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La sinistra rivelata. Il Buon Elettore di Sinistra nell'epoca del capitalismo assoluto (recensione)

di Miguel Martinez - 21/03/2007

 

Marino Badiale e Massimo Bontempelli hanno colpito ancora, pubblicando un testo veramente importante.

Il titolo è La sinistra rivelata. Il Buon Elettore di Sinistra nell'epoca del capitalismo assoluto.

Il libro è stato pubblicato da Roberto Massari, un editore piccolo ma abbastanza grintoso da assicurare che si possa almeno richiedere in libreria, per la modica cifra di 14 Euro.

Comunque lo troverete in vendita a Chianciano, dove sono sicuro che verrete in tanti...

Il titolo non deve ingannare: Badiale e Bontempelli provengono da lunghe esperienze "a sinistra", ma il testo non è l'ennesima diatriba interna a quel mondo. Anzi.

E' un discorso che ci riguarda tutti, a prescindere dalle nostre radici ancestrali, ed è il primo tentativo serio di dare spessore e argomenti a quella che è ormai una sensazione comune di milioni di persone.

Viviamo nel mondo descritto da Michela Murgia quando racconta con ironia il mostruoso microcosmo della Kirby. A proposito del proprio libro, l'autrice si pone una splendida domanda:

"C'è la critica? C'è il racconto di un mondo che si critica da solo semplicemente esistendo. Se raccontarlo ne mette in luce le assurdità, allora il mio libro è una critica."

 Il mondo della Kirby è anche un mondo in cui il nostro governo trova normale porre sotto embargo un popolo intero, stremato, alla fame e bombardato come quello palestinese, ordinandogli, se vuole di nuovo mangiare, di abbattere il proprio governo democraticamente eletto.

E' anche un mondo in cui il nostro governo trova normale cercare di sopprimere un processo perché i magistrati non "collaborano" con il governo stesso.

E' anche un mondo in cui un partito espelle un proprio dirigente perché avrebbe violato il principio di non violenza, sostenendo il diritto alla resistenza dei popoli aggrediti; e che poi minaccia di espulsione i propri deputati che, in nome della non violenza, osano votare contro una spedizione militare.

Tutte queste cose hanno in comune due elementi.

Primo, violano la Costituzione, che non è né di "destra" nè di "sinistra", ma è semplicemente fondante della convivenza civile.

Secondo, queste violazioni vengono sempre giustificate allo stesso modo: le esige il Mercato Globale, oppure le esigono gli Impegni Internazionali, che sono poi la stessa cosa.

In più, al Buon Elettore di Sinistra, si pone un ricatto a cui cede quasi sempre: se non facciamo noi queste cose, arriverà Berlusconi e farà le stesse cose.

Ora, se diciamo che il Mercato Globale può comandare e decidere in tutto e per tutto delle nostre vite, stiamo dicendo che il capitalismo ha un potere totale e senza vincoli, al di sopra di ogni altra sfera della vita; e i governi devono solo amministrare ciò che esige il capitalismo assoluto.

Scrivono Badiale e Bontempelli:

"Chiamiamo capitalismo assoluto il capitalismo storico che è penetrato in ogni poro e in ogni profondità della vita umana associata."

Aggiungo un esempio mio: tutti conosciamo la grande statua del Buddha a Banyan, in Afghanistan, distrutta dai Taliban, in nome, si dice, del totalitarismo religioso.

Pochissimi conoscono i petroglifi di Burrup in Australia. Si tratta della più grande raccolta di arte preistorica del mondo: un milione di incisioni rupestri risalenti, forse, a diverse decine di migliaia di anni fa.

Burrup non è solo un sito archeologico. E' rimasto ininterrottamente un luogo sacro fino a decenni recenti, quando i suoi ultimi custodi furono cacciati, uccisi, mandati ai lavori forzati o strappati ai genitori per essere messi in orfanotrofi-carcere.

Adesso hanno scoperto che in quella regione c'è il gas e stanno arrivando le ruspe.

Lo scorso 27 gennaio, il ministro dell'ambiente ha dichiarato che il sito non merita una speciale protezione.

