Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Petrolio nel Lambro: la svolta?

Petrolio nel Lambro: la svolta?

di Alessandro Iacuelli - 09/02/2011



La notte tra il 23 e il 24 febbraio 2010, nel fiume Lambro, in provincia di Monza, diverse tonnellate d’idrocarburi fuoriuscirono dalla Lombarda Petroli di Villasanta, finendo direttamente nel fiume. Quasi un anno dopo, arriva la svolta nelle indagini: i due titolari dell'azienda sono stati iscritti nel registro degli indagati. Si trattò di un grave allarme ambientale. Intorno alle 4 del mattino, alcuni ignoti aprirono i collettori di collegamento di tre cisterne del deposito dell’ex raffineria Lombarda Petroli, causando la fuoriuscita di circa 10 milioni di litri di gasolio per autotrazione e riscaldamento e di olio combustibile, che in parte finirono nel vicino fiume Lambro.

Gli idrocarburi si riversarono prima in un vascone, poi nel condotto fognario, causando il blocco del depuratore dell'alto Lambro di Monza e quindi lo sversamento nel fiume. La fuoriuscita di petrolio e gasolio dai serbatoi della raffineria fu fermata solo a fine mattinata del 24 febbraio.

L'onda nera finita nel fiume iniziò a scivolare, trascinata dalla corrente, verso valle, giungendo fino a Peschiera Borromeo; venne fermata dalla protezione civile giusto poco prima di finire nel Po. Ci volle uno sbarramento a San Zenone, in provincia di Lodi. Da subito si presentò come un disastro doloso. Gli stessi vigili del fuoco intervenuti sul posto fecero notare come aprire quei collettori non fosse impresa facile e di come doveva essere stato necessario l'intervento di qualcuno "esperto", di qualcuno cioè che conoscesse l'impianto.

Il disastro ambientale, come avviene sempre quando interessa i fiumi, non finì certo lì. Il deposito si trova al fianco di un'area sottoposta ad un'operazione di recupero ed edificazione, che in seguito dovrebbe interessare anche l'area dell'ex raffineria con il progetto "Ecocity Villasanta Monza".

In queste ore si é appreso da fonti politiche che lo sversamento di olio e petrolio nel fiume Lambro dalle cisterne della Lombarda Petroli sarebbe avvenuto per nascondere precedenti reati fiscali da parte della proprietà. Questa sarebbe, secondo quanto riferito dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite nel ciclo dei rifiuti che ha svolto audizioni a Monza, l'ipotesi su cui stanno lavorando gli inquirenti della procura di Monza.

I magistrati della procura brianzola hanno iscritto nel registro degli indagati i titolari della Lombarda Petroli, Giuseppe e Rinaldo Tagliabue, ipotizzando il reato di sottrazione all'accertamento o al pagamento delle accise sugli oli minerali. Ma potrebbe essere contestato anche il reato di disastro ambientale. "L'indagine è alle fasi finali, tra poco sapremo con più precisione", ha spiegato Gaetano Pecorella, presidente della Commissione: "Possiamo dire con sicurezza che non è un episodio collegato alla criminalità organizzata, ma si è trattato di uno sversamento di petrolio per coprire evasioni fiscali e illeciti fiscali precedenti".

La Lombarda Petroli non ha più una raffineria a Villasanta, pertanto era stata privata delle necessarie autorizzazioni per tenere stoccati in loco tutti quegli idrocarburi. Un illecito di tipo amministrativo e fiscale. Secondo indiscrezioni raccolte in procura a Monza, probabilmente i due titolari avevano ricevuto alcune "voci" secondo le quali stavano per subìre un controllo.

L'assurdo è che per non far trovare i diecimila litri di oli minerali li avrebbero fatti fuoriuscire dall'impianto, pensando magari che non si riuscisse a risalire alla loro responsabilità. Se così fosse, ci troveremmo ancora una volta di fronte ad un caso di miopia industriale che sfocia nell'attitudine criminale, come definire altrimenti l'immissione in ambiente di una simile quantità di gasolio, bene tra l'altro anche prezioso sul mercato?

Intanto, non c’è pace per il Lambro, ai vertici delle classifiche dei fiumi più inquinati d'Italia. Dopo il disastro doloso di Villasanta, altri otto disastri ambientali hanno visto protagonista il suo bacino. L'ultimo allarme, in ordine di tempo, è scattato il 28 gennaio, quando su segnalazione di cittadini di Biassono e Villasanta, gli agenti della Polizia Provinciale, insieme ai tecnici del Settore Ambiente, dell'Arpa e anche del Nucleo sommozzatori della Protezione Civile, hanno scoperto l'immissione di un nuovo inquinante nelle acque.

Secondo le prime indagini, il tutto è avvenuto nel tratto di fiume che scorre nel parco di Monza, dove è stato individuato uno scolmatore del collettore fognario proveniente dalla zona industriale di Villasanta. Ulteriori ricerche sono in corso per localizzare con maggiore precisione il punto esatto dello sversamento. Si tratta ancora una volta d’idrocarburi e sostanze oleose.

In un paio di ore la macchia fortemente inquinante si è diretta verso Milano, dove sono stati allertati i tecnici e la polizia provinciale. Nel frattempo la Protezione civile ha valutando la possibilità di posizionare pannelli assorbenti nei tratti del fiume più idonei a raccogliere eventuali residui ed iniziare così l’opera di bonifica. I tecnici stanno poi ultimando i campionamenti per procedere con le analisi di laboratorio.

Ogni volta che qualche nuova onda nera compare sulla superficie del Lambro, la mente corre indietro nel tempo, fino a quella notte del disastro doloso della Lombarda Petroli. Se le indagini, come sembra, approderanno ad un processo, seguiremo con interesse la vicenda: quella di una ordinaria follia industriale e fiscale, dove lo spettro di una multa ha condotto ad un grave attentato all'ambiente e alla salute umana.