Destinazione transumanesimo
di Antonio Catalano - 08/12/2021
Fonte: Antonio Catalano
L’attività Ue per ricostruire un nuovo senso comune, secondo i dettami dell’ideologia transumana, è frenetica, a dimostrazione del fatto che da quelle parti ritengono non di secondaria importanza cancellare le radici grazie alle quali si è sviluppata la pianta della nostra civiltà nel corso della storia. Questa penosa e distopica classe dominante non solo pretende che si recida il ramo dove si è seduti ma che i popoli partecipino a questo taglio in piena e solidale convinzione, che accettino con gaiezza la dannazione della propria memoria collettiva. Per rendere il tutto umano e giusto, perché la nostra “civiltà” lo impone (e qui sta il paradosso), non serve la brutalità fisica dell’imposizione ma semplicemente la pratica dell’“inclusione”, in nome della quale si tacita la coscienza e si ottiene il risultato della sottomissione. Perché è da cattivi rifiutarsi di essere inclusivi. E mentre così gli ignoranti in materia di storia continuano a sbraitare di eterni ritorni al fascismo, paventando a ogni piè sospinto squadre armate di manganello e olio di ricino, la democrazia “inclusiva” e transumana attrezza una realtà a presidio della quale dispone agguerrite schiere di psico poliziotti.
Ma andiamo all’attualità. La settimana scorsa l’Ue ha provato ad aprire una nuova finestra (quelle di Overton): incarica la commissaria all’Uguaglianza Helena Dalli di sfornare in prossimità del Natale nuove «Linee guida per la comunicazione inclusiva». Linee guida che invitano nelle comunicazioni istituzionali a evitare ogni riferimento al Natale (si parli di generiche feste), a non usare nomi propri di origine cristiana eccetera. Ma le numerose, e sacrosante, reazioni hanno costretto la stessa commissaria all’Uguaglianza a ritirare le linee guida, ma non definitivamente, ci mancherebbe, la signora in persona ci assicura che si impegnerà a lavorare «ulteriormente su questo documento». Intanto una nuova finestra si è aperta. Overton, nella sua nota teoria delle finestre spiegava appunto che quando si vuole trasformare un’idea completamente inaccettabile in accettabile, e poi addirittura in legale, bisogna procedere per gradi, aprire una finestra alla volta.
Sempre rimanendo all’attualità, e all’ideologia del quadro istituzionale che governa la nostra Europa, non possiamo non citare l’ultimo obbrobrio che questa volta si presenta con le sembianze di una Madonna trans e di una Sacra Famiglia in versione arcobaleno. E ce lo propone non uno qualsiasi, ma un attivista lgbt accreditato presso la corte Ue, «una persona con cui il Parlamento [europeo] collabora, in ragione della sua popolarità nelle comunità di riferimento». L’attivista lgbt in quota Ue è Riccardo Simonetti, che sulla rivista tedesca “Siegessäule” si è fatto ritrarre nei panni di Maria con un bambinello in grembo. Ma non bastava all’eroico Simonetti la “provocazione” barbuta con tanto di Bambin Gesù in braccio (poca roba che per la Cristianità quel “bambino” rappresenti il Dio sceso in terra?), doveva pure rappresentare la Sacra Famiglia in versione “gay friendly”.
Non è necessario essere cristiani per provare un moto di vomito di fronte a queste manifestazioni istituzionali di odio e irrisione per il sentimento comune dei popoli europei. Ci si aspetta solo che questi popoli sottoposti al martellamento continuo della perversione antiumana riescano a trovare quel giusto e necessario vigore per rovesciare, come fece Gesù nel tempio, i tavoli dei mercanti.