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Giovanni Sartori. Gratta il liberale, trovi il reazionario

di Carlo Gambescia - 13/03/2007

 

Ieri sul Corriere della Sera, Giovanni Sartori ha toccato il fondo. Come si dice, ha gettato la maschera e mostrato l’anima reazionaria di certo liberalismo italiano, a dir poco, qualunquistica e forcaiola. Titolo del suo editoriale: “Società fiacca Governo debole”. Tocqueville se non ricordiamo male, sosteneva invece l’esatto contrario: Società fiacca Governo forte”… Nel senso che quanto più una società si atomizza, tanto più il governo riesce a controllare i singoli individui. Di qui - secondo il grande pensatore francese - la necessità di promuovere le libere associazioni tra cittadini, come veicoli di democrazia e di educazione civile e politica. E soprattutto come antidoto a ogni forma di centralismo autoritario.
Invece Sartori punta decisamente sull’intervento di polizia e carabinieri... Altro che associazioni… La sua tesi è questa: in giro c’è troppo disordine, il governo è fiacco, i cittadini fanno i loro comodi (bloccano le strade, scioperano, distruggono gli stadi, chattano a scuola, eccetera). Insomma, gli italiani si fanno i fatti propri, noncuranti di qualsiasi regola e il governo, guarda dall’altra parte… Peccando, a sua volta, di “menefreghismo”, “noncuranza” e “irresponsabilità”. Qui ci vuole ordine.
Il liberalismo di Sartori assomiglia a quello di Bava-Beccaris, il generale umbertino dai cannoni facili. Ora, nessuno nega il deficit italiano di senso civico. Ma che il problema di come aiutarli a ritrovarlo riguardi esclusivamente le forze dell’ordine, come sostiene Sartori, è un’idea reazionaria. E molto pericolosa. Anche perché l’Italia, fortunamente, non è ancora la Colombia. E può “recuperare”, senza bisogno di trasformarsi in carcere a cielo aperto.
Che farsene di certi liberali? I famigerati “liberali”, che nel 1920 borbottavano perché i treni non arrivavano in orario. E che poi appoggiarono Mussolini, ritenendolo capace di trasformarsi nel Primo Capotreno d’Italia...
Eh sì, gratta il liberale, o comunque un certo tipo liberale, e trovi sempre un reazionario. Come il professor Sartori. Che tristezza per ogni vero liberale...