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La morte di Osama bin Laden

di Miguel Martinez - 12/05/2015

Fonte: kelebeklerblog

 
 

 


Scopro solo adesso che Seymour Hersh sarebbe riuscito, con un immenso lavoro investigativo, a ricostruire almeno una parte della verità sulla morte di Osama bin Laden.

Non ho avuto tempo per vedere se sia uscito qualcosa in italiano; quello che leggo in inglese è davvero notevole.

Forse ciò che più mi ha colpito è l’ennesima dimostrazione di un principio che ritengo fondamentale per capire la realtà: i governanti mentono, i complotti esistono, i complotti raramente sono però quelli che ci immaginiamo noi e quasi sempre sono più di uno alla volta.



La versione ufficiale sulla morte di Osama bin Laden era talmente assurda da essere palesemente falsa, e in effetti lo era.

L’errore di coloro che vengono sbrigativamente definiti “complottisti” non fu certo nel capirlo, ma nella discutibile determinazione con cui mettevano in campo le proprio controverità.

E’ perciò interessante vedere l’insieme di interessi, spesso in conflitto tra di loro, che hanno reso necessario inventare tante menzogne tutte insieme.

Perché qui abbiamo una falsificazione cumulativa, che nasce dalla necessità di un gran numero di attori diversi di mentire. Tanto per citare un esempio che forse sfugge in mezzo a tanti altri più importanti – alcuni funzionari hanno visto nella notizia l’occasione per giustificare la pratica della tortura, e quindi hanno diffuso la voce assolutamente falsa che fosse grazie alla enhanced interrogation (sic!) che si era arrivati a colpire il cattivo numero uno della mediasfera.

E la versione ufficiale era così assurda, proprio perché doveva essere cucita in tempi da telegiornale, nel tentativo di mettere insieme tutte le diverse mistificazioni in corso.

Poi la vera verità sarà ancora più complessa e contorta, perché ovviamente le stesse fonti che Hersh ha usato possono a loro volta aver nascosto qualcosa. E infatti, parliamo sempre e solo di qualcosa della verità.