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Corto circuito

di Marco Boschini - 03/01/2007

 

smog

“Non è certo un segnale di benessere, casomai il contrario. Un così alto numero di auto pro capite è indicativo dell’arretratezza dell’intero sistema economico e la prova che è necessario investire nelle infrastrutture che migliorino la mobilità, soprattutto ferroviaria”.

Così Francesco Ferrante, direttore generale di Legambiente, commenta lo studio dell’Osservatorio Autopromotec che pone l’Italia al primo posto tra i paesi dell’Europa occidentale per numero di auto procapite con 58 vetture ogni 100 abitanti.

“Il trasporto stradale continua ad essere una delle fonti principali dell’inquinamento atmosferico nel nostro Paese – prosegue Ferrante – con gravi conseguenze sia sul piano della salute che sull’intero sistema economico, visto che se non riusciremo a diminuire le nostre emissioni, non rientreremo mai nei limiti dettati dal protocollo Kyoto e le sanzioni saranno inevitabili”.

L’impressionante numero di veicoli in circolazione nel nostro Paese ha aggravato la situazione soprattutto per le emissioni di CO2. Negli ultimi 10 anni le emissioni di CO2 da trasporto stradale sono aumentate del 18%, contribuendo nel 2004 al poco più del 22% del totale nazionale di emissione del principale gas serra.

“Non dobbiamo dimenticare poi – conclude Ferrante – che un così elevato numero di auto in circolazione – è anche la causa di molti incidenti che ogni anno provocano circa settemila vittime”.

Ora, nella nuova finanziaria vengono sbandierati (in parte giustamente) alcuni provvedimenti che delineano il quadro di un futuro prossimo in cui anche la nostra classe dirigente finalmente muova i suoi passi verso politiche di buon senso, abbandonando la macchina per altri mezzi…

Il punto però è proprio questo: a parte qualche emendamento e qualche centinaio di milioni di finanziamento qua e là, l’impressione è che la strategia complessiva del Nuovo Governo non si discosti molto dai precedenti: alla mobilità sostenibile si preferiscono nuove strade, ai trasporti pubblici nuove faraoniche infrastrutture, a città a misura di bambino cementificazioni e occupazioni di suolo selvagge.

Insomma, la follia della crescita infinita anteposta al diritto di camminare liberamente per strade libere dalle automobili, dallo smog e dall’inquinamento, dal caos e dal rumore e dal pericolo.

Cinquantotto macchine ogni cento abitanti non è indice di benessere, ma di stupidità. E’ il corto circuito del buon senso! Ma questo è lo sviluppo, baby!