Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Una porcilaia chiamata unione

Una porcilaia chiamata unione

di Gianfranco La Grassa - 24/02/2007

 

Continuano ad operare le cellule cancerogene di una sinistra immonda; e la palma ormai spetta proprio a coloro che mantengono ancora il nome "comunista". Vi ricordate due-tre mesi fa quando costoro polemizzavano contro i "moderati" del loro schieramento (tipo Mastella) perché tentavano manovre neocentriste, di conquista di qualche senatore dell´altra parte, onde diminuire il peso della sinistra "radicale"? Adesso, hanno un tale terrore di andare a casa prima dei due anni, sei mesi, un giorno, che da Migliore a Giordano e giù giù fino al PdCI e ai verdi, dichiarano che in fondo qualche acquisto di senatori di centrodestra può essere tollerato, "se daranno maggiore stabilità al paese. Noi siamo favorevoli al rafforzamento del Governo Prodi anche con alcune aggiunte eventuali" (Migliore). Sporcaccioni come questi non ne esistono! Lo fanno in nome di "superiori interessi", questi infami che non credono in nulla se non nei loro privilegi di porcai. Nemmeno nella Francia di Napoleone il piccolo, nell´Italia di Giolitti o nella della Repubblica di Weimar si era arrivati ad un porcile simile.

Minzolini della Stampa (non certo di destra) affermava ieri sera, e nemmeno con ironia ma come un fatto molto normale, che il Senato è ormai un Suk. Si tratta "per acquisti", non sembra per il momento con grande successo, con un senatore forzista calabrese (Gentile) e uno campano (Izzo). Poi si tenta anche con i due senatori di Lombardo (l´autonomista siciliano) che si dice però chieda il ponte di Messina, la Tav isolana, il proporzionale con preferenze, la fiscalità compensativa, no ai pacs ecc. ecc. (e sembra chieda troppo). Inoltre, si corteggia Follini che ha parlato a lungo ieri con Rutelli.

Insomma un quadro che più schifo non si può. Ieri sera l´ineffabile Mannoni ci mostrava sedi dell´Ulivo a Roma, Firenze e non so dove altro, in cui erano riuniti "compagni" (nuovi trinariciuti) tutti di quel tipo da impiegati nei servizi, nel turismo e spettacolo, insegnanti, ecc. che sono l´ossatura del suddetto porcile. E questi geni della politica avevano un unico leit-motiv: bisogna che moderati e radicali del centrosinistra trovino l´accordo per la "governabilità". Hanno tutti imparato dal parroco Prodi: sembrava si parlasse della S.S. Trinità o della Verginità di Maria. Se uno è moderato e l´altro radicale, un cervello non da verme come quello degli intervistati suppone che il primo voglia governare secondo alcune linee direttrici di politica interna, estera, economica, ecc.; mentre l´altro propone un orientamento politico nettamente diverso. No, non importa, perché si deve comunque trovare "una sintesi" nel nome della governabilità, cioè del magna-magna dei maiali di sinistra, i cui rivoletti arrivano anche a questi insensati mascalzoni inseriti nei vari apparati della spesa pubblica per prestare lavori del tutto inutili. Anche questi sinistri, sedicenti di base, sono corrotti e stupidi. Altro genio il leader dei girotondini, Pancho Pardi (non a caso ex sessantottino di orientamento operaista; i peggiori mostri vengono proprio da lì) che ha detto di non capire che testa possano avere Turigliatto e Rossi per comportarsi in modo da far tornare Berlusconi.

Questa gente merita una fine "estrema". Con il suo marciume, con la sua totale corruzione e assenza di qualsiasi principio, sta preparando il terreno per avventure gravi. Giordano, visto in TV, continuava a ripetere a Guidi (della Confindustria) - pensando che il trabocchetto fosse stato preparato da quella parte (perspicace anche lui) - che il Governo (con il loro pieno assenso di "comunisti"!) aveva fatto un mucchio di regali ai grandi industriali (Montezemolo in testa) e ai finanzieri; e questi avevano così mal ricambiato i loro servigi. Avete capito? Nell´amarezza e nel terrore di perdere i loro posticini di mangioni e parassiti e arraffoni, questi sinistri "radicali" rivelano candidamente di essersi venduti al grande capitale e di aspettarsi un po´ di riconoscenza. Non credo affatto che ci sia stato alcun tranello, né che la caduta di Prodi sia stata preparata dalla GFeID (grande finanza e industria decotta), ma è certo che essa gongola perché il vomitevole spettacolo di questi maiali, che sguazzano nella broda del truogolo, è la migliore preparazione ad una loro sostituzione con "chi di dovere" (naturalmente a favore di questi nostri gruppi subdominanti, parassiti e succhiatori del nostro sangue a favore dei predominanti USA, ma trattenendo per sé una discreta percentuale del maltolto al popolo italiano).

