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Lacrime e uova

di Francesco Mario Agnoli - 24/04/2012

Contestazioni  e uova marce a Torino contro l'auto della “maestrina” Fornero e le sue lacrime di coccodrillo. Certamente è criticabile, a pari di ogni gesto di violenza,  il lancio di uova, e ancor più, se vi è stato, quello di pietre, ma è inevitabile che la collera popolare assuma queste forme se, per assenza di canali politici, non ne trova altre. Una parte della popolazione, in costante aumento giorno dopo giorno, avverte sempre più urgente la necessità che qualcuno che abbia i numeri e la forza  si faccia interprete del proprio sdegno  contro il caro leader che, dopo avere  spremuto gli italiani oltre ogni ragionevole limite si abbandona anche a battute di pessimo di gusto. Difatti che altro è se non una brutale presa in giro dei proprietari di casa (cioè l'80% degli italiani) che protestano contro l'Imu/bis la   replica di Monti che la  cosiddetta tassa di scopo sugli immobili  esisteva  già?  Che esistesse è vero. L'aveva introdotta nella Finanziaria 2007 un altro  piccolo tecnocrate prestato alla politica, Romano Prodi,   ma davvero l'illustro bocconiano crede che gli italiani non siano in grado di capire che  le percentuali (anche quelle, in apparenza modeste,  del 5 per mille) danno  risultati molto diversi a seconda della base  cui si applicano   e che, grazie a lui, la base dell'Imu è ben più consistente di quella dell'Ici e  che già il semplice passaggio del periodo di applicazione  da cinque a dieci anni raddoppia l'imposta?

    Il guaio è che le battute (humour british?) di Monti trovano molto spazio  e applausi sul tutto il mass-mediume di servizio, mentre lo sdegno degli italiani, a democrazia sospesa, ne trova pochissimo in parlamento. Di qui le uova.

    Non passa giorno senza che il caro leader ci informi che  tutto questo  lo dobbiamo sopportare per  non seguire la Grecia nel baratro. Il guaio è  che per molti aspetti (i più importanti) noi siamo già come la Grecia. Soltanto i greci e gli italiani sono costretti a sopportare un governo che non hanno scelto, ma gli è stato imposto dall'esterno, poco importa se da Berlino o da Bruxelles, e che non perde occasione per ricordarci con supponenza che comunque non  dovrà rispondere del suo operato agli elettori. A tutti gli altri popoli europei è stato  e viene consentito di scegliere, inclusi  spagnoli e francesi (questi  ultimi, se verranno confermate le pressoché unanimi previsioni, si apprestano a  congedare  il reggicoda  della Merkel, Sarkozy con la sua Carlà).   Ugualmente, se la crisi appena aperta non rientra,  potranno fare fra  qualche mese  i cittadini dell'Olanda, dove sabato 21 aprile il premier  Mark Rutte ha presentato le dimissioni  del suo  governo di centro-destra che si reggeva grazie all'appoggio esterno del  Pvv (Partito della libertà).  Rutte si apprestava ad accogliere le richieste dei tecnocrati  europei  con una nuova torchiata (niente rispetto a quanto sta toccando a noi)  per fare scendere il rapporto  deficit-Pil  dall'attuale 4,7% a meno del 3%. Il leader del Pvv, Geert Wilders,  non si è prestato dicendo : “Non lasceremo scorrere il sangue  dei nostri pensionati a causa di Bruxelles”. Al contrario il sangue dei pensionati italiani, assieme a quello dei proprietari di case (inclusi quelli che possiedono, magari col mutuo, solo il tetto sulla propria testa)  può scorrere tranquillamente accompagnato, per colmo di infame derisione,  dal quotidiano bla-bla sulla crescita.

     Naturalmente contro Wilders (esattamente come  contro  il governo ungherese, reo anch'esso  di ribellione contro i diktat dell'eurocrazia) si è subito levato il coro di tutti i mass-media infeudati a Bruxelles, prontissimi ad invocare il sollecito intervento  del braccio armato  della tecnocrazia, le agenzie di rating incaricate di  punire l'Olanda col declassamento del suo  debito.

      Magari Wilders sarà anche il cattivo  soggetto,  razzista e oscurantista che viene dipinto, esattamente come il premier ungherese Viktor Orban, dai mass.media di regime,  ma in ogni caso grazie a loro olandesi e ungheresi  hanno la possibilità di difendersi mentre italiani e greci debbono andare come pecore pazienti alla tosatura senza poi che nemmeno questo gli valga (ed è davvero la ciliegina sulla torta) un  po' di benevolenza  da parte  delle agenzie di rating e della altre misteriose divinità  che con le loro invisibili mani sovraintendono ai mercati e manovrano lo spread.

                                                                  Francesco Mario Agnoli