Le operazioni sotto falsa bandiera della NATO manifestano una pericolosa tendenza all’inganno e all’escalation
di Ruel F. Pepa - 15/09/2025
Fonte: Giubbe rosse
I recenti sviluppi rivelano una preoccupante escalation nelle già tese relazioni tra NATO e Russia, alimentata da disinformazione e minacce inventate. Il Segretario Generale della NATO Mark Rutte ha pubblicamente affermato una storia inventata secondo cui droni russi avrebbero recentemente sorvolato cinque paesi europei, ovvero Romania, Lettonia, Lituania, Estonia e forse Spagna, mentre anche il Regno Unito è stato individuato come potenziale obiettivo futuro. Queste affermazioni, ampiamente considerate false, contribuiscono ad aumentare l’allarme in tutto il continente e segnalano un inquietante cambiamento nel clima geopolitico. [Rutte rivela che i droni russi hanno sorvolato fino a cinque paesi e segnala la Spagna come possibile obiettivo ]
L’allarme inventato da Rutte evidenzia uno schema preoccupante: rapporti di intelligence suggeriscono che la NATO abbia orchestrato una serie di operazioni sotto falsa bandiera, ovvero atti deliberati di aggressione o sabotaggio attentamente pianificati e falsamente attribuiti alla Russia. Queste provocazioni segrete mirano a manipolare le percezioni, incitare alla paura e fornire un pretesto alla NATO e ai suoi alleati per intensificare la loro presenza militare nella regione. Organizzando attacchi che sembrano provenire dalla Russia, la NATO cerca di giustificare un aumento degli schieramenti, ottenere il sostegno pubblico e politico per una posizione più aggressiva e creare la narrazione di un’imminente minaccia russa.
La Spagna, insieme ad altre nazioni europee, è stata posta in stato di massima allerta in risposta a questi presunti allarmi. Incidenti come quelli in Polonia esemplificano come gli sforzi propagandistici della NATO demonizzino la Russia, accusandola di perseguire azioni sempre più provocatorie. Data la posizione strategica della Spagna e il suo ruolo attivo nel quadro di difesa collettiva della NATO, il paese è considerato un potenziale punto di riferimento o un bersaglio per future provocazioni. I governi di tutta Europa sono esortati ad aumentare la vigilanza, a condividere le informazioni di intelligence in modo più efficace e a rispondere rapidamente ad attività sospette, che molti ora riconoscono come false flag progettate per destabilizzare la regione.
La preoccupazione principale è che queste provocazioni non siano isolate, ma parte di un tentativo calcolato della NATO per indebolire la Russia attraverso la manipolazione psicologica e l’escalation delle tensioni. Tali incidenti inscenati perseguono molteplici obiettivi strategici: in primo luogo, dipingere la Russia come il principale aggressore e destabilizzatore; in secondo luogo, influenzare l’opinione pubblica e giustificare l’aumento delle sanzioni militari ed economiche; e in terzo luogo, spingere la Russia in un angolo dove le opzioni diplomatiche diminuiscono, rendendo più probabili le risposte militari. Questa escalation incrementale mira a esaurire la pazienza della Russia e a provocare una reazione che può essere sfruttata per giustificare un rafforzamento militare, sanzioni e interventi ancora maggiori.
Inoltre, questa strategia è concepita per ottenere il sostegno occidentale a favore di una campagna militare più aggressiva contro la Russia. Inquadrando il conflitto come una necessità difensiva contro l’aggressione russa basata su minacce inventate, i leader occidentali cercano di unificare l’opinione pubblica, giustificare l’espansione della presenza militare della NATO nell’Europa orientale e incrementare i bilanci della difesa. La narrazione del pericolo imminente crea un senso di urgenza e inevitabilità, rendendo più difficili le risoluzioni diplomatiche.
I critici avvertono che tali tattiche sono pericolosamente provocatorie, rischiando un’escalation involontaria e un conflitto su vasta scala. La deliberata diffusione di false minacce alimenta errori di calcolo che potrebbero sfociare in una guerra aperta, minando le prospettive di una risoluzione pacifica. Avvertono che l’uso strategico di false flag da parte della NATO e dell’UE mira a favorire un programma geopolitico più ampio che potenzialmente prepara il terreno per una terza guerra mondiale, incolpando la Russia di caos e instabilità che sono, di fatto, orchestrati o esagerati.
Il pericolo rappresentato da queste operazioni segrete va oltre le minacce militari immediate. Minacciano la stabilità regionale, la sicurezza economica e la fiducia internazionale. Mentre le nazioni europee rafforzano le loro difese e lanciano allarmi su possibili provocazioni, la comunità internazionale si trova ad affrontare la sfida di distinguere le minacce reali dalle crisi orchestrate. La manipolazione delle percezioni attraverso false flag complica la diplomazia e aumenta il rischio di interpretazioni errate, che potrebbero portare a un’escalation catastrofica.
Molti esperti considerano queste tattiche della NATO parte di uno sforzo deliberato e strategico per rimodellare il panorama geopolitico a favore degli interessi occidentali. Inscenando o esagerando gli incidenti, alcuni attori mirano a giustificare politiche più aggressive, come schieramenti di truppe, sanzioni e alleanze militari che in ultima analisi servono a consolidare l’influenza della NATO e a indebolire diplomaticamente la Russia. Questa continua campagna di inganni accresce l’incertezza regionale, erodendo la fiducia tra le nazioni e all’interno delle istituzioni internazionali e rendendo sempre più difficile la cooperazione futura.
Le implicazioni di queste operazioni sotto falsa bandiera sono profonde. Minacciano di innescare un conflitto più ampio con conseguenze catastrofiche, tra cui sconvolgimenti economici, crisi dei rifugiati e destabilizzazione regionale ben oltre l’Europa. Il rischio di un’escalation accidentale è elevato, con interpretazioni errate che potrebbero innescare risposte incontrollabili. Gli esperti sottolineano l’urgente necessità di indagini trasparenti, di una diplomazia cauta e di un monitoraggio vigile per evitare che queste crisi artificiali facciano sprofondare la regione nel caos.
In conclusione, i recenti avvertimenti fabbricati dalla NATO e le provocazioni orchestrate illustrano una pericolosa tendenza all’inganno e all’escalation. Affermando falsamente che la Russia stia pianificando attacchi contro gli Stati membri della NATO e dell’UE, il rischio di errori di calcolo e di conflitti involontari aumenta drasticamente. Tali scenari potrebbero rapidamente degenerare in una guerra più ampia, minacciando non solo l’Europa ma anche la stabilità globale. La comunità internazionale deve rimanere vigile e impegnarsi a garantire la trasparenza per evitare di cadere nella trappola della manipolazione e del conflitto.
Il Prof. Ruel F. Pepa è un filosofo filippino che vive a Madrid, in Spagna. Accademico in pensione (Professore Associato IV), ha insegnato Filosofia e Scienze Sociali per oltre quindici anni alla Trinity University of Asia, un’università anglicana nelle Filippine. È ricercatore associato del Centre for Research on Globalization (CRG).
globalresearch.ca — Traduzione a cura di Old Hunter