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Putin ha sfidato i signori del mondo

di Daniele Bernava - 22/09/2014

Fonte: millennivm


putin22

Vladimir Vladimirovič Putin, attuale presidente della Federazione Russa, è sicuramente la persona più mentovata e popolare al mondo al momento. Nel bene o nel male, a seconda dell’orientamento dei mezzi di comunicazione di massa, non si fa altro che parlare di lui.

Le definizioni su di esso si sprecano, da Zar, a nuovo Hitler, a uomo della Provvidenza, sta di fatto che sembra che il mondo, nonostante l’infinità dei problemi che lo attanagliano, sia concentrato sulla sua persona. Da dove deriva questa attenzione morbosa? Perché sembra che stia ostacolando qualcosa (il cosiddetto Nuovo Ordine Mondiale), che può essere positivo per alcuni e negativo per altri?

Non si pretende di dissipare tutti i dubbi, ma facendo un quadro documentato sul Presidente russo, si potrà rispondere alle perplessità di molti, che sembrano rassegnati alla vulgata qualunquista del tipo: “sono tutti massoni, sono tutti della stessa cricca, il mondo è spacciato”.

Egli nacque a Leningrado (1952), oggi San Pietroburgo, da una famiglia modesta, laureato in Diritto Internazionale (1975), dopo gli studi si arruolò nel KGB (1) e operò per anni nella Germania dell’Est, collaborando anche con la famigerata Stasi (2). Conosce infatti perfettamente il tedesco. Il grado militare conseguito è quello di Colonnello in Aeronautica.
Avendo avuto un passato nei servizi segreti, la sua figura può suscitare le ipotesi più disparate, ma si può essere sicuri che la sua conclamata abilità politica e tattica derivi anche da ciò. Egli stesso confidò di essere stato battezzato in segreto dalla madre, essendo il padre un fedelissimo comunista (3).

Nel 1999, dopo essere stato per un anno direttore dell’FSB, ricevette l’incarico di Primo Ministro da parte dell’allora presidente Boris El’cin. Ereditò una Russia economicamente prossima al collasso e falcidiata da guerre intestine (Cecenia), oltre che irrisa sul piano internazionale, visto che la NATO impunemente attaccò la Serbia (1999).

Ci fu un periodo in cui Putin non fu per nulla demonizzato, in cui George W. Bush lo considerò alleato contro il terrorismo, evitò pericolose frizioni e lo ringraziò “per essersi comportato da amico” (4).

Cosa ha cambiato l’atteggiamento verso la Russia e in special modo verso Putin?
L’evento che cambiò definitamente la visione occidentale sul presidente russo fu la vicenda di Michail Borisovič Khodorkovskij (5). Da quando, il 25 Ottobre 2003, gli agenti dell’FSB lo arrestarono circondando il suo aereo a Novosibirsk, s’incrinò irreparabilmente qualcosa.
Khodorkovskij , fin dai tempi della Perestrojka, cominciò a fare soldi rivendendo computer, accumulando denaro e usò questo per concedere prestiti ai nuovi imprenditori russi, cambiava rubli in dollari che avviava in conti presso paradisi fiscali, sotto la tutela dei Rothschild. Non a caso scelse quelli sotto tutela britannica, tra cui l’isola di Man e Gibilterra. I tempi di El’cin, amico di Khodorkovskij, furono propizi per le privatizzazioni. Nel 1994 comprò il 20% della Apatit, impresa mineraria statale del valore di oltre 1 miliardo di dollari, per soli 225 mila dollari, in cambio della promessa di investire 283 milioni di dollari in essa. All’asta successiva si presentarono solo sue società fittizie, una di queste si aggiudicò l’azienda, ma si rifiutò di investire la somma promessa, i tribunali russi vennero gabbati. La società di comodo trasferi’ le azioni acquistate ad una banca, la Menatep, fondata dallo stesso Khodorkovskij, che sparse la proprietà in varie altre società di comodo fuori dalla giurisdizione di Mosca. I prodotti finiti della Apatit vennero acquistati dalle società di comodo a prezzi stracciati, che puntualmente rivendettero a prezzi gonfiati sul mercato mondiale. Con questo sistema si pagarono tasse e dividendi in quantità minima. Secondo alcune stime la frode fu di circa 200 milioni di dollari.
Stesso sistema fu usato per la VSMPO-AVISMA, il colosso russo del Titanio, fondamentale per l’indotto militare, ma poi l’affare naufragò a causa dell’intervento indiretto, tramite il vecchio collega del KGB Sergey Chemezov, di Putin. L’azienda rientrò nelle mani di Mosca. Il settore militare ed aerospaziale furono salvati.

