Pornocrazia
di Alessio Mannucci - 18/11/2005
Fonte: Alessio Mannucci
L'espressione “società permissiva” risale ai primi anni Sessanta e coincide con lo sviluppo del corpo sociale occidentale appena uscito dalle ristrettezze economiche del secondo periodo post-bellico: una società caratterizzata dalla “Ideallösigkeit” - dalla perdita di tutti gli ideali, e, segnatamente, dalla perdita del senso del sacro (“Desacralisierung”) e del senso morale (“Demoralisierung”). Dopo che la cultura della Ideallösigkeit ha avuto la sua epifania “ufficiale” nel 1968, la società permissiva si trasforma in società “opulenta”, tecnocratica (con il richiamo a una ascendenza saintsimoniana), consumistica.
Claude-Henri de Rouvroy de Saint-Simon (1760-1825), definito da Marx un “socialista utopico”, ha spiegato come nella nuova epoca industriale, il cui scopo sono le attività produttive, la posizione che nelle precedenti società aristocratiche, fondate sulla guerra, era occupata dalla nobiltà feudale, é ora assunta dalle nuove classi industriali, le quali, essendo le legittime rappresentanti degli interessi di tutte le classi produttrici, devono anche assumere la direzione della vita pubblica, in virtù di un potere fondato non più sulla costrizione, ma sul consenso.
Tra i membri delle classi produttive, Saint-Simon colloca anche gli scienziati (riprendendo in parte le teorie di Francesco Bacone), costruttori e portatori del nuovo sistema di credenze fondato sui metodi e sui risultati delle scienze positive: nelle loro mani é ora il potere spirituale, detenuto in precedenza dal clero parassitario. Per Saint-Simon, la scienza e l'industria erano destinate ad essere le nuove depositarie del potere temporale e spirituale, e avrebbero portato ad una universalità fondata sulla coesistenza di ordine e progresso, senza violente fratture rivoluzionarie. Da qui il carattere utopico della sua teoria.
Si trattava però di un processo non ancora giunto a compimento, cosicchè diventava necessaria la costituzione di un “partito industriale” che operasse in vista della definitiva affermazione della società industriale universale, organizzata sulla base del sapere scientifico, inarrestabile e inattaccabile da crisi o conflitti. Nel tratteggiare tale società tecnocratica, Saint-Simon sostiene che debba essere amministrata da imprenditori, lavoratori, e scienziati, senza differenza, superando la lotta di classe.
Il sansimonismo fu molto ben accolto in Francia, spogliato del suo contenuto eversivo, soprattutto dai nuovi ceti imprenditoriali e finanziari che diedero avvio alla costruzione di banche, a progetti di costruzione di ferrovie e dei canali di Suez e di Panama. Il primo invece ad usare l'espressione “società opulenta” è stato l'economista americano John Kenneth Galbraith, che con l'omonimo libro del 1965 demoliva il mito della stabilità socio-economica, dimostrando come le preferenze dei consumatori per i beni di lusso tendono a indirizzare l'economia verso scelte estranee al benessere comune.
Galbraith diceva anche che i prezzi e le quantità di beni non sono più legati alla libera concorrenza tra produttori e consumatori, ma imposti dai poteri di grandi gruppi che condizionano il mercato. I salari, per esempio, non sono più determinati dalla legge della domanda e dell'offerta, ma dai rapporti di forza fra grandi imprese e rappresentanze sindacali.
Mentre, nella grande impresa, la separazione della proprietà dal controllo ha portato alla formazione di una burocrazia di manager e di esperti (“tecnostruttura”), i quali perseguono solo i propri fini - la sicurezza, la sopravvivenza, la riduzione del rischio e l'espansione dell'impresa. Secondo Galbraith, col tramonto del mercato concorrenziale perde progressivamente d'importanza una figura fondamentale della “microeconomia”, il “consumatore sovrano” che, con la sua domanda determina i tipi e le quantità di beni da produrre.
In questo quadro si colloca il prodotto principe della società permissiva-opulenta-tecnocratica: la “pornografia”, letteralmente: “descrizione di prostitute”, da “porne”, prostituta, e da “pornographos”, colui che scrive di prostitute. La pornografia è figlia, secondo Deleuze, della “pornologia”, una filosofia e una scienza della risessualizzazione, e strumento della “pornocrazia”, la presa del potere da parte dei pornocrati.
La società pornocratica è stata introdotta in Italia dai socialisti con la legge del 1962 N. 161, che di fatto legalizzava la vendita di prodotti porno. Secondo quanto riportato da “I Padrini della Pornografia” - un dossier-confessione steso nel 1978 dal “pornografo pentito” Stefano Surace - l'organigramma dei dirigenti e dei capofila del mondo della pornografia in Italia risultava costituito da uomini spesso direttamente collegati agli ambienti del Partito Socialista.