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Autunno caldo, siamo sotto attacco: difendiamoci

di Giulietto Chiesa - 21/09/2011




Questo agosto ci ha riservato una serie di sorprese – relative, ma sorprese – la più importante delle quali è la conquista di Tripoli e il crollo della Libia. Noi occidentali, quasi tutti insieme, abbiamo realizzato una delle più invereconde operazioni militari, politiche e psicologiche mai tentate, paragonabile soltanto all’Iraq. Adesso la Libia diventerà un protettorato, l’Occidente sta digerendo questo nuovo pasto. Manca soltanto il ruttino finale dell’assassinio di Gheddafi, poi verrà il turno della Siria: perché gli Stati Uniti hanno problemi importanti da risolvere, una crisi che arriva e sarà molto grande, quindi un’altra guerra farà comodo e servirà a stabilire chi ha il potere nel mondo in una situazione così critica.

La seconda cosa è che in Europa si è discusso molto su come dare più potere a coloro che il potere ce l’hanno già tutto, cioè le grandi banche; rafforzare loro e colpire i popoli che non hanno nessuna colpa per il debito che è stato accumulato sulle loro spalle, a loro insaputa, e che adesso devono pagare. Di questo si è parlato, solo della crisi; il resto non c’è. Non c’è lo sfondo, non c’è l’idea di milioni di persone – che non lo sanno, perché non gli viene detto, perché l’intero sistema mediatico è nelle mani di coloro che hanno il potere, cioè delle banche. Non si è parlato di cambio climatico, non si è parlato di crisi energetica, ovviamente non si è parlato di beni comuni – ma questo ça va sans dire.

La terza cosa che mi ha colpito di quest’estate è la rivolta di Londra: sintomo della crisi, da un lato, ma sintomo anche per noi molto preoccupante, perché la rivolta dei figli del consumismo, niente di più e niente di meno. E’ la rivolta plebea, la jacquerie di coloro che vogliono i beni del consumo e non se li possono procurare. Non c’è un progetto, ovviamente: c’è solo una rivolta insensata che si conclude con la rottura delle vetrine dei negozi. Sintomo inquietante, perché se non ci sarà una organizzazione, un programma, un progretto, la gran parte di queste rivolte che stanno per avvenire saranno così, delle jacquerie, delle rivolte senza senso che saranno colpite e represse col massimo di energia, com’è avvenuto in Inghilterra, per avvertire gli altri, quelli che potrebbero avere un programma: «State attenti, perché noi vi colpiremo nello stesso modo».

Anche questo è un preavviso, un segno; dobbiamo leggerlo con attenzione, perché ci stiamo avvicinando a un autunno che sarà caldo comunque, perché i grandi poteri del mondo occidentale stanno decidendo di rompere il patto sociale su cui si è costruito l’equilibrio dell’Occidente nel corso degli ultimi 70-80 anni. Sarà un colpo duro. Noi ci auguriamo che sia un autunno caldo, e faremo il possibile perché sia caldo, per loro – tanto, per noi lo sarà comunque. Non abbiamo molta scelta, né i greci né noi italiani: dobbiamo pagare 1.900 miliardi di un debito che loro hanno contratto, alle nostre spalle. Lo hanno contratto con la complicità di Carlo Azeglio Ciampi fin dall’inizio, governatore della Banca d’Italia, con tutti i governi di centrosinistra che si sono succeduti; non è solo la destra, è anche la sinistra che ha creato questa situazione.

Dobbiamo creargli un autunno caldo, perché il nostro sarà già caldo. E dobbiamo fare in modo che non sia un autunno paragonabile a quello di Londra, ma che sia un autunno consapevole, di persone che vogliono cambiare le cose e non sono disposte ad andare a rompere le vetrine ma vogliono cambiare il loro territorio, le scuole dei loro figli, gli asili infantili, gli ospedali, l’organizzazione sociale, i trasporti: un’altra vita, sapendo che questa è ormai impossibile, e che si va verso una transizione – lo si voglia o no – di grandi proporzioni e di grande drammaticità. Il problema di fondo sarà: come ci si arriva, a questa transizione; con quali idee, con quali programmi, in che forma, in che modo. Questo è quello ci aspetta; bisognebbere che ce ne rendessimo conto tutti in fretta, molto velocemente. Lo scontro non è evitabile, per la semplice banale ragione che ce lo impongono: hanno aperto loro il fuoco. E noi dobbiamo vedere qual è il modo migliore per difenderci.

(Giulietto Chiesa, “Un autunno molto caldo”, video-intervento editato su “Megachip”, www.megachip.info).