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Il parroco e il grillo. Sulla dittatura di salute pubblica invocata dagli intellettuali progressisti

di Gianfranco La Grassa - 03/03/2007

 

L'interessante intervento di Garofalo nel blog (ripensaremarx.splinder.com) mi suggerisce una piccola considerazione marginale ma sintomatica del clima esistente a sinistra. Tempo fa (non molto), quel... [a scelta]...di Scalfari ha suggerito a Prodi di assumere "la dittatura"; e questi ha seguito il consiglio con il suo dodecalogo, in cui si afferma che, alla fin fine, dovrà sempre decidere lui. Ora io non accetto, ma comprendo, la dittatura di un Hitler (che, a suo modo, era una persona molto seria e ....molto cattiva, anzi feroce). Si trattava di un personaggio tragico appena un po' meno di Macbeth. Pensare alla dittatura di un parroco di campagna (emiliana) mi sembra di un ridicolo e di una stupidità che solo a sinistra possono allignare. Cerco di immaginarmi la signora Flavia al posto di una Eva Braun; non ci riesco. Cerco di immaginare, quando infine cadrà, un comportamento alla Goebbels; la suddetta signora Flavia che spara ai suoi figli (se ne ha di piccoli) e poi si mette di fronte a Romano, si fa sparare da lui, il quale poi rivolge la pistola su se stesso. Non riesco ad immaginarmelo, anche se, lo ammetto, sarei molto concentrato e affascinato da una scena simile. Ma non ci siamo proprio.
Forse ho puntato troppo in alto. Dovrei immaginarlo travestito da sudtirolese, catturato a Casalpusterlengo e fucilato a Colfrancui (vicino a Treviso). Però manca un particolare: dov'è l'equivalente di Claretta Petacci? Romano con una amante? Non ce lo vedo, spreca troppe energie in bicicletta, non gliene resta per fare "quella cosa lì".
Ci salva però quell'altro intelligentone di Umberto Galimberti che, aderendo all'idea di Scalfari (come un numero incredibile di intellettuali di sinistra), ha parlato della necessità di "una dittatura delle (o sulle?) coscienze". A beh, allora va bene: delle o sulle per me pari sono. Siamo ai soliti "umoristi" del "parco intellettuali" di sinistra; una massa di prestigiatori della parola, di acrobati dei concetti, che purtroppo non farà come "gli amici (era un altro termine, ma non lo ricordo) del Sole". Quelli si radunarono sulle montagne, mi sembra svizzere, e si suicidarono in massa. Persone autoconsapevoli! E molto gentili e discrete a togliersi di torno da sole. Questi qui ci romperanno i coglioni per chissà quant'altro tempo ancora!
Comunque, abbiamo per il momento la libertà di non prenderli sul serio; anche se i ceti piccolo-borghesi di semicolti sinistroidi continuano a correre nei loro luoghi di ritrovo per vederli emettere anelli di fumo dalla bocca.
Concludendo, vorrei però togliermi una curiosità. Tutti questi sinistri della "dittatura di Prodi" non sono forse gli stessi che da quindici anni urlano circa le intenzioni dittatoriali del fascista Berlusconi? Non sono quelli che lo disegnano in camicia nera o invece come un Mussolini in doppio petto? Non sono quelli che, come Furio Colombo nel (brutto e idiota) film della Sabina Guzzanti, ci mostravano le foto dell'inizio dell'ascesa fascistica negli anni venti paragonandola all'ascesa (a me sembra discesa, ma sarò strabico) di Berlusca? E adesso? Questi antifascisti da parata, da "adunata degli Alpini" (non si offendano loro adesso, è un paragone così per dire), si sono convertiti alla dittatura della "incoscienza" (la loro)?
 
PS L'unico punto su cui non concordo con Garofalo è quando parla di Grillo. Proprio ieri sera ho visto in dvd il suo spettacolo. Che povertà di idee e che umorismo scialbo. E poi dicevano di Gaber che era qualunquista! Gaber era un gigante, questo qui un modesto comico da avanspettacolo, ma che per il pubblico dei "sinistri" piccolo-borghesi semicolti, di cui sopra, è il massimo della raffinatezza. Di più, con quelle teste che hanno, non sono in grado di capire. Una vera malinconia. Questa è vera decadenza!