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La Palestina sotto attacco: il mondo tace

di Rodolfo Monacelli - 15/02/2012



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Mentre il mainstream si occupa incessantemente di una nuova “guerra umanitaria” contro il nuovo popolo barbaro e l’ennesima incarnazione di Adolf Hitler (questa volta la casella uscita è quella di Assad), nell’assordante silenzio di tutti i media la situazione in Palestina è sempre più preoccupante.

È notizia di Domenica 12 Febbraio che la polizia israeliana avrebbe vietato l’ingresso nella Spianata delle Moschee di Gerusalemme ai non musulmani dopo la pubblicazione su internet di un provocatorio volantino da parte della destra israeliana in cui si invitavano i membri del Likud ad assaltare al-Aqusa, insieme con una delegazione guidata dal leader Moshe Feiglin, per “purificare” la Spianata dalla presenza islamica, auspicando la demolizione della Moschea al-Aqsa e del Duomo della Roccia, consentendo così la riedificazione del biblico Tempio di Gerusalemme:

«Invitiamo tutti a salire sul Monte del Tempio, il tempio di Haram Ash-Sharif, uno dei siti religiosi più importanti della Città Vecchia di Gerusalemme, di dichiarare una leadership adeguata che garantisca il nostro pieno controllo del monte al fine di costruire il tempio sulle rovine di al-Aqsa».

A queste dichiarazioni il responsabile dell’Istituto al-Aqsa for the Waqf  and the Heritage ha invitato tutta la nazione islamica ed il mondo arabo ad assumersi ognuno le proprie responsabilità contro l’arroganza israeliana.
Feiglin ha negato un suo coinvolgimento nella produzione dei volantini, continuando a rinfocolare il nazionalismo ebraico sostenendo che «le forze di polizia israeliane sono spaventate da ogni ombra di minaccia islamica, dimostrando che il Monte del Tempio non è davvero nelle nostre mani e, dunque, il cuore della nostra nazione non è nelle nostre mani. È importante ripristinare la nostra sovranità sui luoghi santi della nazione ebraica e tutti coloro che saliranno sul Monte riacquisteranno un’altra fetta di sovranità».

Una posizione certo non isolata, ed è questo l’aspetto più preoccupante. Il gruppo de “I fedeli del Monte del tempio”, dichiara ad esempio sul suo sito web che il loro obiettivo sarebbe quello di «liberare il Monte del tempio dall’occupazione Arab (islamica), in modo che possa essere consacrato nel nome di Dio».
La reazione non si è fatta attendere e, sin dalle prime ore dell’alba, centinaia di fedeli musulmani  hanno deciso di presidiare al-Aqsa mentre i nazionalisti israeliani, per ora, hanno rinunciato ad entrare nella Spianata delle Moschee limitandosi a pregare nella sottostante Spianata del Muro del Pianto.

Quest’azione non è stata, però l’unica azione antiaraba negli ultimi giorni. Vanno ricordate, infatti, le scritte antiarabe ed antislamiche apparse a Gerusalemme sui muri di una scuola dove studiano insieme bambini israeliani e palestinesi, “Morte agli arabi”. Un’azione operata dagli stessi gruppi, legati al movimento dei coloni israeliani, che da mesi stanno profanando luoghi sacri, islamici ma anche cristiani, in Cisgiordania, Gerusalemme e Galilea, ed edifici pubblici, non solo palestinesi, con slogan razzisti ed incitanti all’odio. Che questa mano sia chiara ed identificabile è molto probabile dal fatto che Arutz 7, la potente radio legata al movimento dei coloni, aveva lanciato nei giorni precedenti un duro attacco alla scuola, colpevole di insegnare ai bambini (ebrei ed arabi, ricordiamolo) la storia della Nakba, il termine con cui i palestinesi indicano la perdita delle terra e l’esilio per centinaia di migliaia di profughi dopo la proclamazione dello Stato sionista nel 1948.

Che la situazione in Palestina sia molto preoccupante lo dimostra anche un fatto, a prima vista superficiale, ma estremamente inquietante. Un gruppo di hacker, sempre in quest’ultimo periodo, sarebbe riuscito ad infiltrarsi e a chiudere due siti d’informazione sulla tragedia palestinese nella Cisgiordania, tra i quali Wafa, l'agenzia di stampa ufficiale dell'Autorità Palestinese, e diversi siti web affiliati con il Network Ma'an, compresa la sua pagina di notizie che registra ogni giorno mezzo milione di visitatori palestinesi, israeliani, europei, americani, asiatici e australiani.

Attacchi non casuali, come ha dichiarato il presidente dell’Associazione Nazionale Palestinese, Mahmoud Abbas per il quale la Palestina si troverebbe di fronte ad un attacco da parte degli hacker senza precedenti e che enormi quantità di e-mail  verrebbero inviata per disabilitare i server palestinesi.

Torniamo alla domanda iniziale: perché sta succedendo questo e perché il mondo non ne parla? Probabilmente spira sempre più forte un vento di guerra. Israele si sta preparando ad un intervento militare in Siria e successivamente in Iran. Deve avere le mani libere. Non deve avere altre preoccupazioni. E dunque ha deciso di risolvere, con vari mezzi, la questione palestinese, attaccando anche l’alleata Anp che ultimamente aveva introdotto delle aperture inaccettabili nei confronti di Hamas. Non era possibile. Non era tollerabile. Dunque l’attacco.

Da parte nostra possiamo soltanto ribadire il sostegno al popolo palestinese e a qualunque organizzazione che si ribelli al decennale razzismo e colonialismo sionista.