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Nucleare: una partita truccata

di Giancarlo Terzano - 05/01/2011

 

E’ un bel gioco, quello degli scacchi: richiede abilità, intelligenza, capacità strategiche, e non consente imbrogli: non ci sono sviste arbitrali, non c’è bisogno di moviola, non c’è spazio per indegne sceneggiate. Vince chi ha giocato meglio, e al perdente non resta che riconoscere l’abilità dell’avversario.
Non riesco ad associare, ad una partita di scacchi, l’idea del trucco. E ciò contribuisce a rendere ancora più irritante la pubblicità televisiva, in onda sulle reti nazionali, che presenta, come una regolare partita di scacchi, il confronto sull’energia nucleare. Promossa dal Forum nucleare, la pubblicità è un invito al cittadino ad informarsi, ad essere pro o contro il nucleare, ad avere una posizione consapevole sul controverso tema. Un invito – messo in questi termini – assolutamente condivisibile ed opportuno: anche noi vorremmo che i cittadini si informino, escano dal torpore o dalla rassegnazione e prendano atto della partita che si sta giocando. Che sappiano prevedere – per restare alla metafora scacchistica – la strategia opportuna sulla scacchiera energetica, comprendendo i rischi delle mosse azzardate, la necessità del sacrificio inevitabile di alcuni pezzi, gli intenti e le trappole del giocatore avversario, per arrivare finalmente alla vittoria finale.
Peccato che l’invito, apparentemente neutro ed imparziale, celi invece una partita truccata. Truccata sotto almeno due profili. Intanto, perché il Forum è un soggetto tutt’altro che imparziale: si tratta di un’associazione culturale e formativa no-profit (… verrebbe da dire che è bello sapere che c’è ancora tanta gente che opera senza scopo di lucro …), che ha, quali suoi soci fondatori, Enel Spa e EDF International, Areva e Ansaldo, Edison e compagni vari, tutti soggetti, insomma, che lo scopo di lucro, lo perseguono, eccome, e che, per sostenere i loro progetti nuclearisti, mettono ora in campo i loro potenti mezzi di comunicazione. E che si tratti di un’associazione schierata, che ha il compito di propagandare il nucleare, lo si coglie immediatamente, nella scelta degli articoli, nelle notizie divulgate, nelle omissioni presenti. Non mancano (rari) spazi riservati a voci contrarie (un contentino, per potersi ammantare di una parvenza di oggettività e confronto) ma il messaggio ripetutamente veicolato è quello per cui l’energia atomica è bella, sicura, moderna, economica, ecologica … Fa niente che, per dare tali rassicurazioni, sia necessario nascondere i problemi e banalizzare gli ostacoli, sostenendo, ad esempio, che Chernobyl ha provocato ad oggi solo 54 vittime, oppure che, per la sistemazione delle scorie, le soluzioni sarebbero già pronte, se non fosse per l’ottusa opposizione delle popolazioni locali (la vicenda del progettato deposito di Yucca Mountain, negli USA, dovrebbe bastare a far capire le difficoltà – irrisolte – di trovare un alloggio definitivo alle scorie ad alta intensità). Nessun cenno alle debolezze del sistema EPR, né ai costi di smantellamento delle centrali (già, tanto non saranno ENEL e compagni d’avventura a pagarli). Ispirato dalla logica produttiva dei giganti dell’energia, il forum non cita neanche le possibilità offerte dai sistemi distribuiti di energia, gli enormi margini di riduzione dei consumi tramite il risparmio energetico, né – ci mancherebbe – la possibilità di un futuro meno energivoro e più sostenibile grazie ad orizzonti di decrescita felice.
Ma la partita è truccata anche sotto un altro aspetto. Il forum nucleare, nell’invitarci ad informarci per prendere una posizione, ci dice, a grandi lettere, che “la tua opinione è importante”. Peccato che, di questa opinione, i protagonisti della nuova avventura nucleare non abbiano finora voluto tener conto. Il ritorno al nucleare in Italia è avvenuto senza un vero confronto, passando tranquillamente sopra il verdetto del referendum del 1987; un verdetto netto, di sonora bocciatura del nucleare, a differenza di quanto sostiene Chicco Testa, presidente del consiglio direttivo del forum nucleare, che, arzigogolando sui quesiti referendari del 1987, afferma che quel referendum “non bocciò formalmente il nucleare, né stabilì la chiusura delle centrali” (caro presidente Testa, in Italia i referendum abrogativi portano gli elettori a pronunciarsi su singole norme, scritte con linguaggio giuridico e quindi spesso anche incomprensibili ai più, ma gli italiani sapevano bene che abrogando quelle norme si diceva semplicemente no all’esistenza di centrali nucleari sul nostro territorio, senza se e senza ma). Un verdetto chiaro, quello del 1987, che oggi può anche essere rivisto, ma dando parola al popolo, e non, come invece avvenuto, togliendo alle popolazioni il diritto a decidere del loro futuro (è appena il caso di ricordare che le centrali potranno essere costruite anche contro la volontà delle popolazioni ospitanti, il che la dice lunga sull’interesse a conoscere cosa pensino gli italiani del nucleare). Ciò che si cerca è il “consenso sociale”, cioè la passiva accettazione degli impianti da parte degli sfortunati italiani che dovranno convivere a più stretto contatto con essi. Dell’opinione dei cittadini, politica ed economia fanno volentieri a meno. Per tornare alla metafora scacchistica, possiamo partecipare alla partita, ma, per uno strano regolamento, ci viene impedito di poter muovere scacco matto al re avversario.
Le partite di scacchi non ammettono trucchi. Ma sappiamo che non tutti i giocatori ammettono di concorrere lealmente. Ne Il settimo sigillo di Bergman, il Cavaliere perde la sua partita con la Morte, che approfitta di una voluta disattenzione del crociato per risistemare la scacchiera a modo suo e fare scacco matto. Ha il suo programma, la Morte, e non ama incontrare ostacoli.
Nella nostra partita sul nucleare, ci vediamo nei panni del crociato, che lotta per la Fede e la Vita, contro il programma di morte del suo avversario. Vorremmo giocare senza trucchi, e, naturalmente, vincere.