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I limiti della pazienza

di Giordano Montanaro - 22/02/2007

 

 

C’è da chiedersi quanto può sopportare ancora il popolo italiano.

La barbarie mediatica di massa, perseguita nello scagliare giornalmente, come si fa con una catapulta, pietrose (per non dire pietose) notizie artefatte e rarefatte, ripescate da un basso giornalismo che si è contraddistinto negli ultimi anni per non dire assolutamente nulla di concreto se non elevarsi in “eco ridondante” delle masnade della classe politica.

Quella classe politica tutta composta da spregiudicati galletti da cortile che si azzuffano ( a parole naturalmente, per non rovinarsi cravattina e cachemire): giocano al rimpallo con affermazioni o battute che sconfinano nell’imbecillità.

Le condizioni economiche del paese sono espresse in forma positiva dai dirigenti dell’economia, ma una semplice verifica nel campo Italia, che si applica attraverso il semplice dialogo tra cittadini comuni o  tra i vari imprenditori impegnati su diversificati settori merceologici, evidenzia una situazione che galleggia tra la stasi e il peggioramento. Solo i mammalucchi possono stare ancora appesi alle labbra di questa arrogante diffusione di insane notizie, di queste demenziali politiche  che identificano l’inefficienza di qualsiasi fazione partitica.

I giochi che regolano le dialettiche, le notizie da diffondere alle masse sono meramente di ordine gestionale e quasi sempre costruiti con l’obiettivo di mantenere alta l’attenzione in determinati orizzonti piuttosto che in altri, i quali devono coincidere esclusivamente con le esigenze di borsa o essere in linea con la politica estera americana piuttosto che con le esigenze di una società erosa dai debiti quale la nostra.

È evidente che nulla viene dal nulla e nessuno può tirasi indietro innanzi allo spregiudicato atteggiamento delle nostre classi politiche; solo l’innalzamento della coscienza civile e politica, coadiuvate dall’accrescimento culturale, dall’interesse di reperire informazioni leggendo molto di più che il solito quotidiano locale utile solamente per i necrologi o la cronaca di quartiere, può portare ad una svolta importante, ad un cambiamento radicale che costringerà la dirigenza del governo, ad assumersi le proprie responsabilità e a posizionarsi realmente in un contesto di rappresentanza nei confronti degli elettori i quali, preparati e provvisti di strumenti intellettuali, non si faranno più prendere in giro.  

Osservando un Prodi, un Mastella dall’alto della loro carica istituzionale, un D’Alema o altri soggetti dell’attuale temporanea opposizione come L’Illustrissimo Berlusconi o L’Egregio Dottor Fini, non si ha certo la sensazione di essere rappresentati. Frasi come “non possiamo piegarci alle esigenze della piazza” oppure “la piazza non può condizionare le scelte di governo”(affermazioni piovute da destra e da sinistra), quando tra le altre cose la piazza ha dimostrato una democrazia e una civiltà eccelsa, fanno rabbrividire. Si delinea il basso contenuto ideologico di democrazia che i nostri parlamentari detengono, indipendentemente dalla “falange partitica” alla quale appartengono.

Questo è l’elemento che deve far riflettere, non c’è alcun antagonismo politico reale, se non beghe da quattro soldi, che distolgono dai veri obiettivi e che mirano, visti i risultati, a soddisfare i vari “amici” vicini al palazzo o l’amico Bush che certamente, non rappresenta la totalità degli Stati Uniti d’America, ma piuttosto un cospicuo problema per la nostra penisola e non solo.