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Botta e risposta. Dopo la sortita di Bush, l'ambasciatore iraniano: addestreremo soldati iracheni

di Luca Galassi - 30/01/2007

Nuove scintille tra Washington e Teheran. L'ambasciatore iraniano a Baghdad, Hassan Kazemi Qumi, ha rivelato oggi un nuovo piano per estendere il ruolo del Paese degli ayatollah nell'Iraq dilaniato dalla guerra civile: Teheran fornirà addestramento militare agli iracheni e aprirà addirittura una filiale bancaria nella capitale Baghdad.
 
L'ambasciatore iraniano a BaghdadLicenza di uccidere. C’è voluta la sortita della scorsa settimana di Bush ('i nostri militari hanno licenza di uccidere gli 007 iraniani') affinché il diplomatico rompesse gli indugi, rilasciando finalmente quell'intervista che tutti i giornalisti a Baghdad attendevano. La risposta di Teheran era nell'aria, da quando gli Stati Uniti hanno messo in pratica la loro nuova politica, arrestando dapprima due uomini d'affari iraniani a Baghdad, il 21 dicembre scorso, poi cinque diplomatici a Erbil la scorsa settimana, con l'accusa di  'interferenza con gli interessi statunitensi in Iraq'. La facoltà di utilizzare 'qualsiasi mezzo' per fermare ogni agente segreto, diplomatico, uomo d'affari, operatore umanitario, pellegrino di nazionalità iraniana che interferisca o nuoccia agli interessi statunitensi in Iraq, facoltà sancità da Bush sabato scorso, ha trovato nelle dichiarazioni di Kazemi Qumi nuovo propellente per alimentare il fuoco del confronto tra i due Paesi. Il diplomatico sciita ha così colto l'occasione per ribattere alle accuse degli Usa ("abbiamo le prove della complicità iraniana negli attacchi contro forze irachene e statunitensi"), lanciando un piano per estendere, nel Paese travagliato da quasi quattro anni di conflitto, la presenza iraniana.
 
Bush e AhmadinejadAnche una banca. "Forniremo addestramento militare agli iracheni - ha affermato Kazemi Qumi - e ci assumeremo maggiori responsabilità nella ricostruzione del Paese". All'approccio aggressivo utilizzato da Bush, il diplomatico risponde dapprima ridicolizzando le 'prove' dei mlitari Usa: "Le mappe di Baghdad che evidenziano i quartieri sciiti, sunniti, o quelli misti - ha detto Qumi -, e che, secondo i militari statunitensi, verrebbero utilizzate dalle milizie per compiere massacri etnici, sono reperibili ovunque". Nell'elenco delle attività che vedranno impegnati gli iraniani in Iraq, figurano, oltre al supporto militare e alle attività di ricostruzione, anche la creazione di un istituto di credito nel centro di Baghdad. A sorpresa, Qumi ha detto che Teheran aprirà presto una filiale della banca nazionale in Iraq. Secondo quanto riporta il New York Times, un alto funzionario bancario iracheno ha confermato che la repubblica iraniana ha ricevuto la licenza per aprire quella che sarà la prima filiale di banca straniera nel Paese. Ulteriori elementi di partnership tra i due Paesi includerebbero forniture di kerosene ed energia elettrica all'Iraq e un progetto di cooperazione nel settore dell'agricoltura. Secondo gli analisti internazionali, la politica statunitense verso l'Iran avrebbe l'obiettivo dichiarato di rafforzare i legami tra Washington e i Paesi arabi sunniti (Giordania, Egitto, Arabia Saudita e i piccoli Stati del Golfo Persico). Questi ultimi non vedono affatto di buon occhio l'affermazione dell'Iran come potenza regionale sciita, leader di un asse che va da Hezbollah in Libano passando per l'Iraq, dove il 60 per cento della popolazione è sciita. Contemporaneamente, oltre a inasprire il conflitto civile in Iraq, tale atteggiamento potrebbe restringere sempre di più la spirale che conduce a un confronto militare tra i due Paesi.