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I sassi e la sapienza

di Miguel Martinez - 25/02/2007

 

E' interessante questa storia dei Moderati e degli Estremisti.

I primi, in sostanza, sono quelli che accettano le cose così come sono, gli altri quelli che vi si oppongono.

Solo che i due termini hanno anche valenze caratteriali: i Moderati dovrebbero essere persone tranquille e ragionevoli. Gli Estremisti sono per definizioni pochi (su un Estremo non è che si possa stare in tanti) e sono degli esagitati.

Insomma, è una definizione psichiatrica della questione: se sei una persona equilibrata, ti sta bene il mondo com'è. E se no, sei disturbato. E tu, che tipo sei?

In realtà, un intero sistema sociale può fare o volere delle cose estreme.

Se vogliamo, possiamo definire l'intera società azteca, concentrata sui sacrifici umani come noi siamo concentrati sulle automobili, come una società estremista. E anche quella società probabilmente aveva i suoi moderati - cioè le persone che sostenevano qualcosa di estremo come i sacrifici umani - e i suoi estremisti, cioè una minoranza di persone che sostenevano qualcosa di più ragionevole.

In realtà, tutte le società, viste da dentro, sono ovvie. Ovvia la Roma pagana, ovvio lo Stato Pontificio, ovvia la monarchia sabauda, ovvio il fascismo, ovvia la Repubblica [1].

Le società sono sempre normali, perché dettano le norme della nostra vita. Sono come l'acqua in cui nuota un pesce. E in genere i pesci, finché non capita loro di trovarsi sulla terraferma, non capiscono nemmeno cosa voglia dire la parola "acqua".

Quindi non spetta a noi dire se la nostra società sia ragionevole o esagitata.

Spetterà agli storici e agli antropologi del futuro, gli stessi che studiano come l'Antica Roma si fondasse sulle strade, la schiavitù e la guerra; o come certe società nomadi si fondassero sulla razzia e sulla devastazione ambientale a forza di pascolare pecore.

E' comunque un sano esercizio guardare alla società in cui viviamo con occhio disincantato. Ad esempio, usando la classica immagine del treno che corre a velocità sempre crescente verso una destinazione sconosciuta, forse l'abisso, mentre i passeggeri si massacrano tra di loro per avere i posti di prima classe. Non spiega tutto, ma è utile guardare le cose da prospettive insolite, senza dare per ovvio o normale nulla.

Insomma, anche la nostra società potrebbe essere qualcosa di follemente irrazionale, ben più distruttiva di tutte le pecore dei kirghisi o degli squarciacuore di Tlaltelolco.

Ma la divisione psicologica tra "moderati" ed "estremisti" ha comunque qualche valore?

Secondo me, sì.

In effetti, chi accetta questa società è in genere più tranquillo di chi non l'accetta, almeno fino al momento in cui la sua visione delle cose viene messa in dubbio. Lì si scatenano emozioni viscerali incredibili, come quelle che riscontriamo tra i fallaciani, ma anche tra quelli per cui chi non sostiene Prodi, traditore è.

La necessità di stroncare, o meglio linciare, ogni opposizione assume forme psicopatiche di notevole interesse.

L'oppositore ha invece una personalità più complessa. Parlo dell'oppositore qui da noi, perché le cose sono ben diverse viste da Caracas o dal Cairo, dove l'opposizione al Modello Unico e Ovvio del Mondo è a sua volta cosa istintiva, ovvia e naturale: strani sono quelli che accettano di subire il dominio.

Ogni società ha diverse cose che la tengono insieme: fattori emotivi e simbolici, comportamenti concreti, interessi.

Però non è mai prima esistita una società in cui la produzione culturale fosse così monopolizzata, con l'ingresso della televisione in tutte le case. Non ci sono più tanti preti, comunque diversi tra di loro, che ti fanno la predica la domenica, mentre per il resto della settimana ogni gruppo sociale fa affidamento su un proprio mondo culturale.

No. Oggi i vari mondi culturali sono stati quasi completamente distrutti, e un prete prodotto in serie fa le stesse prediche a tutti, sette giorni la settimana, nel salotto di casa. E le fa anche in modo simpatico e seducente, per cui non ti puoi nemmeno arrabbiare.

Quindi, l'opposizione diventa estremamente difficile, proprio dal punto di vista psicologico.

