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De Gennaro ammette: "La gente aveva ragione"

di Nando de Angelis - 19/02/2008

 

De Gennaro ammette:

Che il piano studiato per risolvere il disastro ecologico di Napoli e dell’intero territorio regionale fosse ritenuto insufficiente e, nella sostanza, bocciato dai tecnici dell’Ue è un fatto risaputo, ma che lo stesso Gianni De Gennaro, il supercommissario dai poteri illimitati ed ideatore di quel piano, facesse un passo indietro dopo aver ricevuto i risultati dei controlli effettuati dal genio militare in cooperazione con le procure della Repubblica competenti, ha dell’incredibile.
“La gente aveva ragione”, ammette candidamente il commissario che, una dopo l’altra, ha dovuto cancellare le strutture individuate nel suo piano di azione che sono state il bersaglio delle proteste popolari. Gli accertamenti tecnici effettuati hanno, infatti, rivelato che le mappe e le carte consegnate a De Gennaro al momento del mandato, frutto del “lavoro” dei superpagati tecnici ed esperti delle precedenti strutture commissariali, sono diverse dalla realtà: nelle discariche indicate sono stati rilevati rischi gravi di crolli, infiltrazioni di percolato e presenza di sottostanti discariche abusive. Dunque, non si riapre a Pianura e Villaricca nel napoletano, a Parapoti (Bn), a Difesa Grande (Av), e nemmeno a Lo Uttaro nel casertano. Al supercommissario erano stati conferiti da Palazzo Chigi pieni poteri per quattro mesi. Aveva le mani completamente libere: poteva aprire discariche, megadiscariche, cimiteri di ecoballe, siti di stoccaggio provvisorio ovunque l’avesse ritenuto opportuno, senza consultare nessuno e, in nome dell’emergenza, anche in deroga alle leggi vigenti ed alle regole sulla Valutazione di Impatto Ambientale Sanitaria. Ma tanti poteri gli sono serviti solo a rendersi conto di essersi infilato in un vicolo cieco, spiazzato anche dalla presa di coscienza dei cittadini campani che, al tentativo criminale del governo centrale di imporre le solite improponibili soluzioni con la forza, hanno trovato il coraggio di ribellarsi e di dire basta. Intanto, il primo mese se n’è andato e la soluzione alla crisi è ancora una fatua chimera. Negli ultimi giorni, dopo una tregua che incoraggiava un cauto ottimismo, sono rispuntati nella città di Napoli i cumuli di immondizia anche in alcune zone del centro dove crescono le giacenze. Un brutto segnale che indica il rischio di un nuovo peggioramento. La situazione più drammatica resta però in provincia di Napoli e Caserta. In molti comuni dell’entroterra i rifiuti non si raccolgono dalle strade addirittura da dicembre 2007. I siti di stoccaggio provvisorio si stanno esaurendo ed i roghi appiccati soprattutto nella notte alle montagne di “monnezza” non si contano. Entro la fine del mese di aprile il supercommissario dovrà ripulire le strade della regione dai rifiuti che la soffocano ed avviare un piano stabile della raccolta. De Gennaro, per evitare di andare incontro alla stagione più calda, che alla già drammatica situazione aggiungerebbe gravi rischi di epidemie, punta sui nuovi siti: Savignano Irpino (Avellino), una nuova discarica a tre chilometri da quella di Difesa Grande dichiarata inquinata e non agibile, Sant’Arcangelo Trimonte (Benevento) e Terzigno (Napoli), una discarica chiusa e a suo tempo sequestrata dalla magistratura, nel Parco Nazionale del Vesuvio (un parco naturale di interesse mondiale), ma i tempi per attrezzarli non sono brevi e, dunque, la soluzione tedesca, quella dell’invio via mare di 200 mila tonnellate di spazzatura e le spedizioni delle ecoballe verso altre regioni italiane sembrano ora le uniche in grado di assorbire le tonnellate di rifiuti che assediano ancora le strade. Il quadro tracciato non è certo incoraggiante e crescono preoccupazione e rabbia. Coraggiosa ed emblematica la dichiarazione del sindaco di Salerno, il ds Vincenzo De Luca che denuncia un sistema di potere nazionale, colpevolmente colluso e tristemente noto da queste parti: “Il dato più preoccupante è la ripresa fortissima dei poteri criminali, con i due terzi del territorio regionale in mano alla camorra. La Campania è l’immagine di una democrazia malata. La verità è che una stagione di lotta alla criminalità in Campania si è chiusa con la sconfitta dello Stato, ammettiamolo, qui ormai diventa sempre più difficile immaginare un progetto di vita - afferma il sindaco di Salerno - e le cause della degenerazione del sistema risiedono nel sistema clientelare di massa che gestisce i fondi Ue, la spesa pubblica e la sanità, un male che riguarda soprattutto il centrosinistra”. De Luca, giustamente, affonda il coltello nella piaga del suo schieramento politico, ma è evidente che il sistema di potere di cui parla è stato ed è un giocattolo di tutti... destri, sinistri e centrini: un’unica melma liberaldemocratica.