La goccia che fece traboccare il vaso fu l’affare Yukos.
Quest’azienda di fatto controllava il petrolio russo, Khodorkovskij, grazie ad un prestito dei Rothschild, l’acquistò per poco più di 300 milioni di dollari, ma la Yukos quotata in borsa rivelò il suo reale valore: circa 15 miliardi di dollari. E’ chiaro che fu un furto legalizzato. Con il solito trucco, vendette a prezzi di favore il petrolio e derivati a sue società di stanza a Gibilterra , ma che a loro volta rivendettero a prezzi di mercato, evasero tasse e non pagarono i dividendi. Stavolta la ruberia fu di quasi 2 miliardi di dollari. La dimostrazione dei legami con i Rotschild? Già prima che fosse arrestato nominò come possibile successore Lord Jacob Rothschild (6) e puntualmente cosi’ avvenne, non appena fu fatto arrestare da Putin, passò lo scettro a Lord Jabob (7).
La Yukos fu sequestrata, parte delle ingenti somme di denaro recuperate e successivamente fu acquistata dalla Rosneft, società la cui maggioranza è detenuta dallo stato russo, grazie ad un prestito cinese, rifiutando i prestiti della Banca Mondiale. La cosa fondamentale è una: Putin ha tolto dalle mani dei Rothschild (per chi non lo sapesse è la famiglia al vertice della finanza mondiale) il petrolio russo. Avere la Yukos significava avere la Russia in pugno o quasi. Uno sgarro insopportabile per la City, lo dimostra il fatto, che approfittando dell’attuale crisi ucraina, è saltata fuori una sentenza secondo la quale la Russia dovrebbe versare a titolo di risarcimento ben 50 miliardi di dollari per gli ex azionisti della Yukos (8).

A completare il quadro del “martire” del libero mercato Khodorkovskij, c’è il suo attivismo politico. Nel 2001 fondò la Open Russian Foundation, una copia della famigerata Open Society di Soros, i cui intenti erano di “ favorire una maggiore trasparenza, la comprensione e l’integrazione tra i popoli della Russia e il resto del mondo” (9). Fu fatta chiudere nel 2006 dalle autorità russe. E’ chiaro che Khodorkovskij non fu solo la testa di ponte della finanza mondialista, ma anche attivista politico con lo scopo di abbattere lo stesso Putin. Se non fosse stato arrestato, oltre a continuare a finanziare le opposizioni, avrebbe puntato alla presidenza russa, attraverso le elezioni del 2004, vinte da Putin. Se avesse acquisito il potere politico, la Russia sarebbe stata depredata come non mai. Per la cronaca, dopo l’arresto fu spedito in Siberia, nella città di Chita. Gli articoli dei giornali occidentali su di esso si sono sprecati, povero “martire” del libero mercato e della democrazia, in realtà l’attenzione gli è riservata in quanto pupillo della finanza mondiale. Nel 2013 è stato amnistiato con un atto di clemenza di Putin, che ha acconsentito alle richiesta dell’oligarca in quanto la madre era ammalata.
Una magnanimità di cui Putin forse si sarà già pentito, visto che il faccendiere della City ha tuonato contro di lui per l’annessione della Crimea e la gestione della crisi ucraina (10).

Putin ha fatto arrestare anche altri oligarchi, alcuni di essi sono scappati, come il defunto Boris Berezovsky, oligarca di origini ebraiche, avversario politico, finanziatore del terrorista ceceno Šamil Salmanovič Basaev (11), che rivendicò l’orribile strage alla scuola di Beslan (2004). Successivamente quest’ultimo fu ucciso (2006) in un’azione del forze speciali russe, stando alcune fonti.

