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Le escort, il colonnello e lo Zar

di Alfredo Musto - 07/11/2010




L’inarrestabile Giuseppe D’Avanzo, giunto all’ottava puntata di quella che ormai è una sorta di rubrica aspirante inchiesta dal titolo “L’abuso di potere”, su Repubblica del 5 novembre compone un simpatico quadretto foto-didascalico che scandisce le note vicende del Cavaliere.Da sinistra sono indicate: l’escort P. D’Addario, la (ex) minorenne Ruby, l’escort/2 Nadia Macrì, il fotoreporter Zappadu. Gli ultimi due personaggi sono: Gheddafi che “è da molti anni una ‘spalla’ privilegiata della politica estera di Berlusconi. I due ostentano un feeling personale che suscita diffidenze da parte degli Usa”; Putin, cioè “l’altro interlocutore privilegiato di Berlusconi nella costruzione della politica energetica dell’Italia. Frequenti gli incontri ‘personali’ tra i due”.

Dovrebbe più o meno suscitare una qualche curiosità l’accostamento del Colonnello libico e dello “Zar” russo alle celebri dame da compagnia del presidente Berlusconi. In questo caso, infatti, non si tratta della moralisteggiante condanna della particolare predisposizione dei leaders in questione a circondarsi di avvenenti fanciulle o signore, ma di un più preciso collegamento di altro genere.

D’Avanzo chiama in causa l’intervento a Palazzo Madama del senatore del Pd Luigi Zanda, già altre volte intervenuto sulla delicata situazione del rapporto sicurezza-ricattabilità del nostro premier: “La questione riguarda anche la sicurezza economica dell’Italia. Ad esempio, la delicatezza la vulnerabilità della nostra posizione (ricordata anche all’Ambasciatore degli Stati Uniti in Italia), per i rifornimenti energetici e i nostri rapporti con mercati delicati come quelli della Russia e della Libia. Non è difficile comprendere come a un uomo di governo che tratta in prima persona affari di questa natura e di tale consistenza economica e geopolitica, venga richiesto di non ricevere a casa sua decine di donne sconosciute con tanto di registratori e di macchine fotografiche”.

Noi qui ci siamo sempre posti quest’ordine di considerazioni e soprattutto abbiamo sempre evidenziato ciò che per Repubblica e consimili è una grave pericolo, ma che sarebbe un’auspicabilissima strada da seguire per l’Italia, cioè quella di sempre più audaci e strette relazioni politico-economiche ed energetiche sul versante mediterraneo e orientale. Insomma, una politica estera nazionale che finalmente sappia declinarsi in uno scenario globale frastagliato ma con un irreversibile carattere di multipolarità. In questo senso, bisogna riconoscere a questo governo di aver lavorato (pur non essendo anti-atlantico, ovviamente) con una certa efficacia in questa direzione, almeno assecondando determinate dinamiche geoeconomiche con in primis l’ENI protagonista. E si è altre volte analizzato come questo tipo di condotta sia null’affatto consona alle strategie anglo-americane e agli interessi di date società petrolifere e che le manovre per danneggiarla o stroncarla sono in atto e si manifestano in modi diversi.

Anche Repubblica, per forma mentis e dipendenze di potere, come è noto attacca questa condotta perché fuori dai parametri atlantici di riferimento.

Ecco che il pezzo di D’Avanzo e i suoi accostamenti di fatti e personaggi – dalla D’Addario a Putin - suonano in questo caso un po’ troppo reticenti se non apertamente omertosi, ma senz’altro allusivi. Ecco che allora sorgono delle ingenue domande, tra le tante possibili.

Chi informa chi circa certe presenze nelle residenze del premier?

Da dove proviene l’input all’azione di certe procure? Come vengono fuori certe notizie per cui una procura indaga e un giornale pubblica o viceversa?

Che qualcuna delle signorine che allietano i festini di B. sia infiltrata prima o spalleggiata dopo da qualcuno? Chi le garantisce e le sorregge nella loro coraggiosa iniziativa di fare piccanti rilevazioni o attacchi nei confronti di un uomo comunque potente come il Presidente del Consiglio? Perché tutte queste falle nel suo sistema di sicurezza, fermo restando la sua “leggerezza”?

Diciamo che delle risposte approssimative da tempo, per chi volesse, ci sono. E le allusioni di Repubblica, per quanto malevole, né sorprendono né suonano irrealistiche. Che sia ben informata?