Perché questo fatto non suscita alcuno scandalo nel mondo, al di fuori dei ristretti ambienti degli ecologisti e dei nativi australiani?

Perché mentre non capiamo il Corano (ammesso e non concesso che il Corano giustifichi in qualche modo la distruzione della statua del Buddha), capiamo perfettamente il valore supremo della Competitività sul Mercato Globale.

Ora, se la Competitività sul Mercato Globale diventa indiscutibile quanto il Corano, vuol dire che è il punto di riferimento assoluto e ultimo, ineluttabile quanto la divinità per il vero credente.

E' esattamente questa aureola di divinità ineluttabile che Badiale e Bontempelli smascherano.

Lo fanno con una gran quantità di dati e di ragionamenti chiarissimi, ma non voglio togliervi il gusto di leggere il libro, anticipandoveli.

Passo al punto più importante, che riguarda proprio il mito della Competitività:

"Un mondo in cui l'affermazione personale e addirittura la sopravvivenza esigono di essere più competitivi è un mondo di rovine, perché ovviamente, non è possibile che tutti siano più competitivi di tutti. Quello della competitività è è necessariamente un giuoco a somma negativa in cui, inoltre, pochi vincono e molti perdono. La sinistra cerca la 'buona' competitività, e i modi più efficaci per raggiungerla. Chi cerca invece solidarietà e rispetto della dignità di ogni essere umano, deve evidentemente abbandonare la sinistra".

Infatti, il messaggio forte di Badiale e Bontempelli è proprio questo: se si vuole lanciare una politica che non cerchi di rendere meno micidiali le mazzate del capitalismo, ma che vuole invece fondare una nuova solidarietà, la prima cosa da fare è chiara e dolorosa, almeno per chi usa ancora il nome di "sinistra".

Bisogna rompere, dentro di sé prima ancora che politicamente, con "la sinistra", con l'illusione del "meno peggio", con la fantasia che "comunque sono dei nostri".

Perché la devastazione riguarda tutto e tutti.

Anche il più moderato dei liberali (parlo dei liberali, non dei forcaioli finti tali) dovrebbe capire che il capitalismo assoluto significa la fine della libertà politica, e la fine della libertà politica significa la fine dello stato di diritto e degli stessi diritti umani.

A insidiare, poi, la "famiglia", cara ai conservatori, non sono certo i Dico, ma la natura assolutamente aleatoria del lavoro.

Lo racconta benissimo Khadija sul suo blog:

"Il problema è che sei tu e che poi c'è pure la tua amica di Spoltore con tre figli e separata, e la tua amica di Teramo, ch'è pure mamma single e quella di Bucchianico che di figli non ne ha e chissà che non sia peggio.

E la forza, invece, è nel saper essere architetto o ricercatrice, solo quando è proprio necessario, non in tutti quei casi - e sono veramente tanti - in cui il titolo è un pesante e ingombrante surplus. Molto più difficile saper essere magazziniera o colf con criterio e con dignità, senza stare lì a recriminare, senza sclerare perchè ti senti frustrata che c'hai una laurea e ti tocca fare questo e quello. Ce l'hanno tutti, una laurea, mica solo tu, eh!

Fatto sta che ci occorrerebbe sopravvivere, piuttosto. Possibilmente, senza rischiare di ritrovarci, da un giorno all'altro, sotto un ponte.

Eh, magari!"

Non fingere di attutire i colpi del capitalismo assoluto, magari cercando di aumentare qualche reddito, ma andare nella direzione opposta, come indicano Badiale e Bontempelli:

"Se un lavoratore avesse la casa gratuita, il trasporto gratuito sul posto di lavoro, il nido gratuito per i suoi bambini e l'assistenza gratuita per per i suoi anziani, e gli si offrisse una gamma più ristretta ma soddisfacente di beni di consumo da comprare, potrebbe vivere meglio senza aumenti salariali, in un quadro complessivo di prodotto interno lordo decrescente".

E poi, come ci dicono tra l'altro anche i climatologi, l'alternativa è davvero spaventosa.