Il nome di Putin è inevitabilmente legato a quello di Anna Stepanovna Politkovskaja, giornalista russa collaboratrice del giornale liberale Novaja Gazeta, nata a New York (1958) e assassinata in circostanze misteriose nel 2006. Oppositrice del presidente russo e critica dell’esercito russo impegnato in Cecenia, da lei accusato di torture e crimini vari. Vincitrice di molti premi da parte di organizzazioni occidentali, che le valsero l’accumulo di una piccola fortuna. E’ indubbiamente vero che “il suo omicidio ha fatto più danni delle sue pubblicazioni”, come disse Putin commentando la sua morte. Di sicuro egli non ha avuto alcun vantaggio, visto che è sempre stato il primo sospettato. Intelligenti pauca, si dice in latino. Per l’omicidio c’è stata una sentenza che ha condannato i presunti colpevoli (12).

Non si può parlare di Putin senza nominare Aleksandr Val’terovič Litvinenko, ex agente dei servizi sergreti russi e dissidente, morto avvelenato da Polonio 210 a Londra, ingerito in un Sushi Bar (2006). Egli nel 2002 pubblicò un libro libro “Blowing up Russia: Terror From Within”, finanziato da Berezovsky guarda caso, in cui accusava gli agenti del FSB di essere i veri responsabili della serie di attentati in Russia tra l’Agosto e il Settembre del 1999 e che fecero più di 300 vittime, il tutto per giustificare la repressione e la guerra in Cecenia (13). Insomma “false flag” in piena regola .
Le circostanze della morte lenta di Litvinenko sono singolari, visto che ebbe ben 2 settimane di tempo per confessare e lanciare accuse a Putin. Egli non poteva ricevere visite , le sue testimonianze venivano rese pubbliche da Alexander Goldfarb, scienziato russo, ma con cittadinanza israeliana e statunintense, che vanta collaborazioni con George Soros ed è presidente della Fondazione Internazionale per i diritti civili, fondata da Berezovsky.

L’ultimo russo ad aver visto Litvinenko prima dell’avvelenamento fu Andrej Lugovoi, dissidente fuggito da Mosca, accusato di aiutare indirettamente Berezovsky. Insomma di mezzo ci sono più dissidenti avversari di Putin che non agenti di quest’ultimo.
Molti dubbi ci sono attorno alla morte di Litvinienko, a partire dal Polonio 210, decisamente lento nell’azione , visto che passarono 2 settimane prima della morte permettendogli di parlare e che lascia evidenti tracce radioattive (mezza Londra presentava sua tracce!). Un po’ troppo macchinoso come metodo per togliersi di mezzo un personaggio scomodo. Poco dopo la morte della Politkovskaja, ma prima del decesso di Litvinenko, Putin aveva ottenuto la possibilità di estradare in Russia gli accusati di reati finanziari (quindi anche quella del fuggiasco Berezovsky). Tutto ciò getta sospetti sul giro degli oligarchi e sui terroristi ceceni al loro soldo, bisognosi di gettare fango su Putin. Le conferme arrivarono anche dal giornalista Sergej Sokolov che riportò i legami tra la Politkovskaja, i ceceni e Berezovsky e che sottolineò le parole di Putin proprio dopo la morte della giornalista, con cui il presidente russo affermava che c’erano prove secondo le quali i dissidenti e gli oligarchi indagati intendessero “sacrificare” qualcuno per la loro causa contro la Russia. Non ultima cosa come importanza, il Polonio 210 può essere tranquillamente acquistato su internet, viene usato anche come antistatico (14). Un intreccio degno del miglior film di 007.
Oggi gli oligarchi in Russia non sono del tutto scomparsi, sono presenti e hanno un ruolo importante nell’economia del Paese, ma verosimilmente esiste un “patto di non belligeranza” con Putin, che li contiene a livello politico senza essere repressivo oltremisura.
In questi ultimi tempi si fa un gran parlare di una “V Colonna” all’interno della Russia, un insieme di forze che potrebbero sconvolgere l’ordine russo in favore degli USA, come riportato da Paul Craig Roberts (15), noto giornalista e attivista statunitense.
E’ notizia fresca l’arresto dell’oligarca Vladimir Yevtushenkov, tra i piu’ ricchi in Russia, a quanto pare accusato di riciclaggio nella privatizzazione della Bashneft, azienda petrolifera, a cui sarebbe interessato il colosso statale Rosneft. Non potevano mancare le polemiche e l’intervento del famigerato Khodorkovskij, paladino della giustizia (16). Che sia cominciata la “pulizia” attorno al Cremlino? Il futuro ci darà risposte.

