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Cina e Russia nella nuova strategia degli accordi energetici

di William Engdahl - 30/09/2014

Fonte: Aurora sito

Официальный визит В.Путина в Китайскую Народную РеспубликуSolo poche settimane dopo che Putin, presidente della Russia e il presidente della Cina Xi avevano firmato quello che è stato chiamato l'”accordo sull’energia del secolo”, un progetto trentennale da 400 miliardi di dollari su gas e gasdotto “orientale” dalla Russia alla Cina, i due Paesi hanno perseguito un emozionante caleidoscopio di nuovi grandi accordi energetici, dal gas al petrolio al carbone. In totale ciò equivale a un importante cambio strategico e geopolitico nei rapporti tra i due giganti dell’Eurasia, che avrà implicazioni sul futuro di Europa e Stati Uniti. Il 17 settembre, il CEO di Gazprom Aleksej Miller informava Vladimir Putin sulle trattative con i cinesi per la fornitura alla Cina di 30 miliardi di metri cubi di gas naturale via occidentale per oltre trent’anni, secondo le agenzie di stampa cinese Xinhua e russa Interfax. Come il recente accordo sul gasdotto “orientale”, anch’esso avrà una durata di 30 anni. Verrebbe firmato tra Gazprom e China National Petroleum Corporation (CNPC) a novembre. I due hanno anche discusso la possibilità di raddoppiare o addirittura triplicare il volume di gas, in seguito, fino a 60-100 miliardi di metri cubi. Il nuovo accordo sul gas russo in parte utilizzerà gli esistenti gasdotti russi. Il nuovo accordo sul gas e il gasdotto occidentale si aggiunge al grande accordo firmato nel maggio 2014 tra Cina e Russia dopo oltre un decennio di negoziati. Tale progetto orientale o East Route Gas, prevede la costruzione di un gasdotto per rifornire la Cina di 38 miliardi di metri cubi di gas naturale all’anno, dal 2018. Il progetto East Route, ufficialmente “Power of Siberia“, ha appena iniziato la costruzione, questo mese, del gasdotto dalla città siberiana orientale di Jakutsk, nota come la città più fredda del mondo, e il cui costo è stimato 55 miliardi di dollari, e da completare entro il 2018.

Jamal GNL
I due progetti di gasdotti russo-cinesi sono lungi dall’essere completati tra i due Paesi eurasiatici, al momento. Il vicedirettore della China National Energy Administration, Zhang Yuqing, annunciava il 19 settembre, appena due giorni dopo la notizia dei colloqui su Siberia occidentale-Cina, che la Cina “amplierà la cooperazione” con le aziende russe sull’enorme progetto Jamal per il Gas Naturale Liquefatto (GNL) della Russia. I cinesi, che hanno sviluppato una propria tecnologia per produrre GNL, l’useranno nel progetto Jamal per rifornire di gas la Cina. La penisola di Jamal nel nord-ovest della Siberia, in Russia, che rientra nel Megaprogetto Jamal, ha alcune dei più grandi giacimenti noti e non sviluppati di gas al mondo. Significativamente, Cina e Russia discutono attualmente del significativo aumento della partecipazione cinese allo sviluppo dello Jamal GNL. L’attuale progetto cino-russo Jamal GNL richiede che la China National Petroleum Company perfori 200 pozzi, crei un sistema di gasdotti, impianti di trattamento del gas e un impianto di liquefazione nel giacimento di Sud-Tambejskoe, nella penisola di Jamal in Russia. La società gasifera russa Novatek ha il 60 per cento della quota di partecipazione nel progetto. La cinese CNPC e la francese Total detengono il 20 per cento ciascuno. Nel 2008 la Russia ha firmato una joint venture con la statunitense ExxonMobil per sviluppare l’adiacente giacimento di gas Jamal. Le recenti sanzioni di Stati Uniti e UE potrebbero, se aumentate, congelare l’accordo con l’ExxonMobil. La decisione cinese è chiaramente stata presa con Mosca che bada alla fine della partecipazione delle aziende occidentali per via di future sanzioni dagli Stati Uniti.

