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La prima dissertazione dottorale sulla filosofia ambientale

di Nina Korhonen - 13/02/2007

Fonte: european-vegetarian.org

La natura ha un valore intrinseco indipendente dall'uomo

Dal Notiziario EVU, Numero 2 /1997 - English

La Finlandia ha avuto la sua prima tesi di dottorato sulla filosofia ambientale. Leena Vilkka crede che la natura e gli animali abbiano valori intrinseci indipendenti dal valore umano. Secondo Vilkka, anche interi ecosistemi possono avere valori che forse non possono essere ricondotti agli individui.

L'interesse di Leena Vilkka per la natura e gli animali è di tipo filosofico. Questo è raro, perché la filosofia è generalmente considerata come antropocentrica ed i filosofi trattano di questioni legate all'uomo. Coloro che sono interessati alla natura ed agli animali studiano solitamente biologia, scienze veterinarie o selvicoltura. Anche Leena Vilkka inizialmente studiava per diventare una caposquadra in selvicoltura, ma desiderava trovare un altro approccio alla natura. Si iscrisse all'Università di Helsinki per studiare filosofia, con protezione ambientale, ecologia e zoologia come materie minori.

Sin dall'infanzia, Vilkka si era sentita a disagio per il modo in cui la biologia descrive la natura. 'Per me, la foresta è primariamente un luogo per esperienze estetiche. In una foresta si può trovare un sostegno per la propria relazione con natura ed animali.`

Come temi dei suoi studi avanzati, Vilkka scelse il valore intrinseco della natura e la coscienza animale, entrambi soggetti  rifuggiti dai filosofi Finlandesi. 'Il mio punto di partenza è una forte concezione intuitiva  del fatto che l'attuale concetto di realtà è errato. L'idea prevalente in Finlandia è una concezione creata dalle scienze naturali, dalla tecnologia, dalla società industriale ed economica. Secondo tale idea la natura è solamente  una riserva di materiale grezzo a disposizione dell'uomo.' Ciò comporta, per Vilkka, è un'idea sbagliata: noi trattiamo natura ed animali in modo diverso da quella che è la loro reale essenza. Per esempio, un maiale o una mucca sono visti solo come un veicolo di produzione. 'Ciò che interessa la società moderna in un maiale è la sua percentuale di grasso, il valore nutritivo e la qualità della carne. Non siamo interessati al maiale come animale sensibile e cosciente con un'anima diversa.'

Secondo Vilkka, la relazione fra l'essere umano e la natura è sbagliata e distorta, e fondamentalmente basata su potere e sfruttamento - non su un desiderio di capire che cosa i maiali, le mucche o la foresta sono veramente, o quale tipo di comunicazione può esistere fra la gente ed il resto della natura.

‘Al potere tecnologico ed economico e a diversi gruppi d'interesse è stato concesso di definire che cosa è la natura. Io credo che queste definizioni siano lontane dalla realtà.' 'La foresta ci viene venduta sotto forma di libri interessanti e di graziosi mobili. Nel prodotto finito non si vede più la foresta, che è stata alienata dalle sue origini. Un simile fenomeno accade anche ai prodotti della carne nei negozi. Non compriamo più maiali, ma costolette, prosciutto o bistecche,' spiega Vilkka. ‘L'assunzione fondamentale che le risorse naturali siano gratuite è inerente sia al capitalismo che al comunismo,  sottolinea l'autrice. Una risorsa  naturale è vista come preziosa solo attraverso l'attività umana. L'uomo è stato capace di ottenere risorse naturali per la raffinazione e non gli è mai stato necessario ripagarle in alcun modo. La foresta, le rocce e gli animali sono esistiti per l'uomo.

Le prime esperienze morali all'età di quattro anni
Le prime esperienze morali di Leena Vilkka legate alla natura risalgono a quando aveva quattro anni. ‘Il mio fratello maggiore studiava medicina negli anni sessanta. A quel tempo gli studenti di medicina prendevano con loro gatti come animali da esperimento, così il  gatto di casa finì come cavia in esperimenti sul fumo. Sebbene non potessi darne la colpa  a mio fratello od ai miei genitori - a quel tempo era comune per gli animali domestici finire vittime di esperimenti - sapevo che qualcosa di molto sbagliato era stato fatto al nostro gatto.

Questa forte empatia con una animale fu seguita da un'altra esperienza più tardi, quando Vilkka vide la distruzione dell'ambiente della città dove viveva. 'Stavano costruendo strade, mercati e case residenziali nelle vicine foreste. Io non vedevo nessun valore aggiunto nell'asfalto e nelle costruzioni, vedevo impoverimento, per me la foresta costituiva un valore più grande delle costruzioni umane.'

