Caso Epstein? Trump è il Deep State!
di Stefano Vernole - 21/07/2025
Fonte: Strategic Culture
L’interesse per il caso è aumentato la scorsa settimana dopo che il Dipartimento di Giustizia e l’FBI degli Stati Uniti hanno rilasciato una dichiarazione di due pagine in cui affermavano di aver concluso che Epstein non possedeva una “lista clienti” o che stava ricattando personaggi potenti (nonostante il procuratore generale Pam Bondi avesse lasciato intendere lo scorso febbraio che un documento del genere era sulla sua scrivania) e hanno deciso di non pubblicare ulteriori documenti dell’indagine. Il Dipartimento ha effettivamente divulgato un video che avrebbe dovuto dimostrare che Epstein si è suicidato in carcere, ma anche questo filmato ha suscitato perplessità a causa dell’assenza di un minuto nella registrazione.
L’elenco di coloro che erano nell’orbita di Epstein è un gotha dei ricchi e famosi. Tra questi non figurano solo lo stesso Trump, ma anche Bill Clinton, il principe Andrea, Bill Gates, il miliardario Glenn Dubin, l’ex governatore del New Mexico Bill Richardson, l’ex Segretario del Tesoro ed ex presidente dell’Università di Harvard Larry Summers, lo psicologo cognitivo e autore Stephen Pinker, Alan Dershowitz, il miliardario e CEO di Victoria’s Secret Leslie Wexner, l’ex banchiere di Barclays Jes Staley, l’ex Primo Ministro israeliano Ehud Barak, il mago David Copperfield, l’attore Kevin Spacey, l’ex direttore della CIA Bill Burns, il magnate immobiliare Mort Zuckerman, l’ex senatore del Maine George Mitchell e il produttore hollywoodiano caduto in disgrazia Harvey Weinstein.
I frequentatori di Epstein includono anche studi legali e avvocati costosi, procuratori federali e statali, investigatori privati, assistenti personali, addetti stampa, domestici e autisti. Tra questi figurano i suoi numerosi ruffiani e sfruttatori, tra cui la fidanzata di Epstein e figlia di Robert Maxwell, Ghislaine Maxwell, i media e i politici che hanno spietatamente screditato e messo a tacere le vittime, e chiunque, tra cui una manciata di intrepidi giornalisti, cercasse di denunciare i crimini di Epstein e la sua cerchia di complici.
Molto rimane occultato ma ci sono alcune cose che sappiamo. Epstein installò telecamere nascoste nelle sue opulente residenze e sulla sua isola privata caraibica, Little St. James, per riprendere i suoi potenti amici mentre si dedicavano a relazioni sessuali e abusi su adolescenti e minorenni. Le registrazioni erano oro colato per il ricatto. Facevano parte di un’operazione di intelligence per conto del Mossad israeliano? O servivano a garantire a Epstein una fonte costante di investitori che gli fornissero milioni di dollari per evitare di essere scoperto? O servivano a entrambi gli scopi? Epstein trasportava ragazze minorenni tra New York e Palm Beach sul suo jet privato, il Lolita Express, che a quanto pare era dotato di un letto per il sesso di gruppo. La sua cerchia di amici famosi, tra cui Clinton e Trump, risulta aver viaggiato sul jet numerose volte nei registri di volo resi pubblici, sebbene molti altri registri di volo siano scomparsi (1).
I video di Epstein sono raccolti negli archivi dell’FBI, insieme ad altre prove dettagliate, forse custoditi per essere utilizzati come arma di ricatto al momento opportuno.
Epstein si è suicidato, come afferma il rapporto ufficiale dell’autopsia, impiccandosi nella sua cella il 10 agosto 2019 al Metropolitan Correctional Center di New York? O è stato assassinato? Michael Baden, un medico legale assunto dal fratello di Epstein, che ha ricoperto l’incarico di medico legale capo per New York City ed era presente all’autopsia, ritiene che si tratti di un omicidio (2).
