Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / C'è delusione alla corte dello chef

C'è delusione alla corte dello chef

di Antonio Padellaro - 28/06/2023

C'è delusione alla corte dello chef

Fonte: Il Fatto Quotidiano

Quando l'altra sera abbiamo visto una persona seria come il professor Vittorio Emanuele Parsi piombare in trasmissione non in tuta mimetica, ma con indosso una giacchetta rosa shocking, modello vocalist dei Pooh, abbiamo capito che la marcia (e poi la retromarcia) di Prigozhin su Mosca aveva colto di sorpresa non solo Putin, ma le menti più brillanti del nostro opinionismo bellico. Sembravano essere stati tutti prelevati al volo da elicotteri Mangusta, chi da una piscina, chi da una baita, chi da un poligono di tiro. Però, ciascuno nel proprio settore di competenza, appariva perfettamente all’oscuro di tutto. Circostanza che non impedì loro di festeggiare l’evidente indebolimento di Mad Vlad, e anzi con il trascorrere delle ore nel grugno minaccioso del capo della Wagner (noto macellaio di civili inermi), i più ottimisti scorsero il profilo del liberatore e forse anche di un costruttore di pace. Qualcosa di simile allo spirito del mondo che a Jena ispirò Hegel alla vista di Napoleone a cavallo. Moto dell’anima che colse anche noi quando finalmente, in qualche studio apparve la sagoma blindata di Edward Luttwak, che con un paio di raffiche silenziò quell’inutile cicaleccio inconcludente. Da tempo soffrivamo l’assenza del nostro dottor Stranamore, uomo tutto d’un pezzo come la canna di un obice, restio a mescolarsi con disertori e renitenti alla leva e che si appalesa solo quando può respirare l’odore del napalm al mattino. Del cuoco di Putin egli subito tratteggiò la figura esaltante “del russo che fuole vincere, uno che ha picchiato in Libia, che ha picchiato in Congo, persona seria non come quel cenerale Gerosimov che non ha mai combattuto, non sa niente di artiglieria come quei cenerali che non hanno mai combattuto in vita loro che pfui hanno partecipato solo a missioni di pace”. E qui, alla riprovazione per questi graduati invertebrati, subentrò una dotta citazione sul metodo Stalin “che prima parlava con cenerali cretini e poi li fucilava”. Ma quando in studio qualcuno di quegli inabili al combattimento osò dissentire, debitamente incenerito, ci venne in mente, in Full Metal Jacket, il sergente Hartman che chiede a Palla di Lardo: “I tuoi genitori hanno anche figli normali?”. ​