Lavorare con la natura e gli animali fu per Vilkka una scelta evidente.  Una caposquadra di selvicoltura svolge un'occupazione ideale per molti amanti della natura: gira  nei boschi, impone limiti per gli abbattimenti e dirige gli addetti alla silvicoltura. Vilkka non si sentiva però soddisfatta del suo lavoro, cosciente che lo sfruttamento delle foreste era stato eccessivo.‘In Finlandia quasi tutte le foreste sono state assoggettate ad uso economico ed una superficie ben al di sotto del dieci per cento è stato riservata per uso ricreativo.  Secondo me le cifre si potrebbero rovesciare: il dieci per cento potrebbe essere utilizzate per lo sfruttamento ed il resto dovrebbe essere lasciato per vari altri usi, per aree ricreative e per la natura stessa come ambiente per animali e piante.'

Una pioniera Finlandese
Lo studio di Leena Vilkka 'The Varieties of Intrinsic Value in Nature - a Naturistic Approach to Environmental Philosophy' (Le varietà del valore intrinseco nella natura - Un approccio naturista alla filosofia ambientale) è la prima tesi di dottorato che tratti della filosofia ambientale in Finlandia. Per sette anni Vilkka ha condotto un lavoro pionieristico ed ha incontrato problemi da pioniere.  Mettere in discussione i vecchi valori tradizionali è un compito che si addice aduna giovane ricercatrice . Un libro pubblicato da Vilkka nel 1993, in cui l'autrice discuteva della filosofia finlandese ed internazionale in merito alla conservazione dell'ambiente e della natura, diede inizio ad un dibattito sull'etica ambientale. Nel suo libro Leena Vilkka sviluppa la sua idea del valore intrinseco della natura. ‘I filosofi precedenti consideravano impossibile l'intrinseco valore della natura, perché la natura appartiene alla sfera delle scienze naturali, mentre i valori sono generati dall'attività umana. La natura è stata vista come un valore vuoto poiché solamente gli esseri umani possono avere valori.'

Vilkka distingue fra valori intrinseci antropocentrici (centrati sull'uomo) e naturocentrici (centrati sulla natura). Entrambi coinvolgono valori umani, ma i valori intrinseci naturocentrici sono quelli assegnati dagli esseri umani alla natura, intendendoli intrinseci della natura - la natura può avere un valore in se stessa. Possiamo attribuire alla foresta sia un valore strumentale che un valore intrinseco.'

Un problema più grande sorge quando ci chiediamo da dove vengano questi valori. Vilkka parla di valori 'antropogenici` e di valori 'naturogenici'. Due concezioni si oppongono: o i valori sono generati dalla cultura umana, oppure i valori sono stati generati nel corso di una lunga evoluzione, già prima dell'era umana. 'Secondo il pensiero naturogenico, i valori non esistono solo nell'uomo ma nelle piante, negli animali ed anche negli ecosistemi. Si tratta, ovviamente, di un'idea molto radicale,' ammette Vilkka.

Il punto di partenza più naturale per trovare i valori è di cercarli negli animali. Un valore centrale trovato negli animali è la sofferenza, pensa Vilkka. 'La sofferenza ha uno scopo ben definito in natura. La sofferenza incrementa le possibilità di sopravvivenza degli animali e dal lato opposto della sofferenza c'è il benessere. L'essere umano può misurare il benessere animale, eppure questo non è creato dall'uomo, la propria sofferenza o il proprio benessere sono un problema dell'animale.'

Vilkka considera come artificiale l'idea che solo gli umani possano avere valori. Per un lupo, l'alce ha un valore strumentale, come preda che sostiene la vita ed il benessere del lupo. Lo stesso lupo può considerare i membri del proprio branco come animali con un valore intrinseco, e non li tratta come meri strumenti. 'Gli animali creano valori indipendentemente da ciò che l'essere umano pensa di loro'.

Vilkka contempla anche i valori delle piante. Il filosofo ambientale Paul W.Taylor parla di ‘,the good of an organism’ (il buono di un organismo), il che implica che tutti gli organismi abbiano la propria bontà. L'essere umano può sia promuovere che danneggiare questa qualità, che però rimane indipendente dall'uomo. 'Che una pianta di casa cresca rigogliosa o meno dipende dalle persone, però il suo benessere o malessere è una qualità propria della pianta.'

Il problema nasce dall'affermazione della mancanza d'identità nelle piante. Se una pianta non ha identità, cos'è che soffre o che prospera? Secondo Vilkka, questo richiede un pensiero completamente nuovo. Nonostante i difficili problemi filosofici, Vilkka vuole portare più avanti il suo pensiero. Il livello più impegnativo sono i valori ecogenici: i sistemi possono avere valori che non possano essere ricondotti agli individui? ’

La tradizione filosofica lega i valori agli individui e perciò non può comprendere che una montagna possa avere un valore intrinseco. Vilkka ci sfida domandandoci se la natura come un tutto possa essere un soggetto con una coscienza olistica, e se una montagna od un fiume possano provare 'esperienza'. 'Stiamo cercando qui un mondo di esperienze che differiscono completamente dal nostro mondo di esperienze umane. Le ricerche attuali sulla coscienza e sull'intelligenza artificiale potrebbero gettarvi nuova luce.`