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Conversazione con un uomo che non ha mai lasciato il tempio di Apollo

di Christopher Gérard - 28/07/2025

Conversazione con un uomo che non ha mai lasciato il tempio di Apollo

Fonte: GRECE Italia

Cosa giustifica questa nuova edizione ampliata de La Source pérenne?

Due precedenti edizioni del libro sono state pubblicate, nel 2000 e nel 2007, da L’Age d’Homme di rue Férou, a lungo rifugio di anticonformisti ma ora, ahimè, clinicamente morto. Da qui questa terza edizione riveduta e ampliata (ventitré testi), sotto l’egida de La Nouvelle Librairie, che ne ha raccolto la fiaccola.

Il titolo nasce da un’esperienza e anche da un’immagine: la sorgente viva che sgorga sotto la basilica di San Clemente al Laterano, nel cuore di Roma, accanto al mitreo sotterraneo. Che simbolo: una basilica paleocristiana appartenente ai domenicani irlandesi, dove rimane sepolto il tempio pagano.

Che cos’è un pagano oggi?

Per dirla in breve, il pagano è l’erede consapevole di una cultura millenaria, quella europea nel nostro caso, che intende mantenere, arricchire e tramandare. La sua ricerca di armonia e saggezza lo porta a riscoprire i miti che alimentano la nostra immaginazione e che, attraverso l’allegoria e il simbolo, forniscono una conoscenza reale che libera chi la acquisisce e, soprattutto, lo rende felice.

Questa postura ci impone di ascoltare «l’appello della realtà» (Marcel Conche), senza mai far dipendere la nostra saggezza da una fede o da un dogma fisso. Si tratta di cercare la verità (e non la falsa consolazione offerta dalla speranza) e di pensare (e non di credere).

Accettando gli dèi degli altri senza mai negarli, il pagano rimane consapevole che l’universo è una moltitudine di giardini popolati da dèi eterni, onnipresenti e indifferenti al nostro destino.

Il pagano riconosce il divino attraverso la sua manifestazione nel mondo visibile; vede l’universo come molteplice, eterno, soggetto a cicli, come esprime luminosamente Eraclito di Efeso nel frammento 30: «Quest’ordine universale, che è lo stesso per tutti, non lo fece alcuno tra gli dèi o tra gli uomini, ma sempre era è e sarà fuoco sempre vivente, che si accende e si spegne secondo giusta misura».

Platone, nel Gorgia, afferma: «I sapienti dicono, o Callicle, che cielo, terra, Dei e uomini, sono tenuti insieme dalla comunanza, dall’amicizia, dall’ordine, dalla saggezza e dalla rettitudine: ed è proprio per tale ragione, o amico, che essi chiamano questo tutto cosmo, e non invece disordine o sregolatezza». Venticinque secoli dopo, uno dei suoi successori, Heidegger, avrebbe detto: «il cielo e la terra, il divino e il mortale» formano un’unità chiamata «Geviert», traducibile come «Quadratura».

In questo universo, che non è mai visto come vuoto di forze (tanto meno come assurdo), dove tutto è forze e poteri governati da un ordine inviolabile, il pagano cerca di inserirsi; cerca di capire questo mondo nella sua doppia dimensione visibile e invisibile. Come dice Cicerone nel De Divinatione : «Tutto è pieno di spirito divino e di significato eterno, e di conseguenza le anime degli uomini sono mosse dalla loro comunità di essenza con le anime degli Dèi ».

Vivendo in un rapporto di convivenza con il cosmo, termine greco che originariamente significava ordine, di cui non è mai stato il centro, l’unico libro del pagano è la natura, poiché la sua religione è quella della verità. Il suo libro è la natura. La sua etica è per definizione tragica, basata sull’accettazione del destino. Questa dimensione tragica è centrale nella visione pagana, liberata da ogni moralismo alienante, fonte di inquietudine e di conflitti senza fine.

Il pagano può avere la testa nelle stelle, ma tiene i piedi ben piantati nella terra che è la sua casa, senza mai perdere il contatto con queste due dimensioni: Sono figlio della Terra e del Cielo stellato.

In che modo il paganesimo è una possibile risposta alla crisi spirituale moderna?

Riappropriandoci di questa Source pérenne dello spirito europeo, possiamo ridefinire la nostra identità fondandola sulle sue basi più arcaiche, senza sprofondare nella regressione tribale. Liberandoci dai dogmi dualistici, sia quelli monoteistici con le loro risposte pronte per l’uso, sia quelli dei titani della tecnostruttura, oggi strapotenti ed espressi in ogni modo possibile, ci permetterà di sfuggire al soffocamento spirituale che ci viene imposto come un gigantesco giro di vite.

Ed è in questo che risiede la liberazione pagana: nel dare alle nostre vite atrofizzate una dimensione simbolica, nel far rivivere i valori aristocratici, nel superare i conflitti sordidi – in breve, nel trascendere una bassezza che è stata presa a modello dal sistema tecno-mercantile. In questo senso, il pagano coerente è l’esatto contrario dell’idolatra: il vitello d’oro non ispira altro che disprezzo.

Essere pagani significa anche riconoscere la futilità dei modi di pensare lineari e preferire i miti e i cicli, la cui giovinezza è eterna.

 [Éléments, Intervista di François Bousquet a Christopher Gérard, La Source pérenne : Un parcours païen, La Nouvelle Librairie]

Traduzione a cura di Piero della Rocella Sorelli.

Per acquistare il libro: https://nouvelle-librairie.com/boutique/editions-la-nouvelle-librairie/la-source-perenne-un-parcours-paien/