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Che facciamo, ruttiamo?

di Antonio Catalano - 16/10/2025

Che facciamo, ruttiamo?

Fonte: Antonio Catalano

Che il nostro mondo sia entrato in un’epoca di feroci contraddizioni e di concrete minacce di guerra ce lo aveva annunciato a inizio d’anno il segretario generale della Nato Mark Rutte: «Dobbiamo passare a una mentalità da tempo di guerra!». Nella nostra sfatta Europa, i più attivi per questo cambio di mentalità sono le classi dirigenti nordiche che, in piena fregola militarista, sulla base di una martellante propaganda di presunte minacce russe, chiamano al riarmo e alla necessità della guerra. 
E mentre intorno a noi tutto va nella direzione di normalizzare il concetto stesso di guerra, di renderlo non solo possibile ma addirittura auspicabile, il clima politico è ammorbato da una mentalità da “piccolo mondo antico”. Stancamente e irresponsabilmente si continua a ragionare con categorie che, semmai, potevano essere giustificate nello scorso secolo. 
La comprensione teorica del superamento della dicotomia destra/sinistra si ha sin dagli ’80 con i contributi filosofico-politici di coraggiosi studiosi che hanno sfidato il senso comune al costo di isolamento e marginalizzazione, se non di vera e propria messa al bando. Per l’Italia, mi riferisco in particolare alla riflessione di Costanzo Preve, il quale contro tutto e tutti ci spiegava perché il superamento di questa dicotomia. Su di lui cadde la taccia di rossobrunismo, per cui il solo menzionarlo diventava pericoloso. In Francia, Jean Claude Michéa…
Ma il pensiero del filosofo torinese, indipendentemente dalla consapevolezza o meno di questo superamento, ha alimentato una nuova elaborazione politica a partire dai primi anni del secolo in corso. Per cui oggi è sicuramente meno “pericoloso” parlare della fine di questa dicotomia. 
Ma ciò non vuol dire che questa dicotomia sia scomparsa dal dibattito politico. Anzi, mai forse come in questi ultimi periodi, sembra che il mondo si divida tra destra e sinistra. Con una destra neocon liberal-liberista che accusa di comunismo la sinistra libertaria (woke) liberal-liberista che a sua volta accusa di fascismo la prima. Una bella giostra.
Una giostra che vortica a giri sempre più intensi, che non rallenta neanche di fronte alle più sfacciate evidenze, fatte di contraddizioni che non trovano nessuna spiegazione dall'uso di categorie figlie della società dell’altro secolo. Una giostra che produce stordimento e imbrigliamento sia del pensiero sia delle energie, messi entrambi al servizio della narcotizzazione sociale. Con qualsiasi tentativo che provi a mettere al centro la contraddizione sociale fuori da questo sclerotico schematismo immediatamente subissato da chiassosi buu delle opposte tifoserie. 
Un paio d’esempi, tanto per capirci. Metti in evidenza l’uso dell’immigrazione ai fini della destabilizzazione sociale? Fascista! Critichi l’assegnazione del Nobel della pace a Maria Corina Machado, venezuelana anti-Maduro in quota Usa? Comunista! Ma si potrebbe continuare senza difficoltà, l’attualità non ci risparmia casi. 
Bisogna comunque riconoscere, per onestà intellettuale, che in questo esercizio di distruzione del pensiero analitico i più bravi sono quelli di “sinistra”, per i quali facilmente si diventa di destra, naturalmente di quella becera, se solo provi a voler capire il fenomeno Kirk, o se critichi la “teoria” woke, o se metti in discussione il cambiamento climatico su base antropica, o se ritieni che l’impianto pandemico sia stato una grande occasione di affari per le multinazionali del farmaco oltre che un terreno di sperimentazione del grado di manipolabilità del consenso sociale, o… E fa una gran pena vedere tanta gente, specialmente intellettuali, imbrigliata in questi schemi. 
Qualcuno potrebbe a questo punto domandare: va be’, ma dov’è il problema? Il problema è che si tarpano le ali a qualsiasi tentativo di volare oltre il conformismo sistemico… che intanto ci conduce alla guerra. 
Ma, come dicevo a un mio amico stanco di spendere le proprie energie solo per ricordare che due più due fa quattro e che le foglie sono verdi in estate, scarpe rotte eppur bisogna andare!