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Iraq: centinaia di morti in poche ore. Il Congresso USA approva il ritiro, Bush non demorde

di redazionale - 30/03/2007

George W. Bush ha annunciato il veto a qualsiasi ipotesi di calendario
ma dopo il sì della Camera, anche l'altro ramo del Congresso sfida il presidente

Iraq, il Senato Usa approva il ritiro entro il 2008
Più di cento morti tra Bagdad e Khalis

Almeno cinquantatrè persone uccise da una serie di attentati nella cittadina di Khalis
Altri 76 vittime e un centinaio di feriti il bilancio di un duplice attacco in un quartiere sciita della capitale


Il Senato americano ha approvato oggi una legge che chiede il ritiro delle truppe Usa in Iraq entro il marzo 2008. Il provvedimento è stato approvato per 51 voti a 47. Il Senato ha ignorato la minaccia del presidente George W. Bush di porre il veto a qualsiasi legge che stabilisca un calendario di ritiro delle truppe. Mentre a Washington divampa lo scontro politico-istituzionale in Iraq continua la carneficina: almeno 130 persone hanno perso la vita oggi in vari attentati a Khalis e Bagdad. Più di cento i feriti gravi.

Via dall'Iraq entro marzo 2008. La legge, che stanzia 122 miliardi di dollari per le guerre in Iraq e in Afghanistan, comprende una clausola che prevede l'inizio del ritiro delle truppe americane entro quattro mesi dall'approvazione del provedimento e stabilisce una scadenza (non vincolante) per la permanenza delle truppe al 31 marzo 2008.

Bush arringa i repubblicani. Il provvedimento, prima di essere sottoposto al capo della Casa Bianca, farà la spola tra i due rami del Congresso per le ultime modifiche e aggiunte. La Camera dei Rappresentanti ha già dato il via libera, la scorsa settimana, ad un testo analogo. Il voto di oggi è avvenuto mentre il presidente Bush era in riunione alla Casa Bianca con i deputati repubblicani, un'iniziativa che ha pochi precedenti, per incoraggiarli a resistere nel braccio di ferro tra la maggioranza democratica del Congresso e l'amministrazione.

Il presidente non cambia idea. Bush, nell'incontro, ha ribadito la sua intenzione di mettere il veto alle leggi che prevedano un calendario di ritiro delle truppe e ha accusato i sostenitori di tale misura di voler interferire con le decisioni dei comandanti militari sul campo. "Siamo compatti nell'affermare con forza che quando le nostre truppe sono impegnate in combattimento devono ricevere tutti i fondi necessari - ha detto il presidente durante una breve apparizione sotto il portico della Casa Bianca circondato dai deputati repubblicani - abbiamo i nostri comandanti militari impegnati sul campo in difficili decisioni e non devono avere le mani legate".


Serie di attentati fa circa 130 morti. La situazione in Iraq nel frattempo resta drammatica. L'esplosione di tre autobombe (ma alcune fonti parlano di quattro) ha provocato 53 morti a Khalis, un centro sciita 80 km a nord di Bagdad. Altre 76 persone sono rimaste vittime di due terroristi kamikaze che si sono fatti saltare in aria nel mercato sciita di Shaab.

Sunniti contro sciiti. Secondo fonti mediche a Khalis, oltre ai morti, almeno un centinaio sono i feriti. Altrettanti quelli rimasti coinvolti nella doppia esplosione di Bagdad. "C'è stata una enorme esplosione vicino ad alcuni negozi - ha detto Ali Sadiq, un impiegato statale - Mi sono gettato per terra coprendomi la testa con le mani. L'aria era piena di polvere e fumo". "Nel giro di pochi minuti ho sentito una seconda esplosione, e poi un'altra ancora", ha aggiunto, affermando di aver visto almeno otto cadaveri a terra. Gli attacchi giungono mentre i recenti attentati nella città settentrionale di Tal Afar e la conseguente sanguinosa rappresaglia da parte degli sciiti, hanno di nuovo acuito le tensioni intercomunitarie in Iraq.