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Post-crescita, risorse ormai esaurite: c’è vita dopo il Pil?

di Debora Billi - 17/10/2012

Fonte: Petrolio


Richard Heinberg

Se non conoscete Richard Heinberg, vi consiglio di seguire il suo ormai annoso blog “Museletter”. Richard è uno dei migliori divulgatori nel campo ambiente, risorse ed economia. Il suo ultimo post racconta della presa di coscienza del governo australiano per quanto riguarda la situazione delle materie prime. Il ministro delle Risorse ha appena dichiarato alla Tv americana “Abc” che «il boom delle risorse è finito». L’Australia è un Paese minerario, e conta molto sulle esportazioni di materie prime per la propria economia, tanto da aver molto investito in infrastrutture e porti per rifornire il mondo. La crisi globale però si fa sentire: Europa e Usa sono in flessione, di conseguenza la Cina cala la produzione industriale, e ciò si ripercuote sul commercio australiano che esporta meno metalli e carbone.

Il mondo di oggi è un sistema interconnesso, e nessuno è immune dal famoso battito di ali della farfalla. Dice Richard: «Il sistema sta subendo una correzione storica. Il manager strategico Jim Reid di Deutsche Bank ne ha dato un riassunto quando ha suggerito che il mondo finanziario occidentale è “totalmente insostenibile”». Se i leader continuano a dare per scontato che si tratti solo dell’ennesimo “mercato orso”, perderemo qualsiasi possibilità di prevenire le future crisi sociali. Il problema è sempre quello, nessuno mette in discussione la parola “crescita”. Nè il paradigma dominante liberista, che vede nell’austerity e nello Stato leggero la soluzione, senza accorgersi che in realtà le risorse liberate finiscono tutte nel bruciatutto finanziario; né la minoranza keynesiana, che sostiene come la spesa pubblica farà tornare l’economia ad una “normalità” in realtà ormai impossibile da ristabilire.

Nessuno dei due vuole ammettere che le proprie ricette siano sbagliate, perché ciò implicherebbe dare ragione all’altro. Ma forse entrambi sono sbagliati, e la crescita è semplicemente finita. Ci sono, dopo tutto, limiti sia alle risorse che al debito. Ci sarà vita dopo il Pil? Certamente, qualora prendessimo provvedimenti fin da ora. Come puntare sull’ambiente e la qualità della vita anziché continuare a consumare inutilmente. Stiamo per svegliarci tutti in un’economia post-crescita, e che sia un lieto risveglio anziché un altro incubo dipende solo da noi.