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A ciascuno il suo

di Fabio Falchi - 27/03/2022

A ciascuno il suo

Fonte: Fabio Falchi

"Hanno fatto un vero capolavoro", con queste parole e con la definizione del “povero” professore di lettere Paolo Laurana come un “cretino,” solo perché aveva cercato di scoprire la verità, si conclude il film "A ciascuno il suo", tratto dall'omonimo romanzo di Leonardo Sciascia.
E anche l'élite occidentale ha fatto un vero capolavoro per quanto concerne l'informazione sull'attuale conflitto russo-ucraino. Con la scusa che la Russia è responsabile di una pericolosa disinformazione, non si è, infatti, esitato a censurare tutte le fonti russe e perfino quelle che, benché non siano russe, cercano di raccontare questa guerra secondo una prospettiva diversa da quella diffusa dai media mainstream occidentali.
Peraltro, non solo i media ma pure le agenzie governative americane e britanniche conducono una vera guerra mediatica contro la Russia, contando sul fatto che l'opinione occidentale non può avere accesso ad altre fonti tranne quelle di Kiev, che può di conseguenza diffondere bufale di ogni genere spacciandole per verità, dato che chi si azzarda a criticare il governo ultranazionalista Kiev viene subito accusato di essere "filo-putiniano" ed esposto al pubblico ludibrio.
All'opinione pubblica occidentale perciò si può mostrare soltanto (e nemmeno in modo corretto) "una faccia" di quanto accade in Ucraina, di modo che solo grazie al lavoro di alcuni giornalisti indipendenti (anche italiani, ma ignorati dalle nostre ignominiose gazzette) e ad alcuni canali su Telegram è possibile avere una conoscenza più completa e corretta di questa guerra, anche se la nebbia della guerra è tale che comunque è assai difficile avere un quadro davvero chiaro della reale situazione in Ucraina.
Il vero problema non è però tanto quello della propaganda di Kiev o di Mosca (che, in un certo senso, è comprensibile, dato che l'Ucraina e la Russia sono due Paesi in guerra) quanto piuttosto quello della propaganda occidentale.
Infatti, l'élite occidentale, arrogandosi il diritto di stabilire ciò che l'opinione pubblica deve sapere e non deve sapere, di fatto ha istituito una sorta di Ministero della Verità, che (come nelle peggiori dittature totalitarie) ha il compio di sorvegliare e punire chiunque osi mettere in dubbio la "verità ufficiale", ossia quella diffusa dai media mainstream e dalle agenzie governative occidentali.
In definitiva, in Occidente, strumentalizzando (politicamente, s’intende) prima il Covid e poi sfruttando la situazione (geo)politica creatasi con questo conflitto tra la Russia e l'Ucraina (anche se in realtà si tratta di un conflitto che dura da otto anni)  si è instaurato uno stato di eccezione permanente, che certo non finirà quando questa guerra finirà, perché è già chiaro che le conseguenze di questa guerra - anche se non si né quando né come finirà - saranno comunque tali da "giustificare" ulteriori forme di repressione e di controllo sociale, al fine di eliminare anche quei pochi "spazi liberi" ancora presenti nel cosiddetto "mondo libero".