In Israele, quando si recò nel 2005, Sharon ingiunse di non cooperare con il nucleare iraniano, ma Putin gli rispose che è meglio cooperare che bombardare. Oltre questo, doveva smetterla di vendere missili alla Siria, ma egli replicò che erano a corto raggio e che erano pericolosi solo se si invadeva la Siria. Egli rispose con sarcasmo alla domanda su un eventuale aiuto russo al nucleare israeliano, dicendo che Israele non ne aveva bisogno, con chiara allusione alle 200 testate nucleari illegali. Inevitabile fu la domanda sull’antisemitismo in Russia, ma brillantemente replicò che in Israele furono profanate tombe di capi di stato, come quella di Ytzhak Rabin. Putin ovviamente rese omaggio alle vittime dell’Olocausto . Egli ha buoni rapporti con Israele, ma non si è mai mosso di un millimetro dalle sue posizioni. Il tutto ce lo riporta Maurizio Blondet (17).

La Russia sostiene la Siria, l’ha salvata dall’invasione con la consegna delle armi chimiche. Sulla crisi dell’Isis in atto, ha dichiarato che qualunque bombardamento sul suolo siriano senza consenso dell’ONU è da ritenersi una violazione del diritto internazionale, inoltre ha in precedenza fornito armamenti all’Iraq in lotta con il “Califfato islamico”.
Si possono citare anche le telefonate del presidente russo al Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu, per dissuaderlo dal proseguire nell’aggressione alla striscia di Gaza.
Israele stava per consegnare armi e droni all’Ucraina in lotta contro i filorussi, con il beneplacito del Ministero della Difesa di Tel Aviv, ma il Ministero degli Esteri ha bloccato tutto (18). Buon senso o si temono contromisure (Siria, Iraq, Iran…)? Si potrebbe propendere tranquillamente per la seconda ipotesi.
E’ necessario capire che Putin non è affatto contrario in principio ad un “ordine mondiale”, cosa che fa storcere il naso ai complottisti più ossessionati, i quali lo definiscono come l’altra faccia della medaglia del NWO. Egli comprende bene che il mondo si evolve e che gli scenari cambiano, quello a cui si sta opponendo, fatti alla mano, è il nuovo ordine mondiale unipolare, ovvero a guida USA. Attenzione, perché questo non significa che voglia sostituirlo con uno a guida russa, ciò non è fattibile.
La Russia non è l’URSS, non ha il medesimo sistema politico e non ha più uno stuolo di Paesi satelliti vincolati da un’alleanza militare, cosa che invece hanno gli USA, tramite la NATO. Da sottolineare che il mondo attuale presenta delle potenze emergenti per certi versi superiori alla stessa Russia, ovvero Cina ed India. Queste due, assieme alla Russia, Brasile e Sudafrica hanno costituito i BRICS, espressione della “multipolarità” auspicata da Putin stesso, che ha in cantiere una Banca di Sviluppo alternativa alla Banca Mondiale.

Il discorso storico di Putin tenuto il 19 Settembre 2013 al Valdaj, di cui si riporta una parte, ha fatto capire a molti che egli probabilmente è il più grande statista contemporaneo:

“Altra grave sfida all’identità della Russia è legata ad eventi che hanno luogo nel mondo. Sono aspetti insieme di politica estera, e morali. Possiamo vedere come i Paesi euro-atlantici stanno ripudiando le loro radici, persino le radici cristiane che costituiscono la base della civiltà occidentale. Essi rinnegano i principi morali e tutte le identità tradizionali: nazionali, culturali, religiose e finanche sessuali. Stanno applicando direttive che parificano le famiglie a convivenze di partners dello stesso sesso, la fede in Dio con la credenza in Satana… Per noi (parlo dei russi e della Russia) le domande sul chi siamo e chi vogliamo essere sono sempre più in primo piano. Ci siamo lasciati alle spalle l’ideologia sovietica, e non c’è ritorno. Chi propone un conservatorismo fondamentale, e idealizza la Russia pre-1917, sembra ugualmente lontano dal realismo, così come sono i sostenitori di un liberalismo estremo, all’occidentale” (19).