Questi sinistri sono i nemici primi, irriducibili, pericolosi per quello che stanno facendo e per il terreno putrido che stanno preparando, un terreno di liquame favorevole a che attecchiscano le male piante di qualche regime "forte". Sarebbe necessario farli fuori prima del disastro annunciato. Ma purtroppo debbo usare il condizionale, perché credo che al disastro arriveremo. Questa sinistra non ha più nulla in sé, nemmeno un piccolo germe. Deve essere eliminata tutta, e non c´è tempo di formare le forze capaci di assolvere questo compito; arriveranno prima altri. Nel finale del film di Romero, "La notte dei morti viventi", arrivano le squadre di eliminazione degli zombies (con pallottole dum-dum nel cervello) e fanno piazza pulita. Purtroppo, eliminano anche l´unico che si era salvato dai morsi degli zombies, che era ancora un essere vivente; non a caso un nero, un diverso. Il messaggio è chiaro. Se non ci rafforziamo e non asportiamo noi questo cancro, verranno altri e saremo tutti stesi. Detto con molta sincerità: è quello che credo accadrà. La "soluzione finale" non è dietro l´angolo, quindi i reali anticapitalisti e antimericanisti avrebbero del tempo per prepararsi; ma sono convinto che nessuno saprà approfittarne.

 

Chiudiamo con una notazione divertente, pur se conferma la putrefazione della politica italiana. Mastella ha promesso l´ira di Dio se si volesse mettere in piedi un Governo istituzionale presieduto da Marini; ha affermato chiaramente che simile Governo approverebbe, su impulso di tutti i più grandi partiti, una legge elettorale con sbarramento al 4%, così il suo partitino (assieme ad altri) sarebbe fatto fuori. Almeno lo dice papale, papale. E´ sempre meno peggiore di quei maialoni che parlano in nome "della stabilità del governo per il bene del paese". Ed è più divertente.

P.S. Avevo capito che il sen. Turigliatto si fosse dimesso da Senatore e speravo non si comportasse come il minore dei Cacciari, che aveva già fatto questa “finta” parecchi mesi or sono. Oggi però leggo sui giornali che il suddetto, espulso dal gruppo parlamentare di Rifondazione e forse dal partito (mi si scusi se non sono aggiornato su che cosa avviene nel porcaio n. 1 della politica italiana), sarebbe finito nel gruppo misto come, mi sembra, l’altro dissidente Ferdinando Rossi (che è stato perfino picchiato per il suo non voto). Quest’ultimo ha già promesso il suo voto di fiducia al Prodi “rivivo”; e forse anche Turigliatto lo darà (è quello che dicono i giornali, che spero mentiscano come al solito).

A questo punto tuttavia, se così fosse, ritirerò immediatamente a questo “signore” la mia solidarietà, che in un primo tempo gli avevo inviata con convinzione, forse perché mi era apparso come una debole fiammella nel buio del porcile. Mi verrebbe anche in mente qualche battutaccia cattiva sui trotzkisti, ma mi astengo fino a che non vedrò questo Turigliatto (e Rossi) votare la fiducia a Prodi.

In generale, indipendentemente da questi (eventuali) fatti singoli, quello che sta avvenendo in questi giorni mi ricorda un gioco che facevo da bambino. Mi divertivo – in effetti un divertimento discutibile (ma ero piccolo) – a buttare dei fiori (rose o margherite o altro) in un liquido fangoso. Si afflosciavano un po’, non avevano più i colori vividi di prima, ma per un bel po’ di tempo sembravano mantenere la loro differenza, i loro contorni di fiore (oserei dire la loro individualità). Poi, improvvisamente, in una violenta accelerazione del processo, si disfacevano, venivano inghiottiti, divenivano omogenei e indistinguibili rispetto al resto.