982; b) aver fatto uccidere (con armi chimiche) o deportare decine di migliaia di curdi nel 1988; c) aver ordinato l'attacco al Kuwait nel 1990.
Considerando i punti a) e b) quante stragi, dalla Rivoluzione francese ad oggi, sono state classificate come legittime perchè lievito di future società paradisiache, o addirittura negate, da storici prezzolati, o plagiati, o terrorizzati? Questi morti avranno mai giustizia?
Ricordiamo alla rinfusa la strage dei vandeani, quella dei pellerossa, quella degli armeni, i circa 60 milioni di morti ammazzati dal comunismo sovietico, quella del clero e dei cattolici durante la guerra di Spagna, le fosse di Katyn, il bombardamento di Dresda, a guerra vinta, le foibe, l'eliminazione di decine di migliaia di fascisti italiani, o presunti tali, a guerra finita, l'atomica su Hiroshima, a guerra finita, i circa 150 milioni di morti ammazzati dal comunismo cinese, l'eliminazione di 2 milioni di cambogiani da parte di Pol Pot e chiedo scusa per le probabili numerose dimenticanze.
La colpa sub punto c) è addirittura ridicola: solo per elencare le aggressioni a Paesi vicini verificatesi nella storia non basterebbe l'enciclopedia Treccani.


Quali sono dunque le vere colpe di Saddam, quelle per le quali, dal lontano 1982, Israele aveva programmato di distruggere un vicino che rischiava di diventare potente oltre che paradigmatico come esempio di Stato nazionale e sociale? (1)
Invece di sperperare in entreneuse, casinò, palazzi fantasmagorici, collezioni di Bentley, Ferrari, jet privati, yacht, etc., lasciando perlopiù i popoli governati nell'indigenza e nell'ignoranza [così come è tipico delle classi dirigenti della maggior parte dei Paesi detentori di materie prime] Saddam, al contrario, ha avuto il grande torto di investire i proventi del petrolio nella costruzione di scuole, di ospedali, di strade, in opere pubbliche, in attività sociali, rendendo così l'Iraq il Paese all'avanguardia nell'area.
Trattandosi inoltre di un leader laico aveva ottenuto una situazione di pacificazione religiosa in cui convivevano cristiani (mai perseguitati) e islamici delle due chiese sunnita e sciita, tutti in perfetta armonia e con una equilibrata partecipazione al potere.
Se il pericolo era l'integralismo islamico come mai è stato aggredito il solo Stato laico del mondo musulmano? [Il lettore ostile dirà: «per il petrolio»; ma a parte che il petrolio altrui, da parte di chi dà lezioni di moralità, si compra e non si ruba, con quello che l'America ha speso per una guerra, che sta perdendo, avrebbe potuto comprare il petrolio a 1.000 dollari al barile, risparmiando].
Quelli che hanno dai cinquanta anni in su hanno mai avuto, prima del 1979, la percezione di una aggressività del mondo islamico, a parte il marginalissimo ambito dei cosiddetti «Fratelli Musulmani» o l'imperialismo espansionista dell'impero ottomano? [Se si vuol fare dell'archeologia si potrebbero citare anche gli «ismaeliti assassini»].
E a quando è fatto risalire il «risveglio islamico»? Tutti concordano che inizia con la rivoluzione khomeinista.
E chi ha provocato, se non favorito, o non impedito, la caduta dello Scià di Persia [laico, o forse addirittura antiislamico, modernizzante, anticomunista, amico dell'Occidente, ma col grave limite di essere nazionalista, cioè di fare l'interesse del proprio Paese] con l'obiettivo di dare una definitiva spallata all'identità europea per mezzo dell'immigrazione e della conseguente creazione di una informe società multirazziale?
Come mai fino a qualche anno fa chi solo avesse provato a criticare l' Islam sarebbe stato perseguitato con pene detentive fino a 6 anni (vedi legge Mancino) ed oggi è possibile che i vari Ferrara, Magdi Allam, Introvigne, Socci, Guzzanti, la defunta Fallaci [per fare solo qualche nome perché il fenomeno riguarda tutti gli opinion leader nostrani] «osino» contrastare l'Islam? [addirittura alcuni di costoro cercano di ricompattare una religione cattolica fino a poco prima ridicolizzata o combattuta con forza].
Chi decide, e perché, questi epocali cambiamenti di stati d'animo nelle masse?


Sappiamo oggi che non c'erano in Iraq armi di distruzione di massa (malgrado le «prove» mostrate a Fini e ad altri come lui, e mai rivelate ad una opinione pubblica che non è degna di essere informata), che non c'erano collegamenti con il «terrorismo internazionale» (il solo autentico terrorismo internazionale, oggi, è quello di Israele e della sua appendice americana, con le varie articolazioni dei servizi Mossad e CIA), che non c'era alcun rapporto tra Iraq ed i presunti attentatori dell'11 settembre.
Quali sono risultati dell'aggressione all'Iraq?
Centinaia di migliaia di morti [compresa una classe dirigente di tecnici e di intellettuali eliminati spesso con classico colpo alla nuca, stile gappista, da non identificati killer appartenenti a «chissà quale servizio segreto»], una nazione, prima prospera, distrutta nelle infrastrutture e nell'economia, il prezzo del petrolio alle stelle, con ricaduta dell'aumento ovviamente solo a carico del singolo consumatore, la guerra civile tra sciiti e sunniti, alimentata soprattutto da stragi, probabilmente di «qualche servizio segreto» [che anomali questi «terroristi», questi «resistenti», questi «patrioti»: hanno in casa un esercito straniero invasore e si accaniscono ad uccidere loro connazionali solo per divergenze religiose nell'ambito della stessa religione! Oltretutto essendo andati d'amore e d'accordo fino all'inizio della guerra].
Di certo l'Italia non sarà percorsa da cortei di protesta da parte della sinistra [anche per scarsa presenza di partecipanti: costoro stanno sciando a Cortina o a Saint Moritz, o sono in vacanza in paradisi tropicali, o siccome sono «colti», nelle «capitali europee»; Forbice, che ha raccolto firme contro la pena di morte anche dei panda, non ha fatto lo stesso per Saddam], non vedremo alle finestre centinaia di migliaia di bandiere arcobaleno.
D'altra parte il figlio, cioè il socialcomunismo, difficilmente rinnega il padre che lo ha generato (indovinate chi è questo padre?).
Auguri di buon 2007.




Note
1) Nel febbraio 1982, sulla rivista israeliana Kivunin (Direttive) l'esperto militare israeliano Oded Ynon, nel pezzo «Strategia per Israele negli anni novanta», sosteneva la necessità di «spaccare ogni Stato musulmano lungo le linee di frattura etnico - religiose per ridurli a piccoli staterelli identitari di nessun peso politico - militare»; il saggio di Ynon si può leggere, nella traduzione dall'ebraico di Israel Shahak, al seguente indirizzo: http://cosmos.ucc.ie/cs1064/iabowen/IPSC/article0005345.html.