Dieci lezioni sul mondo postumano che si sta materializzando sotto i nostri occhi
di Riccardo Paccosi - 07/12/2025

Fonte: Riccardo Paccosi
1) La mobilitazione sociale volta a rivendicare potere decisionale al popolo, nei paesi occidentali, sarà sempre confinata entro i perimetri di destra e sinistra. Difatti, praticamente nessuno vuole uscire da questi ultimi e la maggioranza di coloro che sostengono di essere oltre tali appartenenze non lo è affatto giacché non è quasi mai in grado di disprezzare destra e sinistra in pari misura.
La confluenza del disagio sociale all'interno dei due contenitori di destra e sinistra, porta al risultato di creare forme di ritualità collettiva che nulla hanno a che vedere con le cause delle contraddizioni del presente e che garantiscono, quindi, la perpetuazione della struttura neoliberale.
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2) Malgrado l'idea che i movimenti di protesta debbano essere necessariamente giovanili sia una scemenza legata a una dogmatizzazione del '68, è altrettanto vero che la totale assenza di ventenni e trentenni da ogni mobilitazione (tranne le "feste comandate" vale a dire le mobilitazioni rituali di cui sopra) è comunque un problema che compromette il futuro.
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3) Se anche e per assurdo l'Europa bloccasse oggi e completamente tutti gli ingressi d'immigrazione, entro due generazioni le popolazioni immigrate e viventi in enclave etniche separate saranno maggioranza.
In società prive di identità culturale e memoria storica condivise, ebbene, nessuna coalizione e nessuna conseguente mobilitazione sono possibili. Salvo, ovviamente, i conflitti fra le enclave stesse, preposti alla perpetuazione strutturale dell'esistente.
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4) Nessuna dottrina politica, oggi, affronta il tema della digitalizzazione dell'esistenza e delle sue conseguenze distruttive sulla sovranità popolare (i marxisti, in particolare, neppure sono a conoscenza dell'esistenza di tale argomento).
Tutte le dottrine politiche presenti oggi nelle istituzioni volgono inoltre - più o meno esplicitamente e più o meno consapevolmente - verso una ridefinizione della democrazia in senso oligarchico e verso una ridefinizione del diritto dal costituzionalismo all'informalità assolutistica.
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5) Nessuna dottrina politica, oggi, ha alcuna visione da offrire sui temi cruciali dell'esistenza come nascita, amore e morte. L'unica dottrina che si occupa di queste cose - ma che politica in senso stretto non è - è il postumanesimo, vale a dire l'idea di un mondo futuro popolato dalle sole macchine.
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6) I concetti di Dio, patria e famiglia, sono stati marginalizzati e deprivati della loro valenza di collante sociale-culturale. Al loro posto, si è materializzato nell'immaginario un Nulla rispetto al quale l'unica reazione psichica possibile risulta essere - al fine di sedare la crisi di presenza che attanaglia le coscienze - un eterno presente di consumo digitale.
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7) Se da una parte la divisione tra destra e sinistra impedisce di pensare ai temi succitati spostando il focus su argomenti preposti all'innocua ritualizzazione del conflitto sociale, dall'altra la visione postumanista unisce, almeno nei suoi indirizzi generali, tanto la sinistra quanto la destra delle èlite liberali: tanto Gates quanto Musk, tanto Harari quanto Thiel.
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8 ) Il conflitto tra unipolarismo e multipolarismo che sta ridisegnando l'assetto geopolitico del mondo, non riguarda il postumanesimo né le articolazioni necessariamente securitarie e totalitarie del suo sviluppo. Ovvero non esiste, nello scenario internazionale odierno, una nazione esprimente una visione del mondo alternativa a quella della sottomissione della società e degli individui alle macchine.
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9) La pulsione a far sì che la vita biologica imiti le macchine, conduce necessariamente a un vitalismo sfrenato che occulta dalla coscienza il senso di caducità e di fragilità della vita, che esclude la compassione e la necessità sacrificale dal mondo. In tal senso, il tempo che si sta materializzando sotto i nostri occhi può dirsi puntualmente e compiutamente anti-cristico.
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10) Il fatto che gli esseri umani necessitino di trascorrere metà della loro esistenza dormendo e che, ciò malgrado, vivano oggi quotidianamente all'interno di un ambiente-macchina digitale che non conosce riposo, è un dato che meglio di altri indica come la sottomissione della dimensione umana alle macchine sia non già un elemento tendenziale bensì un fatto pienamente compiuto.