La giornalista investigativa del Miami Herald, Julie Brown, la cui tenace attività è stata in gran parte responsabile della riapertura dell’indagine federale su Epstein e Maxwell, documenta la partecipazione di Trump nel suo libro “Perversion of Justice: The Jeffrey Epstein Story”. Nel 2016 una donna, usando lo pseudonimo di “Kate Johnson”, ha presentato una denuncia civile presso un tribunale federale in California, sostenendo di essere stata violentata da Trump ed Epstein quando aveva tredici anni, nell’arco di quattro mesi, da giugno a settembre 1994. Johnson ha raccontato che Epstein l’ha invitata a una serie di “feste a sfondo sessuale per minorenni” nella sua villa di New York, dove ha incontrato Trump. Allettata da promesse di denaro e opportunità di lavoro come modella, Johnson ha affermato di essere stata costretta ad avere rapporti sessuali con Trump diverse volte, inclusa una volta con un’altra ragazza di dodici anni, che lei chiamava “Marie Doe”. Trump le ha chiesto sesso orale, si legge, e in seguito “ha allontanato entrambe le minorenni, rimproverandole con rabbia per la scarsa qualità della prestazione sessuale”, secondo la causa depositata presso la Corte Distrettuale degli Stati Uniti nella California Centrale. Johnson ha affermato che entrambi gli uomini hanno minacciato di fare del male a lei e alla sua famiglia se avesse mai rivelato l’accaduto. La causa afferma che Trump non prendeva parte alle orge di Epstein, ma amava guardare, spesso mentre la tredicenne Kate Johnson praticava sesso orale. Sembra che Trump sia riuscito a far naufragare la causa comprando il suo silenzio e da allora la ragazza è scomparsa.
Nel 2008, Alex Acosta, all’epoca Procuratore degli Stati Uniti per il Distretto Meridionale della Florida, negoziò un patteggiamento per il magnate: l’accordo garantiva l’immunità da tutte le accuse penali federali a Epstein e chiudeva l’inchiesta dell’FBI per accertare se ci fossero altre vittime e figure di potere che avevano preso parte a questi crimini sessuali. Trump, in quello che molti considerano un atto di gratitudine, nominò Acosta Segretario del Lavoro durante il suo primo mandato presidenziale. Pochi giorni dopo l’arresto di Epstein, nel luglio 2019, Alexander Acosta è stato costretto a dimettersi dal suo incarico.
Nel racconto di Brown, due figure legali di spicco a livello nazionale, Ken Starr e Alan Dershowitz, sono in cima alla lista dei casi legali di Epstein. Un capitolo è intitolato “Starr Power”, un altro “Dershowitz contro Brown” e si tratta di momenti di grande rilievo.
Negli anni ‘90, Starr fornì ai repubblicani del Congresso gli strumenti legali per mettere sotto accusa Bill Clinton che aveva mentito sulla sua relazione sessuale con Monica Lewinsky (3). Negli anni 2000, Starr e i suoi collaboratori dello studio legale Kirkland & Ellis raggiunsero un accordo con i procuratori che avrebbe tenuto Epstein fuori dalla custodia federale fino al 2019.
Nel 2016, Starr lasciò il suo incarico di presidente della Baylor University, mentre l’università texana era alle prese con uno scandalo di stupro, nel 2020 e si unì alla difesa di Trump durante il suo primo impeachment.
Dershowitz è ora un ex professore di legge ad Harvard; negli anni 2000, negoziò un “accordo di non prosecuzione” che permise a Epstein di scontare poco più di un anno in un carcere locale della Florida, nelle condizioni più dignitose.
