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Alla guerra come alla guerra: sparate sul pianista

di Antonio Catalano - 22/07/2025

Alla guerra come alla guerra: sparate sul pianista

Fonte: Antonio Catalano

Vogliamo ancora una volta scivolare dalla montagna del sapone e pensare che quel che ci viene venduto non siano infatti solo bolle di sapone? Picierno, Maggi e tutti quegli altri figuranti che si sono affrettati a sottoscrivere la petizione contro il grande direttore d’orchestra Georgiev sono le truppe cammellate di quel potere che si è impossessato dell’Europa e che per logiche estranee a qualsiasi buon senso se non a quello della perversa quanto cogente determinazione di interessi afferenti al mondo del capitale finanziario a forte trazione globalista, lavora perché la Russia sia ridotta a frantumi. Perché così deve essere. Trovare una razionalità in questa logica è da ingenui razionalisti che pensano che tutto può e deve essere spiegato alla luce della ragione. Come se ragione e buon senso dovessero per forza andare a braccetto. Chi l’ha detto? Dov’è scritto? Cercare quindi di spiegare la decisione di annullare il concerto alla reggia di Caserta fuori dalla comprensione del ruolo che oggi gioca questa misera quanto meschina Europa è un ragionare davvero fuori contesto, è un parlare scriteriato fuori dalla disciplina del pensiero ancorato alla materialità dei processi reali. Come è vano e fuorviante stare lì a disquisire se si tratta di ritorno al fascismo, o al nazismo, nella diffusa quanto mendace idea che questi siano stati anomalia della Storia, male assoluto, come se la democrazia, come intesa nell’auto-rappresentazione dell’Occidente Politico, quello che si ritiene “giardino fiorito” nel bel mezzo di una selvaggia giungla, fosse stata (ed è) esente da crimini, malversazioni e atrocità naturalmente sempre compiuti in nome e per conto del Bene. La gentucola chiamata a firmare la petizione contro Georgiev è l’espressione di un potere che vuol mostrare di non sporcarsi direttamente le mani e che ricorre a queste forme di pressione democratica per ottenere quello che ritiene essere il risultato più conveniente. Non a caso, al di là di uno sbandierato sovranismo alla montecarlo, il nostro governo continua (in coerenza con quello precedente) a sfornare “pacchetti” contro la Russia. Con un ministro della cultura pronto a dire che si è fatta la cosa giusta, anzi va replicata anche a Bologna dov'è in cartellone l’esibizione del pianista Alexander Romanovsky naturalizzato italiano ritenuto “filo-russo”. Perché Bologna, cantilena la solita solfa democratica e naturalmente anti fascista, è una città democratica e non si può avallare il fascismo putiniano eccetera eccetera eccetera… che poi le milizie ucraine utilizzino non spartiti ma vessilli e simbologie naziste o para naziste questo non deve preoccupare, lì si combatte per la democrazia, contro l’orso russo che minaccia di invadere il giardino fiorito.