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Iraq, uniti nella resistenza

di Hassan Juma'a - 21/04/2009

Gli occupanti di Bassora se ne vanno sconfitti. Il nostro messaggio ai leader britannici che hanno fatto la guerra? Che liberazione!



Sei anni dopo l’ingresso a Bassora dei carri armati statunitensi e britannici, la scena è di devastazione, con il sangue degli innocenti sparso per tutta la città e la terra martoriata dell’Iraq. Non sono stati risparmiati nemmeno scuole e ospedali. Prendendo a pretesto menzogne, il più grande impero della storia ha lanciato la guerra del 2003 per occupare la Mesopotamia, infliggendo danni incalcolabili alla culla della civiltà. Si è trattato di una aggressione, istigata da una piccola minoranza di guerrafondai.

E’ mia ferma convinzione che a causare le condizioni caotiche che durano ancora oggi sono state le potenze occupanti, che hanno polverizzato gli innocenti con bombe da mezza tonnellata, uranio impoverito, e fosforo bianco. L’intervento guidato dagli Stati Uniti si è esteso al processo politico, gravando l’Iraq con leggi tese a seminare discordia varate dal governante nominato, Paul Bremer.

Nonostante la propaganda che sostiene il contrario, le forze americane e britanniche non hanno fatto nulla di positivo. A parte bombardare la gente, hanno reso possibile il saccheggio delle risorse irachene, il furto dei beni delle persone mascherato da operazioni di perquisizione, il radicamento della corruzione, la distruzione di musei e biblioteche, e la rimessa in vigore dei decreti anti-sindacali di Saddam. Ecco perché gli abitanti di Bassora e tutti gli iracheni considereranno la partenza degli invasori sconfitti la loro più grande ricorrenza. Festeggeranno consapevoli che la loro forza di volontà è più forte delle forze armate più potenti al mondo, e che le nostre strade e i nostri vicoli non sono fatti per lanciare fiori agli invasori e ai criminali di guerra.

In mezzo al dolore e alla sofferenza, c’è anche il ricordo indelebile di quei valorosi che resistettero agli aggressori a Umm Qasr, la porta meridionale di Bassora e dell’Iraq. Nonostante disponessero solo di armi assai leggere, sfidarono una potenza di fuoco schiacciante per sette giorni. Furono i nuovi martiri di una città che di martiri fra i suoi figli e le sue figlie ne aveva avuto legioni durante la tirannia di Saddam.

La loro resistenza fu il segnale inequivocabile del fatto che il popolo iracheno non avrebbe accettato supinamente l’occupazione. Ricordò agli aggressori di "colpisci e terrorizza" che l’Iraq non era la passeggiata che avevano sognato. Fu del tutto naturale per gli iracheni, che avevano combattuto a lungo contro l’oppressione di Saddam, emulare la resistenza degli abitanti di Bassora – una resistenza che ha costretto le forze britanniche ad abbandonare Bassora città e cercare riparo nelle loro basi.

La guerra contro l’Iraq è stata persa perché ha tentato l’impossibile: controllare e soffocare il desiderio di libertà di un popolo. Ha fallito totalmente – nonostante la sua potenza di fuoco e il fatto di avere alimentato il terrorismo – per seminare divisione e distruggere l’unità dell’Iraq. I progetti dell’occupazione tesi a seminare discordia sono stati ostacolati da radici più profonde di unità.

Sono convinto che cacciare gli occupanti sia il desiderio della gente – a prescindere dalla religione, dalla confessione, o dall’etnia. Che gli Stati Uniti e i loro alleati non abbiano dubbi sul fatto che gli iracheni rifiuteranno l’ingiustizia e chiameranno a render conto coloro che hanno distrutto il loro Paese e l’hanno derubato delle sue risorse. I progetti imperiali falliranno in ogni caso. Gli odiati invasori devono lasciare il nostro Paese. Siamo totalmente capaci di ricostruirlo e di farlo sviluppare.

La storia non guarderà in modo benevolo al governo britannico per avere appoggiato la guerra Usa contro l’Iraq, e tuttavia gli Stati Uniti tratteranno con disprezzo il loro alleato subalterno – il padrone cercherà senza dubbio di avere il controllo esclusivo dell’Iraq e delle sue risorse.

Chiedo a coloro che sostengono la libertà in tutto il mondo di appoggiare il popolo iracheno. E al movimento britannico contro la guerra dico grazie, ma questo è il mio messaggio finale ai guerrafondai britannici: "Che liberazione!". La maledizione delle vostre vittime irachene vi accompagnerà sempre, perché avete ucciso gente innocente e torturato prigionieri. Andate nella pattumiera della storia, e non dimenticate mai l’eroica Bassora e la grande lotta del popolo iracheno.

Hassan Juma'a è presidente della Federazione dei lavoratori del petrolio iracheni, che ha sede a Bassora
The Guardian

(Traduzione di Ornella Sangiovanni)