Non c’è null’altro da dire: l’antitesi del perverso “NWO” a guida statunitense che si vuole imporre.

E’ fuori di dubbio che Putin abbia ridato lustro alla nazione, risollevandola da un’economia fagocitata dagli oligarchi e da sciacalli assetati delle risorse russe, che una volta crollato il socialismo reale, non erano più sotto tutela statale. Chiunque voglia comprendere il lavoro fatto da lui può tranquillamente documentarsi, numeri alla mano, usando come periodo di riferimento dal 1999 al 2014 (20) (21) (22) (23) (24).

Il futuro riserva grosse sfide a Vladimir Putin, che ha sulle sue spalle il destino di 150 milioni di russi e le cui decisioni hanno ripercussioni praticamente su tutto il globo.

Alla luce di quanto descritto, sembra difficile che Putin possa trovarsi implicato in spartizioni consensuali premeditate, come sostiene qualche intellettuale. Qualunque accordo che si paleserà (se ci sarà) avrà solamente una natura tattica, perché l’obiettivo dei mondialisti è di estrometterlo, o con le buone o con le cattive.

 

Riferimenti e note:

1) Acronimo di Komitet Gosudarstvennoj Bezopasnosti , comitato per la sicurezza di stato, i famigerati servizi segreti sovietici. Adesso le sue veci in Russia sono fatte dall’FSB (sicurezza interna) e dall’SVR (sicurezza all’estero).

2) Acronimo di Ministerium für Staatssicherheit , Ministero della sicurezza di Stato, i celeberrimi servizi segreti (e con tutta probabilità furono i migliori al mondo) della Repubblica Democratica Tedesca.

3) http://www.ilgiornale.it/news/ecco-putin-cristiano-battezzato-segreto-sfidando-comunismo.html

4)http://archiviostorico.corriere.it/2001/ottobre/22/Usa_Russia_accordo_per_guerra_co_0_011022219.shtml
5) Oligarca e attivista politico di origini ebraiche, fu uno degli uomini più ricchi della Russia. Attualmente risiede in Svizzera.

6) http://news.bbc.co.uk/2/hi/business/3064683.stm

7) http://www.washingtontimes.com/news/2003/nov/2/20031102-111400-3720r/

8) http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2014-07-28/mosca-condannata-risarcire-50-miliardi-dollari-ex-azionisti-yukos-111421.shtml?uuid=ABy8W5eB

9) http://www.khodorkovsky.com/featured-articles/vision-for-russia/

10) http://www.lapresse.it/mondo/europa/ucraina-khodorkovsky-contro-putin-non-rendera-kiev-e-mosca-nemiche-1.495756

11) http://lenta.ru/news/2007/06/02/confirm/

12) http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/06/09/omicidio-politkovskaja-due-ergastoli-e-tre-condanne-dal-tribunale-di-mosca/1019777/

13) http://it.peacereporter.net/articolo/21093/Attentati+di+Mosca%2C+l%27ombra+dei+servizi

14) http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2006/12/02/si-puo-comprare-su-internet-negli

15) http://www.controinformazione.info/la-guerra-di-washington-contro-la-russia/

16) http://it.euronews.com/2014/09/17/russia-arrestato-oligarca-per-khodorkhovsky-c-e-longa-manus/
17) Stare con Putin? Maurizio Blondet, Effedieffe 2007, pag. 74-75-76.

18) http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2014/09/15/ucraina-israele-blocca-fornitura-armi_1f5d6115-b099-46f8-8519-35133e5ea187.html

19) http://www.effedieffe.com/index.php?option=com_content&task=view&id=268648&Itemid=100021

20) http://www.tradingeconomics.com/russia/gdp-per-capita-ppp ,

21)http://www.tradingeconomics.com/russia/unemployment-rate

22) http://www.tradingeconomics.com/russia/government-debt-to-gdp

23) http://www.tradingeconomics.com/russia/inflation-cpi

24) http://www.effedieffe.com/index.php?option=com_content&task=view&id=268648&Itemid=100021