Anche il carbone…
Allo stesso tempo, ai primi di settembre, la compagnia statale Russian Technologies o Rostec, ha firmato un contratto da 10 miliardi di dollari con la compagnia statale della Cina Shenhua Group Corp Ltd, il più grande produttore di carbone nel mondo, per sviluppare le miniere di carbone in Siberia e nell’Estremo Oriente della Russia. Le due aziende esploreranno e svilupperanno la miniera di carbone di Ogodzhinskoe nella regione dell’Amur in Russia, con riserve di carbone stimate a 1,6 miliardi di tonnellate. Rostec prevede che la produzione di carbone inizierà nel 2019, con una produzione annua di 30 milioni di tonnellate da esportare principalmente in Cina. La cooperazione Rostec-Shenhua andrà ben oltre lo sfruttamento del carbone russo dell’Amur. Rostec e Shenhua costruiranno anche un terminal marittimo per il carbone a Port Vera nel territorio di Primorie, con una capacità annua di 20 milioni di tonnellate. La costruzione inizierà nel 2015 e sarà operativa nel 2018 – 2019, permettendo alla Russia di aumentare notevolmente le esportazioni di carbone verso i mercati dell’Asia-Pacifico. Inoltre, il progetto prevede la costruzione di una centrale elettrica e linee di trasmissione ad alta tensione per la Cina, così come di infrastrutture sociali e dei trasporti. L’accordo aiuterà a risolvere il problema della carenza di energia nella regione dell’Amur in Russia e nelle regioni settentrionali della Cina, e a soddisfare la domanda di energia elettrica di quei territori. Inoltre si prevede di creare circa 10000 nuovi posti di lavoro e 30000 posti di lavoro nei settori collegati ed associati.

Le enormi implicazioni geopolitiche
Commentando alla televisione russa il 20 settembre, il primo ministro russo Dmitrij Medvedev ha detto che, “La nostra collaborazione con la Cina è d’importanza strategica. Abbiamo grandi e brillanti contatti politici, ed ottimi rapporti economici. La Cina è il nostro partner strategico, e siamo interessati ad espandere la cooperazione“. Nella sua totalità, assieme ad altre misure di Putin per approfondire i legami politici, economici e militari con la Cina e le altre nazioni dell’Eurasia, gli ultimi accordi energetici possono trasformare la mappa geopolitica globale, una cosa che la fazione guerrafondaia di Washington non saluta volentieri. Il mondo, come notato prima, è nel pieno di trasformazioni fondamentali, come avviene ogni qualche secolo. Un’epoca sta finendo e l’egemonia globale una volta incontrastata dei Paesi atlantici, come Stati Uniti ed Unione europea, si sgretola rapidamente. Washington e le potenti e ricche famiglie dietro il potere a Washington, chiaramente cercano freneticamente di fermare o invertire il deterioramento del loro potere globale. Anche nell’Unione Europea, soprattutto tra i circoli elitari tedeschi, sempre più si alimentano le guerre dei neo-conservatori degli Stati Uniti, la paura su false malattie come Ebola, la distruzione dell’Ucraina che danneggia l’UE, ma lascia intatta Washington e Wall Street. I prossimi mesi saranno fatidici più di quanto la maggior parte di noi possa immaginare, con istituzioni un tempo potenti, perdere potere ed altre nuove istituzioni emergenti destituirle dal loro potere abusivo. La matrice dei recenti accordi economici tra Cina e Russia preannuncia questo cambio epocale.

192531881F. William Engdahl è consulente di rischio strategico e docente, ha conseguito la laurea in politica alla Princeton University ed è un autore di best-seller su petrolio e geopolitica, in esclusiva per la rivista online “New Eastern Outlook“.

Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora