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Spezzarsi le reni da soli

di Andrea Lorusso - 25/08/2015

Fonte: IlTalebano



Il vicolo – parecchio cieco – in cui s’è ficcata la Grecia continua a sotterrare le possibilità di rivedere, in breve tempo, il paese su una carreggiata di normalità. E questo anche perché il loro premier, Tsipras, dopo avere deluso e disatteso le aspettative di un referendum che, con coraggio, poteva portare fuori dall’euro e fuori dalla gabbia deidiktat della Troika, continua a liquidare i gioielli di famiglia per far fronte alle richieste teutoniche.

Fa specie la (s)vendita di 14 aeroporti regionali per un 1,23 miliardi di euro (cifra definita da alcuni parlamentari tedeschi, eccezionale), ad una compagnia, la Fraport (50% a partecipazione pubblica), ovviamente di stampo tedesco.

Appare dunque chiaro (casomai ci fosse stato bisogno di ulteriori chiarimenti) come operano le istituzioni europee: limiti al deficit, al rapporto debito/PIL, fondi concessi col contagocce, riforme imposte che creano condizioni di disagio sempre crescente fino a che ti obbligano a privatizzare beni materiali, partecipazioni statali, parte della fiscalità, per poi farli finire in mani straniere. L’emergenza indotta che richiede misure straordinarie, che in condizioni normali mai il popolo accetterebbe. La cosiddetta teoria degli choc economici (shock economy).

Ora, con un Paese ancora in preda alla paura, all’incertezza, alle limitazioni nelle movimentazioni bancarie, Alexis Tsipras vorrebbe per il 20 settembre 2015 riportare al voto i suoi elettori, forte della mancanza di alternative, e di un a opinione pubblica generalmente favorevole al suo operato. (“Non c’è altra strada” è l’agonizzante messaggio che i media diffondono). Syriza, il suo partito, è profondamente diviso, e quindi un nuovo mandato elettivo potrà rafforzare la sua capacità di negoziazione.

La Grecia è stata la culla in cui è nata la Democrazia, ed oggi per opera della finanza internazionale ne è diventata la tomba, al cui cospetto si prenda esempio: “Fuori dall’Europa c’è la morte”.

Non c’è burocrazia, eurocrazia, che valga la dignità di un Paese sovrano.