Anche William Barr compare nella vita di Epstein. Quest’ultimo si diplomò al liceo a 16 anni, ma non terminò mai l’università. Ciononostante, Donald Barr, padre del secondo procuratore generale di Trump, gli diede il suo primo incarico: insegnante di matematica alla Dalton School nell’Upper East Side di Manhattan. Il padre di Barr, tra l’altro, scrisse anche “Space Relations”, un romanzo gotico del 1973 che contiene scene di sesso alieno. Lo studio legale del giovane Barr, Kirkland & Ellis, iniziò a rappresentare Epstein, cosa che alla fine portò Barr a ricusarsi dal caso come procuratore generale di Trump. Epstein si impiccò durante la custodia federale, sotto la supervisione di Barr.
Brown presta attenzione alle relazioni sociali. Un tempo, Trump diceva che Epstein era “molto divertente” e “un ragazzo fantastico”, e si meravigliava del suo interesse per le minorenni. Secondo Fire and Fury di Michael Wolff, Trump, Epstein e Tom Barrack – un uomo d’affari che poi ha presieduto l’insediamento di Trump, incriminato e rilasciato su cauzione per accuse di lobbying – erano un “gruppo di moschettieri della vita notturna degli anni ‘80 e ‘90” (4).
Alla fine, Trump ed Epstein si separarono, il predatore non era un buon affare ma qualcuno non ha dimenticato.
Il noto giornalista televisivo e opinionista statunitense Tucker Carlson, sostenitore di Trump, ha affermato nei giorni scorsi che era “estremamente ovvio a chiunque guardasse” che Epstein “aveva legami diretti con un Governo straniero” e che “a nessuno è permesso dire che quel Governo straniero è Israele, perché in qualche modo siamo stati indotti a pensare che sia una cosa cattiva”. I commenti, che hanno suscitato applausi da parte di un pubblico giovane e pro-Trump alla conferenza conservatrice “Turning Point USA”, sono stati pubblicati in un clima di protesta tra gli influencer repubblicani dopo che l’inchiesta tanto pubblicizzata dell’attuale Amministrazione USA sul caso Epstein si è conclusa con l’approvazione del resoconto mainstream (5). Molti tra i fedeli del MAGA sostengono da tempo che i cosiddetti attori del “Deep State” nascondano informazioni sui soci d’élite di Epstein e ora che la questione riguarda anche il loro ‘idolo” appaiono sempre più sconcertati. Trump, che aveva legami pubblici con Epstein da decenni, si è scagliato contro le critiche provenienti dalla sua base, difendendo il procuratore generale in un lungo post sui social media, in cui esorta i suoi follower a non “sprecare tempo ed energie con Jeffrey Epstein, qualcuno di cui a nessuno importa”. Trump, che appare in almeno un video vecchio di decenni insieme ad Epstein a una festa, ha negato le accuse secondo cui sarebbe stato nominato nei fascicoli o avrebbe avuto qualche legame diretto con il finanziere, mentre il suo ex alleato Elon Musk lo ha nuovamente incalzato a pubblicare i file del caso come aveva promesso.
Chi ride della vicenda è ormai soltanto uno: Benjamin Netanyahu.
NOTE AL TESTO
(1) Chris Hedges, Trump, Epstein and the Deep State, Substack, 12 luglio 2025.
(2) Epstein’s Autopsy ‘Points to Homicide,’ Pathologist Hired by brother claims … “The New York Times”, 31 ottobre 2019.
(3) Un libro critico sulla famiglia Clinton (Daniel Halper, Clinton Inc: The Audacious Rebuilding of a Political Machine) sostiene che Israele ha intercettato i telefoni della Casa Bianca e ricattato il presidente con registrazioni di stagisti per ottenere il rilascio di Jonathan Pollard, cfr. Rebecca Shimoni Stoill, Netanyahu said to have offered Lewinsky tapes for Pollard, “Times of Israel”, 23 luglio 2014.
(4) Lloyd Green, Perversion of Justice review: how Julie K Brown brought Jeffrey Epstein down, “The Guardian”, 25 luglio 2021.
(5) Allan Smith, “NBC News”, 14 luglio 2025.