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Louis-Ferdinand Céline, gatto randagio

di Marina Alberghini - 24/04/2009



Bollato con l’infamante stampino dello scrittore maledetto. Accusato di antisemitismo, nazismo, collaborazionismo. Autore di pagine memorabili e di requisitorie infamanti. Louis-Ferdinand Céline si è cucito addosso, suo malgrado, una fama inversamente proporzionale al valore di alcune delle sue opere, fama peraltro incrementata da scelte pubbliche controverse e pagine violentemente antisemite.Con una monumentale e dettagliatissima biografia dal titolo Louis-Ferdinand Céline, gatto randagio, di recente pubblicata da Mursia, Marina Alberghini ha messo a fuoco la figura del grande scrittore, rivalutando la vita di un “uomo che si farà preda per stanare il potere e denunciarlo, da qualunque parte esso provenga”.
Un atteggiamento polemico che riverserà anche nei confronti della Russia comunista….
Sarà quella l’accusa più dirompente, che distruggerà la sua esistenza. Dopo un viaggio in incognito in Russia, nel ’36, denuncerà gli orrori di Stalin in Mea Culpa e poi in alcune lettere e pamphlet, attirandosi l’ira e la persecuzione dei comunisti francesi e della loro intellighenzia. Oggi si parla molto del massacro di Katyn. Ecco, Céline fu il primo a dire che erano stati i sovietici a sterminare i polacchi. Una verità che adesso è nota, ma che allora gli costò l’offesa da parte dei comunisti francesi di filo-nazismo.
Lei racconta anche di un Céline che anticipa di un torno d’anni l’incombere della seconda guerra mondiale….
Nel 1933 fece un discorso pubblico, l’Hommage à Zola. Tuttavia, non parlò dello scrittore francese. Piuttosto, preferì concentrarsi sui totalitarismi che stavano dilagando, analizzandoli mirabilmente alla luce delle scoperte freudiane e dimostrando che è l’impulso di morte che porta un popolo ad asservirsi al suo dittatore e a provocare la guerra. Nessuno storico di rilievo ha evidenziato quest’aspetto, anche perché la persecuzione di Céline da parte degli intellettuali della gauche fece scomparire tutti i documenti, tornati alla luce solo recentemente.
Un esempio?
Molte sue lettere testimoniano questa previsione. Eppure, diversi studiosi hanno ribaltato la realtà. È il caso di uno dei suoi vecchi biografi, che postò una sua missiva del ’33, dove scriveva: “Al fascismo andiamo, noi vogliamo” e la piantò lì, per far capire che Céline era filo fascista. Ma la lettera continuava: “…perché questa Europa imputridita non si merita di meglio”. Nel mio libro, ovviamente, la lettera è riportata integralmente.
Veniamo al tanto discusso antisemitismo. Difficile sottovalutare le invettive di Bagatelle per un massacro.
L’antisemitismo di Céline è molto marginale rispetto alla sua opera. È riscontrabile in un solo pamphlet ed è stato messo in risalto per colpirlo. Il suo supposto collaborazionismo non è mai esistito e il mio libro lo dimostra con documenti ineccepibili usciti ultimamente. Céline non invocò mai un pogrom e neanche le camere a gas, che non sapeva nemmeno esistessero. Viene considerato antisemita anche L’Eglise, scritto per colpire Raichmann, un ebreo a capo della Società delle Nazioni. Ma quell’opera colpisce più che altro il potere della parola, quello politico verbale, che appartiene a tutti e non parla di ebrei o ebraismo. L’autore di Morte a credito ebbe poi molti amici e difensori ebrei, e ne salvò altrettanti dalla persecuzione nazista grazie a certificati falsi.
Céline e l’eros: un rapporto complesso, eppure utile per capire alcune delle sue scelte.
Credeva molto nelle donne, tanto da scrivere che quando il potere “muscolare” maschile sarebbe finito, esso avrebbe lasciato il posto a quello intuitivo femminile ed il mondo se ne sarebbe certamente giovato. Era per la completa libertà sessuale della donna, convinto che il suo potenziale erotico fosse di molto superiore a quello dell’uomo. Tra loro, amò molto le danzatrici classiche, definendole “musica fatta carne”. Ebbe tre mogli e un numero infinito di amanti, una delle quali tentò il suicidio quando decise di lasciarlo. Era un uomo avvenente, con un fascino magnetico ed erotico che faceva davvero strame sia tra il pubblico femminile e anche…. in quello maschile. Praticò una sessualità senza confini, non fu mai omosessuale sebbene non nutrisse alcuna preclusione contro i gay. Ed infatti quando Jean Cocteau fu attaccato dai fascisti per la sua relazione con Jean Marais, lo difese strenuamente.

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