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A cosa serve

di Ferdinando Pastore - 15/05/2022

A cosa serve

Fonte: Ferdinando Pastore

Perché irradiare così smaccatamente una retorica del falso? Eppure tutto l'apparato dell'ortodossia lacrimevole non gode di alcuna credibilità. La rappresentazione della realtà nelle maglie dello Spettacolo ha assunto toni parodistici ma non ammette soste. Il senso del pudore non inibisce la volontà di manipolazione. Un flusso continuo che apparentemente non costruisce alcun consenso.
Lo scopo, difatti, non lo si deve trovare nella capacità di educare i riottosi. Ma in quello di radicalizzare, militarizzare i persuasi. Trovare una molla giornaliera che li cementifichi in convinzioni artefatte e posticce, rabberciate ma capaci di pennellare un quadro verosimile.
La sovranità appartiene al pubblico. Al quale si chiede di partecipare, votare, scegliere secondo logiche emotivamente preconfezionate.
Lo spettatore ideale di questo lugubre, incalzante raggiro di massa è semi-istruito. Una laurea, una specializzazione, un impiego creativo, una promessa di accoglimento nel circolo esclusivo delle classi parlanti. Si promuove una cultura à la page, scorrevole, consumabile senza testardaggine. Non servono gomiti consumati sulle scrivanie, sufficienti saranno degli ascolti di sottofondo, letture rassicuranti sotto l'ombrellone, magari obliterate in metropolitana.
"Anche io leggo molto", "anche a me piace la musica", "anche io faccio politica e mi informo". Perspicacia acritica, battutismo salottiero, progettualità gesticolante. Queste sono le qualità caratteriali che il mercato impone. Che inquadrano una militanza istupidita.