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Fonti rinnovabili: arriva il conto energia

di Andrea Angelini - 17/01/2007



Per tutti i comuni italiani arriva il conto energia nel quale i contributi dello Stato per le energie rinnovabili e pulite compenseranno buona parte dei costi sostenuti. Lo ha annunciato il ministro dell'Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio, spiegando che il provvedimento in questione verrà varato entro il mese.
“Il Decreto Energia – ha sottolineato - prevede vari interventi per il settore, tra cui l'organizzazione di un sistema economico attraverso il conto energia che dovrà agevolare il passaggio a fonti di energia rinnovabile”. Infatti, tra le indicazioni date dal Dicastero dell'Ambiente c'è anche quella di “facilitare gli impianti fotovoltaici sui palazzi, pannelli su edifici e quelli che sostituiscono coperture”.
Nei prossimi giorni una lettera verrà inviata agli 8.000 sindaci italiani “per migliorare i regolamenti edilizi per facilitare l'installazione di pannelli fotovoltaici sugli edifici, eliminando una serie di blocchi burocratici inaccettabili che stanno nei regolamenti edilizi. E' paradossale – ha lamentato - che i comuni non partecipino a questa scelta che è importante. Quindi se non interverranno volontariamente – ha minacciato - saremo costretti a fare un intervento di tipo nazionale”.
La novità sta però nel fatto che lo Stato, a differenza del passato, non anticiperà una lira, pardon un euro. Il nuovo sistema di incentivazione, a cui si sta lavorando, prevede infatti la possibilità di accedere agli incentivi offerti dallo Stato solo dopo la realizzazione degli impianti. “Per cui – ha chiarito Pecoraro Scanio – la gente farà gli impianti, anche grazie a convenzioni con le banche, e solo dopo la sua realizzazione lo Stato garantirà un contributo che verrà dato attraverso la bolletta. Nel giro di 5-6 anni – ha assicurato - i cittadini saranno rimborsati del costo”.
Nel provvedimento è stata prevista quindi anche la partecipazione delle banche: “Stiamo lavorando per ottenere dal mondo bancario un sistema di prestito Un contributo che, aggiunto agli altri, permetterebbe al consumatore di arrivare al risultato a costo zero”. Ma perché tutto questo? Perché, ha spiegato ancora il ministro, “L'Italia ha il dovere di recuperare terreno, colmando il divario che separa il nostro paese dal resto d'Europa sulle rinnovabili. In questa direzione sta lavorando il Ministero dell'Ambiente promuovendo azioni concrete per consentire un presenza più forte delle fonti energetiche sicure, pulite e rinnovabili”.

Gli italiani facciano la loro parte
Poi una tirata di orecchi agli italiani: “In Italia – ha accusato - ognuno si fa i fatti suoi e poi pensa che il paese deve fare qualcosa. Occorre un uso più razionale dell'energia, quindi i cittadini spengano luce quando sono in stanze che non usano. Abbiamo uno spreco diffuso che è scandaloso e fa parte della cultura dello spreco dei singoli. Ci vuole maggiore sensibilità, da parte degli italiani, rispetto i tempi ambientali. Il cambiamento climatico è in atto, ma gli italiani sono poco ecologici, perché non la considerano una priorità. E invece bisogna iniziare con piccoli gesti, come spegnere il motore nel traffico, non sprecare l'acqua o usare di più i mezzi pubblici”.
Se poi si analizza la bolletta energetica degli idrocarburi emerge che “sprechiamo il 30% per il riscaldamento. Se avessimo più razionalità potremmo dare un risparmio enorme a questo paese. Ma prima di tutto bisogna capire che il paese è la somma anche degli atteggiamenti sociali e politici individuali. Ad esempio nelle case bisogna evitare il riscaldamento esagerato. C'e' l'abitudine – ha ricordato polemicamente - a tenere alti i riscaldamenti dentro le case e questo a volte fa anche male. Cerchiamo quindi tenere il riscaldamenti al massimo a 20-21 gradi”.

Rispettiamo gli impegni di Kyoto
Del resto qualcosa bisognerà pur fare perché in caso contrario l’Italia verrebbe sanzionata a livello internazionale.
“Tra qualche anno, probabilmente già nel 2008 – ha ricordato - si inizieranno a fare i conti sulle emissioni di C02, l’anidride carbonica, e i paesi che non sono riusciti a fare abbastanza pagheranno delle multe. Se andiamo fuori di 100 milioni di tonnelate di C02 rischiamo di pagare una multa di 1,5 miliardi di euro. Questi sono gli impegni presi dall'Italia, che ha sottoscritto il protocollo di Kyoto. Lo stesso Prodi al convegno di Caserta ha sottolineato la necessità di accettare la sfida delle energie rinnovabili. Di conseguenza invece di rischiare una multa salatissima, sarebbe molto meglio investire per ridurre le emissioni. Un obiettivo che può essere raggiunto facendo capire alla gente che l'auto deve essere un mezzo di libertà extraurbana. Bisogna quindi dare più mezzi pubblici e occorre migliorare il parco veicolare”. Da qui la sorpresa del ministro per il fatto che la proposta del commissario europeo all’Ambiente, il greco Stavros Dimas, di prevedere un taglio alle emissioni di gas serra del 30% entro il 2020, come chiedeva anche l’Italia, non sia stata accolta dalla Commissione che ha optato invece per un più timido 20%. Un segnale evidente del fatto che le lobbies dell’energia, petrolifere e non, che fanno il bello e il cattivo tempo al di là dell’Atlantico, comandano pure nel vecchio continente.

No al nucleare
Per quanto riguarda l'energia nucleare e al suo rilancio soprattutto da parte di esponenti del centrodestra, il ministro dell'Ambiente ha ricordato che nel nostro paese questa fonte energetica è già stata bocciata da un referendum popolare, successivo all’incidente della centrale di Chernobyl in Ucraina che avviò lo smantellamento delle centrali nucleari esistenti di Corso, Trino Vercellese, Latina e Garigliano, e la riconversione di quella in costruzione a Montalto di Castro. Oltretutto, ha sottolineato Pecoraio Scanio, “il nucleare è stato escluso dal programma di Governo” e di conseguenza è perfettamente inutile che se ne parli ancora.