L'opposizione si sostiene su qualcosa di irriducibile nelle persone.

Può trattarsi di una profonda saggezza, come di un'estrema ottusità; di forza di carattere o di fissazioni indistruttibili, o di una combinazione di tutto ciò.

Ma ci vuole sempre un nucleo di sumùd, un meraviglioso termine arabo che indica impenetrabilità, resistenza, radicamento, qualcosa che la pioggia non bagna e il fuoco non arde.[2]

Prendiamo i due poli tra cui oscillano quasi tutti gli oppositori.

La profonda saggezza nasce, in genere, dal fatto di aver avuto molte esperienze - concrete o comunque mentali - che hanno portato a vedere che altri mondi sono possibili: tra gli esempi che mi vengono in mente, Theodor Adorno o Roberto Giammanco, ma anche personalità meno apparentemente politiche, come William Dalrymple o Jean Bricmont.

Non basta ovviamente viaggiare, o vedere molte cose: occorre essere disposti in ogni momento a ricredersi, a fare coscienza di tutto ciò che si viene ad apprendere.

Al polo opposto, c'è la fissazione, in senso letterale e non negativo: qualcosa di fermo e solido, in un mondo in cui tutto è flusso e virtualità. Una specie di sasso, insomma.

Il Sasso si forma in genere attorno a qualcosa di estraneo alla Middle Mind, la "mente media" e conformista del nostro mondo.

Siccome viviamo in un mondo in cui tutto cambia a velocità crescente, si tratta in genere di una fedeltà a qualche novità di un'era geologica passata: al cristianesimo, al marxismo, al moralismo sessuale, al fascismo, all'ecologismo, a una cultura locale, alla mentalità hippy, al giudaismo ortodosso, al valore salvifico delle canne, all'ufologia.

Molto spesso, le fissazioni positive si accompagnano a fissazioni negative, per cui l'avversario globale sono i fascisti, Bush, l'industria del petrolio, i comunisti, Berlusconi, i massoni, i proibizionisti, Satana, il monoteismo, l'Islam e così via.

La fissazione è spesso irrazionale, perché deve essere impermeabile alla violenza, alla seduzione, ma anche alla logica. Mentre la saggezza profonda è necessariamente razionale.

Non solo: la mia fissazione non è uguale alla tua, anzi, è molto spesso in antagonismo totale. Ecco che è facile creare ogni sorta di divisione tra chi si oppone.

Eppure la fissazione ha degli aspetti positivi. Resiste a qualunque numero di ore di televisione (o meglio, spegne direttamente il televisore). E' impenetrabile da ogni forma di retorica politicamente corretta.

Ora, chi si pone all'opposizione, si trova di fronte a un immenso problema.

Da una parte, il conformismo, il mondo dei Moderati, è tremendamente compatto e uniforme; anzi, la falsa dialettica destra-sinistra riesce ad assorbire le divisioni interne, e quindi unisce ancora di più, proprio come il tifo per la Roma o la Lazio unisce nell'obbedienza all'industria del calcio.

Dall'altra, non può esistere un'unica opposizione.

Perché le saggezze, come le fissazioni, sono necessariamente tante. Ogni granello di saggezza che si acquista, è qualcosa che ci individua, ci distingue, perché è solo nostra.

Ma anche le fissazioni, come i sassi, già non si fanno sciogliere dal diluvio universale, figuriamoci se vanno a fondersi con altri sassi.

Però sono i sassi, alla fine, per quanto vituperati, insultati, ridicolizzati, accusati di essere paranoici complottisti o fanatici, trasformati in capri espiatori da tutto il sistema, che resistono.

Non ci può essere opposizione, senza rispetto per i sassi.

Ma non ci può essere movimento, senza che la sassosità si trasformi, lentamente, difficilmente, in coscienza.

Note:

[1] Sì, lo so, c'è un po' di confusione qui tra regimi politici e società, ma il concetto mi sembra chiaro.

[2] Bhagavad Gita, II, 23-24: "L'anima [enam] non può essere ferita dalle armi; non può essere bruciata dal fuoco; non può essere bagnata dall'acqua; non può essere seccata dal vento.

L'anima non può essere tagliata né bruciata, né bagnata né seccata. L'anima é immortale, onnipervadente, sempre calma e immutabile, eternamente la stessa."

Ma qui, forse, il Sasso è quasi il contrario dell'anima.